Nach Brustabnahme: Elliot Page ist happy mit seinem Body! | Promiflash - Screenshot from Youtube

Alla Berlinale il film italiano Nel mio nome, a produrre è Elliot Page

Elliot Page prenderà parte come produttore esecutivo al docufilm sulla transizione di genere Nel mio nome diretto dal regista italiano Nicolò Bassetti che verrà presentato alla prossima Berlinale, Festival Internazionale del cinema di Berlino

L’attore, produttore e attivista Elliot Page ha annunciato nelle scorse ore che sarà il produttore esecutivo di Nel mio nome, docufilm diretto dall’italiano Nicolò Bassetti che affronta il tema della transizione di genere. Il documentario intreccia le storie di quattro personaggi che decidono di intraprendere un percorso di transizione dal genere femminile a quello maschile. Nel mio nome si modella sull’intima esperienza del regista: la transizione del figlio Matteo, che gli ha fornito la giusta sicurezza e sensibilità per poter raccontare questa storia. Elliot Page, attore transgender, è rimasto estremamente colpito dalla prospettiva con cui questa tematica è stata affrontata e per questo ha deciso di unirsi al progetto, comunicando la sua partecipazione nelle ultime ore. Elliot Page (ex Ellen Page), star di famosissimi film come, tra gli altri, Juno e Inception o la serie The Umbrella Academy, ha annunciato pubblicamente la sua identità trans nel 2020 e da quel momento è un esempio per la comunità LGBTQ+. Page è stato il primo uomo transgender ad apparire sulla copertina di Time. Il film verrà presentato in anteprima mondiale nella sezione Panorama alla prossima edizione della Berlinale che si terrà dal 10 al 20 febbraio 2022.

Nel mio nome, trama e produzione del film

Il docufilm Nel mio nome racconta le storie di Raff (23 anni), Andrea (25), Leo (30) e Nico (33) sullo sfondo della città di Bologna. I quattro amici hanno origini differenti e si trovano in diverse fasi della loro vita, ma sono uniti da uno stesso percorso di transizione di genere da femminile a maschile. Il documentario segue le loro vicende giorno per giorno: il coraggio, la paura e gli ostacoli posti da un mondo rigidamente binario sono raccontati con una sensibilità disarmante velata di una dolce ironia che donano al film un taglio intimo e personale, riuscendo allo stesso tempo ad essere universalmente condivisibile.
Nel mio nome è prodotto da Nuovi Paesaggi Urbani, la società fondata da Bassetti, produttrice anche di Sacro Gra, progetto sviluppatosi in un libro, una pièce, una serie di conferenze, una mostra fotografica e un film premiato con il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia del 2013. La stessa casa ha prodotto nel 2016 Magnifiche Sorti nelle versioni di pièces teatrali e di documentario, sotto la direzione di Bassetti. Anche la casa di produzione e agenzia Art of Panic fa parte della produzione.

La complessità emotiva della transizione raccontata in un documentario

Quella della transizione di genere è un’esperienza talmente profonda e delicata da rendere il tema uno dei più difficili da poter trasformare in una pellicola che sia allo stesso tempo credibile e che permetta agli spettatori di immedesimarvisi. Se però a raccontarlo è chi in prima persona ha vissuto questa esperienza, il risultato è diverso. A confermarlo è il produttore esecutivo Elliot Page:

“Quello che rende Nel Mio Nome unico, è la sensibilità e l’attenzione con cui racconta, tutti i diversi pezzi che formano l’identità di una persona. È una meditazione sull’umanità trans e non ho mai visto un altro film come questo. Sapere che Bassetti si è sempre confrontato con suo figlio trans nel corso della lavorazione è una cosa bellissima per me, e penso che quell’esperienza di vita e quell’input siano chiaramente visibili nella prospettiva del film. Sono onorato di esserne parte e non vedo l’ora che lo vedano tutti.”

Nicolò Bassetti ha infatti affermato in risposta:

“L’esperienza personale di genitore mi ha permesso, come regista, di trovare la necessaria sicurezza per stabilire un rapporto intimo con i protagonisti di questa storia, costruito su fiducia e complicità. E per condividerne le emozioni. Sono grato a Elliot per la forza delle sue parole, che colgono, con l’efficacia dell’esperienza vissuta, la direzione del mio sguardo. E danno la forza al film di trovare la sua strada nel mondo”.

 

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