Hertha Berlino, licenziato l’allenatore dei portieri pro Orbán contro adozioni gay e immigrazione
Zsolt Petry, allenatore dell’Hertha Berlino, è stato licenziato per le sue dichiarazioni sui diritti omosessuali e sul fenomeno migratorio in Europa, definito “un declino morale”
Durante un’intervista rilasciata lunedì 5 aprile 2021 al quotidiano ungherese di stampo nazionalista Magyar Nemzet, l’allenatore – anche lui magiaro – Zsolt Petry si è espresso contro le parole del giocatore del Lipsia Péter Gulácsi sui diritti delle famiglie omosessuali: «Non capisco affatto come l’Europa possa cadere così in basso moralmente e non mi piace vederne il declino. I politici liberali purtroppo condannano qualsiasi altro punto di vista: se non sei a favore delle migrazioni allora ti accusano immediatamente di essere razzista». Petry ha poi aggiunto non capire cosa abbia spinto il suo connazionale Gulácsi “a difendere gli omosessuali, i travestiti e le persone di altra identità di genere”. Dopo un giorno di discussioni, sia interne che soprattutto sui social, il club ha deciso il suo licenziamento.
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Il post di Gulácsi a favore dei diritti delle famiglie omosessuali e il licenziamento di Petry
La dichiarazione di Petry è avvenuto a seguito di un critico post su Facebook di Gulácsi sul divieto di adozioni per le coppie omosessuali imposto dal ministro ungherese Viktor Orbán a dicembre scorso. Il giocatore aveva postato una foto insieme a sua moglie, mostrando il simbolo LGBTQ+ . “Ogni persona ha diritto all’uguaglianza. Così anche ogni bambino ha il diritto di crescere in una famiglia felice – non importa da quante persone sia composta, di che colore sia la tua pelle, chi ami o in cosa credi […]. La cosa più importante è l’amore e la tolleranza verso gli altri”. Il CEO della squadra tedesca, Carsten Schmidt, ha dichiarato che le affermazioni dell’ormai allenatore non sono in linea con i loro valori. Petry si è in seguito difeso in un comunicato, scusandosi per le affermazioni controverse e affermando di rispettare la decisione presa dall’Hertha BSC.
Petry e la politica omofoba e nazionalista di Viktor Orbán in Ungheria
Il primo ministro ungherese, in carica dal 2010, è il leader di Fidesz – Unione Civica Ungherese, partito politico di stampo conservatore, ma sempre più tendente all’estrema destra. Il 16 dicembre 2020 ha modificato la Costituzione ungherese, esplicitando il divieto per le coppie omosessuali di adottare dei bambini. Il provvedimento si basa su una ridefinizione del concetto di famiglia, legalmente riconosciuta solo se eterosessuale: “la madre è una donna e il padre è un uomo”. L’emendamento, approvato con 123 voti a favore e 45 contrari, si inserisce in una linea politica di estrema destra basata su conservatorismo nazionale e su euroscetticismo, vicina alla destra conservatrice della Lega italiana. Nel giugno 2018 l’Ungheria ha approvato la legge “Stop Soros”, che prevede il reato di immigrazione clandestina e impone restrizioni all’operato delle ONG che aiutano migranti e richiedenti asilo.
Immagine di copertina: bandiera dell’Hertha BSC © Pixabay
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