“Mi sento perduto a Berlino”. Gli anni di Mark Twain nella capitale tedesca
Nella sua lettera emblematica al Chicago Daily Tribune Mark Twain scrive “Mi sento perduto a Berlino”
Mark Twain, pseudonimo di Samuel Langhorne Clemens, si fermò a Berlino per un viaggio di cinque mesi tra l’ottobre del 1891 e il marzo del 1892. Nonostante la sua difficoltà nel parlare tedesco, egli si confermò grande sostenitore della città. Tutte le prime impressioni e i suoi pensieri sul luogo sono raccolti in una iconica lettera pubblicata sul Chicago Daily Tribute il 3 Aprile del 1892. Il titolo:“Mi sento perduto a Berlino”. A distanza di tanti anni, le sensazioni descritte da Twain permangono ancora nelle menti degli odierni espatriati a Berlino.
Berlino nella Lettera di Mark Twain
“Mi sento perduto a Berlino” fa parte di una raccolta di lettere scritte da Twain durante il suo lungo viaggio in Europa. Il suo repertorio è una sorta di diario, che egli scrive per riportare ai lettori la sua attenta analisi dei posti che ha avuto il piacere di visitare. Nella lettera pubblicata sul Chicago Daily Tribute, lo scrittore ha minuziosamente descritto Berlino, denominandola la “Chicago Europea“. Twain parte dagli abitanti, dai quali è rimasto compiaciuto. Egli prosegue con le strade, che lo colpiscono per la loro linearità, tranquillità e pulizia. Illustra la città come una culla di cultura, con teatri, giornali, arte e letteratura.
Tutto il turbinio di vita della città ha suscitato nello scrittore un sentimento di libertà e spensieratezza, ed è questo che rappresenta il motivo del suo sentirsi positivamente perduto a Berlino. Twain ha solamente espresso il suo disappunto riguardo le tasse prussiane. Egli aveva infatti ricevuto una fattura di 48 marchi, che comprendeva l’imposta ecclesiastica e quella sul reddito degli stranieri.
La sensazione di essere perso a Berlino deriva anche dalle basse aspettative che Twain nutriva nei confronti della città. Nella lettera, lo scrittore ammette di essersi aspettato “una squallida città in una palude, con strade rozze, fangose e illuminate da lanterne”. Si è però dovuto ricredere imbattendosi nella modernità della città, a sua detta “la più nuova che abbia mai visto”. Questo perché il suo viaggio avvenne in seguito alla proclamazione di Berlino come capitale del nuovo Impero tedesco di Guglielmo I, il Secondo Reich. Berlino si sviluppò così dal punto di vista demografico, economico, industriale e soprattutto culturale, per esempio grazie all’università. Ciò ha reso ancor più affascinante l’esperienza dello scrittore. L’autore era ben accetto nella vita mondana della Berlino dell’epoca. Egli infatti partecipò a diversi eventi sociali e diplomatici ed era una personalità celebre tra gli autori, tedeschi e non, che vi prendevano parte.
Il viaggio di Mark Twain
La corrispondenza riportata dallo scrittore non si basa, come abbiamo detto, solo su ciò che ha vissuto nella capitale tedesca. Ma, anche, sulla sua esperienza in molte altre città, come Heidelberg e l’austriaca Vienna, e il suo soggiorno in Francia e Svizzera. In questo suo lungo viaggio, Twain era sempre accompagnato dalla moglie e dalle tre figlie. La natura del suo viaggio può essere considerata di formazione: Twain era alla ricerca di ispirazione per la scrittura di future opere. Nell’intraprendere il viaggio, egli prende esempio da altri suoi colleghi americani, come Christopher Isherwood o Thomas Wolfe.
Nonostante oggi a Berlino non si trovino più molte tracce del soggiorno di Twain, nella vicina cittadina di Hellersdorf si trova una strada, che porta il suo nome, così come la libreria e la scuola elementare nei dintorni, il cui giornale è stato nominato in suo onore, il Mississippi Online.
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Immagine di copertina: foto da Pixabay