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Come funziona lo Pfand in Germania. Un confronto con l’Italia

Lo Pfand, ovvero la cultura del vuoto a rendere in Germania: un esempio da imitare

Il vuoto a rendere, Pfand in tedesco, è un’alternativa tanto semplice quanto utile alla risoluzione della questione rifiuti. Si tratta di un meccanismo vantaggioso finalizzato al riutilizzo del prodotto. In Germania questo sistema è particolarmente efficace, tanto da aver considerevolmente ridotto la quantità di rifiuti di vetro e plastica del Paese. Ma come funziona? Si compra una bottiglia (sia di vetro che di plastica) e una volta vuota questa può essere riportata sia nel luogo dell’acquisto che presso un altro rivenditore. Il contenitore va dunque inserito all’interno di apposite macchine che leggono il codice a barre della bottiglia registrando il reso. Il cliente riceve quindi uno scontrino con l’importo totale ottenuto dai vuoti che sarà poi scontato alla cassa. Il prezzo delle bottiglie al momento dell’acquisto comprende infatti una cauzione che viene restituita al consumatore solo dopo aver effettuato il reso. La maggiorazione varia da 8 a 25 centesimi, rispettivamente per le bottiglie di vetro e quelle di plastica da 1,5 litri. Le quote sono volutamente alte per spingere il consumatore allo Pfand. La pratica di restituzione con cauzione è uno dei tanti esempi che porta ad ammirare la Germania come paese civile, consapevole e attento all’ambiente. Dopo decenni, anche l’Italia sta finalmente muovendo i primi passi in questa direzione.

Il vuoto a rendere in Germania

Il meccanismo dello Pfand è legiferato dal 1991 e con il tempo è cresciuto in efficienza così tanto da diventare per i tedeschi un vero e proprio stile di vita. A oggi la legge che regola questo sistema è ancora quella del 2006, a riprova della lungimiranza tedesca nel pensare a lungo termine in tema ambientale. Secondo questa regolamentazione tutti i rivenditori di bibite sono obbligati a riconoscere lo Pfand, accentando anche il reso che non è stato acquistato in quella stessa sede. Alcuni supermercati ritirano addirittura ogni tipo di vuoto, attirando così i cosiddetti Pfandsammler, ovvero i collezionisti di Pfand: si tratta generalmente di indigenti che girano per la città con grandi buste o carrelli per raccogliere le bottiglie lasciate per strada o nei cestini e poi raccoglierne la cauzione. Anche in questo caso il sistema ha solo risvolti positivi: quello di ripulire la città dai rifiuti e velocizzare il loro processo di smaltimento. Nelle grandi realtà come Berlino, molte persone lasciano di proposito bottiglie in giro in modo da aiutare i più bisognosi e permettere loro di guadagnare qualcosa dal sistema di vuoto a rendere.

Il vuoto a rendere in Italia

Il nostro Paese sembra invece procedere a rilento nell’introduzione di questa pratica, faticando a far ripartire ciò che un tempo paradossalmente funzionava molto bene. Infatti in Italia il sistema di vuoto a rendere era ampiamente utilizzato fino all’inizio degli anni sessanta, ovvero prima che il consumo di plastica si trasformasse in un vero e proprio abuso, e quindi che il riutilizzo venisse sostituito dall’usa e getta. L’acquirente pagava il prodotto con una cauzione aggiuntiva sul contenitore che veniva restituita una volta riportato, altrimenti ci si poteva rifornire del prodotto senza pagare un’ulteriore quota. Il recente Decreto Semplificazioni, diventato legge a fine luglio 2021, prevede però l’introduzione a partire dal 2022 di un sistema di restituzione con cauzione e di riutilizzo degli imballaggi di alluminio, plastica e vetro simile a quello tedesco. È prevista perciò la reintroduzione di questo vecchio meccanismo ormai dimenticato dagli italiani, riuscendo finalmente a implementare la direttiva europea antiplastica.

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