Madre con figlio morto, storia e significato della statua dentro la Neue Wache su Unter den Linden

La pietà di Käthe Kollwitz nella Neue Wache

La collocazione della pietà di Käthe Kollwitz nella Neue Wache risale ai tempi dell’unificazione Tedesca ed offre ai visitatori uno spettacolo piuttosto suggestivo. La statua si trova al centro di una grande stanza vuota, illuminata solamente da un oculo che, posizionato sul soffitto,  permette alla luce solare di celebrarne dall’alto la drammaticità. Scopriamo insieme la storia ed il significato dietro all’opera di una famosissima artista Tedesca.

La Neue Wache su Unter den Linden

Se vi è mai capitato di passeggiare ad Unter den Linden, nel cuore di Berlino, avrete sicuramente notato un grande tempio dalle sembianze neoclassiche, con tanto di colonne doriche ed un frontone decorato. Non si tratta certo di una riproduzione del Partenone ma bensì della Neue Wache, un monumento che a partire dalla sua costruzione nel 1818 ha svolto una moltitudine di ruoli diversi. Sede della Guardia Reale durante la monarchia, fu designato a monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale durante la Repubblica di Weimar ed infine intitolato ai combattenti antifascisti e alle vittime dei campi di concentramento durante il regime della DDR. Oggi quest’opera architettonica di Karl Friedrich Schinkel è dedicata a tutte le vittime della guerra e della tirannia ed ospita al suo interno una replica della famosa Pietà di Käthe Kollwitz, raffigurante una madre che piange il figlio morto. La scultura che si trova dentro alla Neue Wache è stata infatti realizzata dallo scultore Harald Haacke, mentre la scultura originale può essere visionata in piccolo formato nella mostra permanente del Käthe Kollwitz Museum Berlin.

 

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Madre con figlio morto: il significato

L’intento artistico della Kollwitz è quello di esprimere l’eterna tragedia delle morti causata dalla guerra. In particolare, quest’opera si focalizza sulla condizione delle madri che durante la guerra dovettero assistere impotenti al sacrificio dei propri figli per la patria. Il significato dell’opera può essere compreso più profondamente considerando un dato biografico dell’autrice: nel 1914 Käthe vide il proprio figlio diciottenne, Peter, partire come volontario per il fronte e morire appena 10 giorni dopo durante una battaglia di trincea. Questo evento traumatico gettò la Kollwitz in una depressione profonda che la spinse ad esplorare attraverso la sua arte i sentimenti di dolore, perdita e rassegnazione che caratterizzano le popolazioni coinvolte nella guerra. Il giorno dell’anniversario della morte del figlio, Kollwitz scrisse nel suo diario: “Sto lavorando ad una piccola scultura che ormai è diventata una specie di pietà. Il mio non è più dolore ma riflessione”.

Storia della Kollwitz, un’artista segnata dalla guerra

La vita di Käthe Schmidt Kollwitz (1867-1945) è stata drasticamente segnata dai due conflitti mondiali che la pittrice e scultrice visse in prima persona. Se la Grande Guerra pose fine agli anni della sua giovinezza spensierata e le strappò il marito ed il figlio minore, il Terzo Reich pose quasi fine alla sua carriera artistica. Aperta sostenitrice di ideali pacifisti e filo-socialisti, la Kollwitz si salvò dalla deportazione solo grazie alla sua fama artistica di livello internazionale. Rimase comunque un personaggio scomodo per il regime nazista e, in seguito all’ascesa di Hitler, tutte le sue opere vennero sequestrate e rimosse dai musei, mentre la stessa Käthe fu costretta a dimettersi dall’Accademia d’Arte di Berlino (Akademie der Künste). Le opere sopravvissute sono oggi comunque ricordate ed esposte nei due Käthe Kolwitz Museum sorti a Colonia e Berlino che si assicurano che l’arte e la memoria di questa grande donna ed artista non vengano dimenticata.

Immagine di copertina da: unsplash

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