La Germania guarda al futuro: 1 miliardo di € d’investimento Bosch per nuovo impianto di microchip
Nuovo impianto nella Silicon Saxony: la Germania reagisce alla crescente domanda di semiconduttori espandendo i suoi impianti di produzione.
La Bosch, società tedesca di ingegneria, ha da poco ufficializzato l’apertura di nuovo impianto di semiconduttori appena a nord di Dresda, nello stato della Sassonia. L’azienda ha investito circa 1 miliardo di euro in questo nuovo impianto di produzione: si tratta dell’investimento più oneroso in 130 anni di storia. Il ministro dell’Economia tedesco Peter Altmaier parla a proposito di una «nuova era» della microelettronica. Investimenti di questo tipo esprimono un chiaro orientamento della Germania a un futuro sempre più tecnologico, facendo della Silicon Saxony uno dei cluster di microelettronica più grandi d’Europa. Se attualmente l’industria della microelettronica è in crisi a causa della pandemia, l’investimento della Bosch ha, tra gli obiettivi, quello di rilanciare la produzione.
Il nuovo impianto di Dresda sarà attivo già alla fine del 2021
Bosch è l’ultima azienda rinomata a trasferirsi in Silicon Saxony, associazione industriale con sede a Dresda comprendente industrie di microelettronica, di semiconduttori, software e impianti fotovoltaici. I lavori di costruzione dell’impianto sono iniziati nell’estate del 2018 su un’area grande quanto 14 campi da calcio. Una delle particolarità di questo impianto è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI), combinata con l’Internet of Things (IoT), sistema di estensione della rete internet agli oggetti. Quando l’impianto di fabbricazione di Dresda sarà attivo si prevede che fornirà posti di lavoro a un massimo di 700 persone che monitoreranno la produzione e si occuperanno della manutenzione dei macchinari. Fino ad allora, diversi prototipi di microchip e circuiti integrati saranno sottoposti a ulteriori test prima di essere consegnati ai clienti. L’azienda, in particolare, punta alla produzione di microchip per l’industria automobilistica, rilanciando il mercato.
La Silicon Saxony: network high-tech nel cuore della Germania
Strizzando l’occhio al colosso californiano nella produzione di computer Silicon Valley, la versione tedesca si pone come uno dei maggiori cluster di microelettronica in Europa. Silicon Saxony è anche il nome di un’associazione che funge da piattaforma di comunicazione e cooperazione per i suoi membri. È composta infatti di circa 350 aziende associate, istituti di ricerca e università. Il network ha l’obiettivo di rafforzare, in Sassonia, la produzione economica nei settori della microelettronica, nell’ottica di migliorare la posizione della regione a livello europeo e internazionale. Il suo amministratore delegato, Frank Bösenberg, ha dichiarato all’agenzia di stampa DPA che la Silicon Saxony ha visto una crescita continua dal 2009, citando circa 2.300 aziende con circa 60.000 dipendenti attive che l’anno scorso hanno generato ricavi di circa 16,5 miliardi di euro.
La crisi globale nel mercato dei microchip
L’investimento della Bosch e la creazione di un nuovo impianto nella Silicon Saxony rappresenta una mossa volta a rilanciare un settore in crisi. I microchip sono strumenti essenziali nella produzione di televisioni, smartphone, computer, frigoriferi… insomma, ogni oggetto tecnologico della nostra quotidianità. Si tratta di elementi che consentono di illuminare lo schermo di uno smartphone o un monitor, per esempio. Alla base della produzione di microchip c’è l’approvvigionamento di metalli rari come cobalto, litio, grafite, nickel, niobio, gallio, germanio, venadio e indio. Nell’anno della pandemia, la crescente domanda di prodotti elettronici, unita alle tensioni commerciali tra USA e Cina, ha messo in crisi le aziende e la catena di produzione. Tutti noi, costretti in casa dal lockdown, abbiamo fatto affidamento a computer, tablet, smartphone e televisioni per lavorare, studiare o trovare un momento di distrazione. Il conseguente aumento di acquisti in questo settore ha impattato negativamente sulla produzione globale.
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Immagine di copertina: CC0 Unsplash