La Germania si muove per rendere legale il suicidio assistito

La Germania sta valutando l’autonomia e l’etica del suicidio assistito

Dal 2020, in Germania il suicidio accompagnato, una forma di suicidio assistito, è esente da qualsiasi sanzione. Inoltre, di recente, il Bundestag sta lavorando a una legge su questa pratica. Riuscirà il paese a diventare un pioniere nel campo dei trattamenti di fine vita?

Può, l’autonomia individuale, includere anche la scelta di morire?

In Germania, nel 2020, la Corte Costituzionale Federale ha stabilito che “Sì, l’autonomia è una questione prioritaria. Ciascuno può decidere per sé stesso. Una persona che aiuta un individuo che ha scelto di porre fine alla propria vita non può essere penalizzata per questo.” Il presupposto, tuttavia, è che chi decide di porre fine alla propria vita lo faccia volontariamente e se ne assuma la piena responsabilità. In passato, la sezione 271 del codice penale – adottata dopo un lungo dibattito nel 2015 – rendeva il suicidio assistito praticamente impossibile in Germania, in quanto prevedeva che chiunque aiutasse qualcuno a togliersi la vita rischiava fino a tre anni di carcere. Tale legge aveva lo scopo di bloccare le associazioni di suicidio assistito, le quali ricevono denaro in cambio. A partire dalla sentenza del 2020, però, tali associazioni operano impunemente in Germania, fornendo suicidio accompagnato e assistenza medica. Ora il Bundestag sta avviando un nuovo tentativo di regolamentazione. In settimana sono stati presentati due progetti di legge per il relativo dibattito parlamentare.

Primo progetto:

Il primo progetto propone che il suicidio assistito sia sostanzialmente punibile per legge, pur prevedendo possibili eccezioni. Tra queste, il fatto che la persona che vuole porre fine alla propria vita sia adulta, sia stata visitata almeno due volte da uno psichiatra e che abbia completato un colloquio di consulenza alcune settimane prima della sua decisione.

Secondo progetto:

Il secondo progetto propone di sancire per legge il diritto di morte autodeterminata. In base a questo piano, il suicidio assistito non verrebbe punito penalmente. Chi vuole togliersi la vita dovrebbe avere accesso ai farmaci letali, previo richiesta di una consulenza. Tuttavia, se il paziente è in uno stato di sofferenza esistenziale con sintomi persistenti, in casi estremi il medico potrà prescrivere il farmaco anche senza una precedente consulenza.

Il suicidio assistito in Germania è un concetto collegato all’epoca del regime nazista

Per suicidio assistito si intende la procedura con cui una persona intenzionata a porre fine alla propria vita riceve un farmaco letale e se lo somministra da sola. Somministrare attivamente un farmaco letale a un’altra persona, tuttavia, è e rimane, una procedura illegale. L’assistenza alla morte, talvolta definita eutanasia volontaria, rimane proibita in Germania. La ragione è che tale concetto viene considerato un richiamo all’epoca del regime nazista, dove migliaia di persone disabili furono vittime di un programma di omicidio di massa mediante eutanasia involontaria.

Il suicidio assistito negli altri paesi

In Olanda e Lussemburgo, ad esempio, è legale somministrare farmaci letali a un paziente che ne abbia fatto richiesta. Anche il parlamento portoghese ha approvato il suicidio assistito, recentemente. La discussione su come regolamentare il suicidio assistito è un fenomeno che interessa prevalentemente i Paesi industrializzati dell’Europa, del Nord America e dell’Australia, secondo quanto dichiarato da Lukas Radbruch, uno dei principali medici di cure palliative in Germania. “Questi sono i Paesi in cui le leggi stanno cambiando perché l’autonomia è il valore dominante. In altri Paesi il processo decisionale è più collettivo. Le famiglie sono molto più coinvolte” e in quei luoghi il suicidio assistito è una pratica molto rara, ha spiegato Radbruch.

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Immagine presa da: Pixabay