Germania, l’inflazione corre. Mai così alta dal 1992

In Germania l’inflazione si alza alle stelle: da quasi trent’anni non si registravano valori così alti

A novembre l’inflazione tedesca è aumentata quasi del 6% su base annua. Si tratta dell’aumento maggiore dal 1992, dopo che a ottobre era aumentata del 4,6%. L’aumento dell’inflazione in Germania ha registrato il picco più alto da quasi tre decenni a causa degli alti costi energetici e delle strozzature nelle forniture. Infatti, l’impennata sui prezzi è accompagnata dalla crescita del costo dell’energia: ci sarebbe un +22% che affaticherebbe non solo i singoli consumatori, ma l’intero mercato. Infatti, l’innalzamento del tasso d’inflazione potrebbe danneggiare l’andamento dell’economia tedesca. La BCE generalmente cerca di mantenere il tasso di inflazione annuale nella zona Euro sotto al 2%, sebbene sia disposta ad accettare deviazioni temporanee da questo valore. Per ora i dati odierni sono ancora considerati temporanei, ma cosa succederebbe se i valori non dovessero scendere e la Germania fosse investita da un nuovo periodo di crisi? Per ora gli analisti sono fiduciosi. Secondo gli esperti, il picco del tasso d’inflazione riguarderà proprio gli ultimi mesi del 2021 e poi dovrebbe apprestarsi a diminuire.

 

Il costo dell’energia è aumentato

Se un aumento del tasso d’inflazione era già stato previsto da mercati e analisti a inizio anno – soprattutto in seguito all’erogazione di denaro immesso dalle banche centrali e governative per contrastare la crisi sanitaria -, la crisi del settore energetico non ha di certo aiutato. Si è registrato un forte aumento del costo dell’energia in Germania e si stima che le bollette saranno ancora più salate a partire dal 2022. La risoluzione della crisi del settore energetico dipende da equilibri geopolitici delicati e la dipendenza da Paesi rifornitori esterni all’UE è un fattore determinante in tal senso. Infatti, i prezzi dell’elettricità sono aumentati in tutta la zona euro. Questo è avvenuto a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime e dei costi per le aziende che producono energia.

La situazione coinvolge tutta l’eurozona

La Germania, che ha l’economia considerata più solida dell’eurozona, deve quindi affrontare un rincaro dei prezzi di tutti beni e in particolare dell’energia. Tuttavia la situazione coinvolge anche altri Paesi europei. L’inflazione sta salendo ormai da diversi mesi ininterrottamente nei Paesi dell’eurozona. Gli analisti dell’Unione Europea stimano che a novembre si sia raggiunto il massimo valore del tasso dal 1997. Secondo il Wall Street Journal, l’aumento dell’inflazione sarebbe compreso tra il 4,1% e il 4,5% su base annua. Una particolare influenza sull’andamento dei mercati l’ha avuta il sistema della supply chain: la crisi del sistema dei trasporti e dei rifornimenti ha contribuito all’aumento dei prezzi. Non solo nei mesi di pandemia la produzione è diminuita e l’emissione di denaro è aumentata, ma il settore dei trasporti, bloccato dalle restrizioni e dai lockdown, ha subito dei forti rallentamenti. La produzione e le forniture non sono riuscite a stare al passo della domanda.

 

Le dichiarazioni della BCE

Per ora, l’aumento del tasso d’inflazione è inteso dalla Banca Centrale Europea ancora come un incremento temporaneo. La presidente della BCE Christine Lagarde ha dichiarato che per il momento non verranno aumentati i tassi d’interesse, cioè i tassi ai quali la BCE presta soldi alle altre banche. Infatti, la Banca Centrale ha mantenuto tassi bassi per favorire la ripresa economica dopo la crisi dovuta alla pandemia. Tuttavia, gli effetti dell’innalzamento dei prezzi si sentiranno maggiormente nei prossimi mesi. Soprattutto se ci saranno ulteriori restrizioni – e dunque ulteriori rallentamenti al sistema economico – i governi europei potrebbero affrontare un momento tanto critico quanto quello del periodo post 2008.

 

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Immagine di copertina: Denaro e inflazione, foto di Ibrahim Boran, Unsplash, CC0.