Negli ultimi sei mesi la Germania ha già esportato armi per un valore maggiore di tutto il 2018

Nel 2019 le armi esportate da aziende tedesche superano il totale del 2018 e i cittadini non sono per niente a favore

Nei primi sei mesi del 2019 le esportazioni di armi delle aziende tedesche raggiungono l’ammontare totale dello scorso anno. Non una bella notizia quella che arriva anche grazie alla denuncia dell’esponente dei Verdi Omid Nouripour, esperto di politica estera per il partito green. Secondo i dati riportati, la Germania ha esportato armamenti per circa 5,2 miliardi di euro nei primi sei mesi di quest’anno, superando così il totale di 4,8 miliardi del 2018. Un recente sondaggio informa inoltre che l’81% dei cittadini tedeschi è fortemente contrario a contribuire in questo modo ai conflitti sparsi per il mondo.

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I destinatari degli armamenti tedeschi

Ciò che colpisce non è tanto la quantità, quanto i destinatari di queste armi. Il primo importatore di armi tedesche è, un po’ a sorpresa, l’Ungheria di Viktor Orban, politico autoritario salito agli onori della cronaca per la sua fermezza e intolleranza nei confronti dei migranti. Insomma, non certo il primo alleato politico della Germania guidata da Angela Merkel. Ma se il paese magiaro è un ufficiale alleato militare essendo parte della NATO, al secondo posto troviamo uno stato al di fuori dell’Alleanza Atlantica e il cui governo è perlomeno discutibile. Si tratta dell’Egitto guidato dal generale Al-Sisi che nel 2019 ha ordinato armamenti tedeschi per circa 800 milioni di euro. Le criticità più importanti fanno riferimento all’attuale conflitto in Yemen, che l’ONU ha da poco definito come la catastrofe umanitaria più grave attualmente in corso. I paesi maggiormente coinvolti sono lo stesso Egitto, assieme agli Emirati Arabi Uniti e all’Arabia Saudita, tutti stati che ricevono armi dalla Germania.

Il divieto imposto all’Arabia Saudita

Nell’ottobre del 2018, il governo CDU-SPD guidato dalla Merkel ha imposto un divieto di vendita di apparecchiature militari all’Arabia Saudita, in seguito all’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi avvenuto a Istanbul su ordine del regime di Riyad. Inizialmente previsto per sei mesi, è appena stato prorogato per altri sei e il massacro che vede l’Arabia Saudita in prima linea in Yemen ha avuto sicuramente un ruolo. Le proteste di Francia e UK contro il governo tedesco non hanno, per fortuna, fatto cambiare idea ad Angela Merkel. Nonostante questo però i contratti stipulati in precedenza rimangono validi e purtroppo molti altri paesi continuano a chiudere gli occhi e a supportare la strage Yemenita.

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Immagine di copertina:  Guerra, © ArmyAmber, CC0, da Pixabay.