Centrale nucleare in Baviera, governo: “Bisogna aggiustarla se vogliamo tenerla aperta”
Il governo federale è costretto a riesaminare i piani per il mantenimento in funzione della centrale nucleare in Baviera Isar 2 a seguito di un danno al reattore. Non ci sono rischi per la sicurezza.
L’operatore della centrale nucleare Isar 2, Preussen Elektra, ha informato il governo di una perdita a una valvola del reattore. Non ci sarebbero rischi per la sicurezza della centrale, ma una riparazione si rende necessaria nel caso la centrale nucleare venga tenuta in attività come riserva di emergenza.
La centrale è stata designata come una delle due da tenere in funzione per assicurare il rifornimento di energia al Paese. Ora, il governo dovrà rivedere quanto programmato.
Il piano per far fronte alla crisi energetica
Situata nella parte meridionale della Baviera, la centrale nucleare Isar 2 doveva essere messa fuori servizio entro la fine del 2022, nel contesto del progressivo abbandono del nucleare deciso definitivamente dal governo Merkel nel 2011. Con il taglio dei rifornimenti di gas russo e la conseguente prospettiva di un’imminente crisi energetica, era sorta la possibilità di posticipare la chiusura delle ultime tre centrali operative presenti sul territorio tedesco.
All’inizio di settembre il compromesso tra le parti: il vice cancelliere Robert Habeck, dei Verdi, ministro per gli affari economici e del clima, annuncia il rinvio della chiusura di due delle tre centrali. Il programma energetico per l’inverno prevede il mantenimento delle centrali Isar 2, in Baviera, e Neckarwestheim, in Baden Württemberg, almeno fino alla primavera 2023 come riserva di emergenza.
In sospeso la riparazione di Isar 2
Il guasto a Isar 2 pone il programma di fronte alla prima difficoltà. La centrale infatti potrebbe continuare a funzionare per questi ultimi tre mesi senza alcun rischio per la sicurezza. Tuttavia, l’operatore Peussen Elektra, sussidiaria di E.ON, ha dichiarato la necessità di un intervento di riparazione nel caso in cui Isar 2 debba rimanere in funzione più a lungo.
La riparazione implicherebbe una settimana di arresto dell’impianto. Come riportato da Der Spiegel, l’intervento sarebbe indispensabile già ad Ottobre: Peussen Elektra ha sottolineato che già in Novembre la reattività sarebbe troppo bassa per poter riavviare l’impianto dall’arresto.
Il Ministero federale dell’Ambiente, così come quello dell’Economia, stanno esaminando la nuova situazione e le sue implicazioni per l’attuazione del piano di riserva energetica.
Le controversie sul nucleare in Germania
Il dibattito riguardo il nucleare è sempre stato molto acceso all’interno della Bundesrepublik. Le sue radici risalgono alla fine degli anni ’50, dopo la costruzione delle prime centrali nucleari di ricerca e la conseguente nascita di mobilitazioni antinucleare. Con il sopraggiungere degli anni ’70 e una nuova coscienza ambientale, il movimento antinucleare assunse sempre più rilevanza mediatica. Intorno al tema si acuirono i conflitti sociali, specialmente nel territorio dell’Alto Reno.
Tuttavia, dopo la crisi petrolifera, il governo federale intensificò l’espansione dell’energia nucleare, vista come unica soluzione politica energetica. Il dibattito si concentrò quindi sui problemi “reali” correlati, come la questione della gestione delle scorie nucleari. La nascita del partito politico dei Verdi, la sua entrata nel Bundestag, Chernobyl e la sempre più diffusa partecipazione ai movimenti di protesta, furono elementi decisivi per la spinta verso l’abbandono del nucleare.
Dopo l’apertura politica al dibattito e una linea di azione discostante, solo nel 2011 il governo Merkel dichiarò l’uscita della Germania dal nucleare con la fine del 2022. Oggi, con l’acuirsi della crisi, sembra esserci un’altra inversione di rotta, che riapre il dibattito e pone di fronte a controversie molto simili a quelle affrontate in passato.
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Immagine di copertina: foto di jplenio