Bärenzwinger: da ritrovo queer a gabbia per orsi adesso è la galleria comunale di Mitte

Lo spazio che occupa la galleria comunale del distretto Mitte era prima un’area di ritrovo queer e poi una gabbia per orsi. Dal 2017 si sono avvicendate mostre che ne hanno spiegato la storia

Dopo la morte dell’ultima orsa, la Bärenzwinger ha smesso di essere gabbia per orsi ed è diventato la galleria comunale del distretto di Mitte. Dall’inizio del Novecento al 1938, è stato area di ritrovo queer, poi i nazisti hanno cercato di “sanificare” la zona rendendola gabbia per orsi, e ora ospita mostre sulla storia travagliata dell’area.

La storia di Bärenzwinger

Come per tanti posti qua a Berlino, il nome Bärenzwinger non è casuale: significa gabbia degli orsi e ha una ragione storica molto interessante. Per circa 80 anni, infatti, si sono succedute le generazioni di questo animale simbolo di Berlino, da quando fu aperto nel 1939 per “sanificare” Köllnischer Park (precedentemente un ritrovo di persone LGBT+) al 2015 quando fu abbattuto l’ultimo esemplare cittadino.

Il Bärenzwinger percorse la travagliata storia novecentesca di Berlino, affrontando peripezie lui stesso: rischiò di chiudere dopo la morte degli orsi a causa delle bombe della seconda guerra mondiale e dopo la caduta del muro a causa della precarietà del parco. Nel 2015, dopo la morte dell’orsa Schnute, molte associazioni per il benessere animale convinsero la città a chiudere la gabbia e a renderla spazio museale.

Dalla mostra The Superimposition (scenes 1-3)

Il programma culturale della gabbia degli orsi è organizzata dai giovani curatori del Dipartimento delle Arti e della Cultura: la direzione artistica è di Vanessa Göppner, Julius Kaftan, Malte Pieper, Lusin Reinsch, Maja Smoszna, Joana Stamer, Cleo Wächter.

Questa galleria comunale è ora molto popolare tra i berlinesi proprio in ragione della sua storicità. Le prime mostre partivano proprio dalla biografia dell’area, dall’architettura e dall’inserimento nella realtà cittadina, con discorsi sull’ecologia e sul benessere animale.

Into the drift and sway

La gabbia degli orsi fu costruita nel 1939 in un’area che fin dall’inizio del Novecento era stato un bagno pubblico. La prossimità al parco e alle rive della Sprea e la grande frequentazione omosessuale della zona ci fanno pensare che all’inizio del Novecento il sito fosse utilizzato soprattutto come area cruising gay (area di ritrovo per omosessuali, soprattutto alla ricerca di sesso anonimo). Già nel 1904 il dottore e sessuologo Magnus Hirschfeld (fondatore dell’Istituto per la ricerca sessuale) parla di luoghi di ritrovo anonimo per omosessuali nel suo libro Berlin’s Third Sex.

La mostra Into the drift and sway -che si è svolta tra dicembre 2021 e gennaio 2022- si è incentrata proprio su questa parte della storia di Bärenzwinger. Sei artisti hanno raccolto opere diverse tra disegni, sculture e installazioni, tutte accomunate dall’ambivalenza degli spazi pubblici, industriali o abbandonati, a un certo punto trasformati in spazi di piacere o di violenza. Gli spazi urbani queer sono spesso spazi contestati e contestabili, e vanno incontro a gentrificazione o a confisca per misure di sorveglianza, come è successo a Köllnischer Park.

Resonant bodies

La mostra Resonant bodies -tra giugno e settembre 2022- ha unito i lavori di Liz Rosenfeld e caner teker per un discorso sull’architettura di Bärenzwinger, e sulla formazione del corpo tramite gli scenari e gli spazi che incontra.

Partendo dagli indizi dell’utilizzo del luogo come cruising area, Liz Rosenfeld ha avvolto l’edificio con video installazioni, disegni e stampe, mentre caner teker ha lavorato a installazioni e sculture che hanno esplorato modi alternativi di archiviare le performance, oltre a video e fotografie. La mostra ha esplorato la tensione tra coprire e scoprire nel buio di una dark room, oggi emblema del cruising queer.

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Foto di: Juan Saez