Robin Hood Store, il negozio di Berlino che divide gli utili con le ONG e combatte il capitalismo

Chiunque acquisti nel Robin Hood Store di Neukölln sostiene automaticamente progetti contro la povertà e il cambiamento climatico

É possibile fare shopping e, allo stesso tempo, combattere il capitalismo? La risposta è “Sì”, ma per farlo occorre andare a Neukölln. Proprio nel quartiere più alternativo di Berlino, al numero 15 di Altenbraker Straße, sorge il Robin Hood Store. La bottega, di soli 65 mq, condividendo l’ideologia dell’omonimo eroe della foresta di Sherwood, dona il 100% dei profitti ad associazioni che lottano contro il cambiamento climatico e la povertà. Verdura fresca, frutta, pane, e ogni tipo di alimento biologico, così come carta igienica e assorbenti, attendono i clienti sugli scaffali in legno e dietro al bancone. Il tutto immerso in un’atmosfera da negozio di paese, pur rimanendo nel cuore di Berlino. L’idea alla base è molto semplice: chiunque può fare acquisti, ma i membri acquistano a un prezzo inferiore. Ogni prodotto porta quindi due prezzi, uno maggiore per i clienti senza abbonamento e uno ribassato del 20%, per gli abbonati. Per diventare membro occorre fare volontariato per tre ore al mese oppure donare mensilmente al negozio l’un percento del proprio reddito. Ogni nuovo socio dovrà inoltre versare un deposito iniziale di 60€, che potrà essere utilizzato per acquistare la merce del negozio per un periodo di 12 mesi.

 

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Robin Hood Store: il desiderio di un’economia sostenibile

Il primo negozio è stato aperto a Eberswalde nel 2019, in via sperimentale. Poco dopo ha seguito una bancarella nel mercato di Herrfurthplatz, dove i clienti di Neukölln hanno iniziato a familiarizzare con la filosofia del negozio. Da qui l’apertura ufficiale del negozio in Altenbraker Straße, nel novembre 2019. Mattis Steib e Jurek Katz, compagni di stanza e co-fondatori  del progetto, si augurano che in futuro il Robin Hood Store possa diventare una catena in grado di competere con le aziende orientate al profitto.  I suoi punti di forza sarebbero sia i prezzi più competitivi rispetto agli altri negozi biologici (anche per i non membri), che l’impegno concreto nel risolvere questioni di prim’ordine nel mondo. “Non vogliamo solo capovolgere l’industria alimentare, ma l’economia nel suo insieme e sostituire il capitalismo con un sistema socio-ecologico”, ha spiegato Steib. Il Robin Hood Store offrirebbe alle persone l’opportunità di contribuire a un cambiamento reale. “Raccogliamo persone che capiscono che il cambiamento non viene dal parlare, ma dal fare”, si legge sul sito. La scelta di donare tutti i profitti dovrebbe servire d’esempio per le altre aziende. Difatti se solo il 3,4% delle industrie donasse i propri ricavi,  non esisterebbe più la povertà estrema nel mondo.

 

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La maggior parte dei profitti è stata reinvestita

Nel suo primo anno di vita a Herrfurthplatz il progetto contava circa 80 membri. All’apertura del negozio a Neukölln,  si potevano invece contare più di 600 soci. Secondo quanto raccontato da Steib,  quando molti di coloro che sono entrati nel negozio, sapevano già cosa stava succedendo e, per questo,  volevano registrarsi subito. Già dopo il primo mese di vita il fatturato del negozio ammontava a 30.000 euro, con un utile di  circa 5.000 euro. Di questi, solo 260 euro sono stati effettivamente donati alle organizzazioni umanitarie. Come conciliare questa scelta con la decisione di donare il 100 percento dei profitti? I soldi guadagnati sono stati immediatamente reinvestiti per continuare a crescere. Difatti il Robin Hood Shop pensa in grande e punta alla crescita. Il prossimo negozio è attualmente in preparazione a Kreuzberg, mentre per l’estate è prevista l’apertura di uno store online.

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In copertina:  Foto di ErikaWittlieb da Pixabay