La guerra accelera la corsa alle energie rinnovabili in Germania: gli scenari

Energie rinnovabili in Germania, il piano del governo: entro tredici anni essere autonomi dai rifornimenti russi

Gas, petrolio e carbone sono le fonti di energia che la Germania si è procurata finora dalla Russia rendendosi, assieme a molti altri paesi europei, dipendente dal Paese guidato da Vladimir Putin. Come ha scritto su Twitter Oliver Krischer, il sottosegretario di Stato parlamentare presso il Ministero degli Affari Economici e del Cambiamento Climatico, “armandoci di molto impegno sarà possibile raggiungere una fornitura di energia elettrica completamente rinnovabile già dal 2035“. La scelta, spiega, è ambivalente: ciò non solo permetterebbe alla Germania di diventare indipendente dal presidente russo, ma si tratterebbe anche di un punto in più nella protezione dell’ambiente. Le energie rinnovabili, sono di fatto, diventate ancora più prioritarie nell’agenda politica tedesca.

La strategia adottata per aumentare le energie rinnovabili in Germania

Questo balzo in avanti è sorprendente dato che, come aveva riportato il Süddeutsche Zeitung, il completo affidamento alle energie rinnovabili non era previsto fino al 2050 al più tardi. Un emendamento alla legge sulle fonti di energia rinnovabile (EEG) con obiettivi iniziali e misure per un’espansione accelerata, invece, era stato completato e veniva coordinato con altri ministeri già venerdì scorso. Turbine eoliche con una capacità da 100 a 110 gigawatt che devono girare entro il 2030, impianti solari di 200 GW – circa quattro volte lo stock attuale- e 30 per il mare: questo il piano per l’accelerazione dell’espansione degli impianti. Dunque, oltre ad effettuare queste pianificazioni, il governo Scholz attuerà delle misure concrete per il loro sviluppo, quali tassi di sovvenzione per gli impianti solari nei privati e l’adozione di contratti di differenza per porre fine alla manipolazione dei prezzi da parte degli operatori nel settore dell’elettricità verde. Unica pecca: il ministero non è riuscito a far entrare nel progetto l’accelerazione del cosiddetto repowering dei parchi eolici onshore, ovvero la sostituzione delle turbine eoliche più vecchie e più piccole nello stesso sito con altre più grandi e più potenti. L’ostacolo a questa efficace strategia di accelerazione della transizione energetica risiede nel fatto che il ministero non può anticipare i cambiamenti necessari in quello che è l’ancora dolente tasto del diritto edilizio.

Il ‘verde’ che da sempre accompagna Olaf Scholz

“Fermare il cambiamento climatico è un compito umano. Voglio quindi che la Germania diventi neutrale dal punto di vista climatico al più tardi entro il 2035”- è proprio ciò che si può leggere nel sito ufficiale dell’SPD, il partito socialdemocratico,  tra gli obiettivi principali dell’attuale governo tedesco. Buon per lui e per tutti noi se riuscirà davvero a realizzare anticipatamente i suoi obiettivi, poiché, come continua Scholz nell’illustrazione della sua politica ambientale, “non è sufficiente formulare una domanda elevata la domenica se non si forniscono le turbine eoliche necessarie, le linee elettriche o più stazioni di ricarica per le auto elettriche il lunedì”. Ora che il governo Putin si sta rivelando sempre meno corrispondente agli ideali europei, quale momento migliore per slegarsene?

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Foto di copertina Energie rinnovabili ©distelAPPArath da Pixabay