È atterrato il primo aereo di evacuati afgani in Germania
Il primo aereo di evacuati da Kabul atterra in Germania a Francoforte. In collaborazione per coordinare il salvataggio l’esercito e la Lufthansa
Il primo aereo con 131 evacuati afgani è atterrato mercoledì 18 agosto a Francoforte. La Germania aveva inviato aerei militari già domenica sera per l’operazione. Dall’aeroporto di Kabul le persone sono state portate a Tashkent, capitale dell’Uzbekistan, dove la Lufthansa ha messo a disposizione voli speciali per la tratta fino alla Germania. La compagnia afferma che continuerà a rendere disponibili voli nei prossimi giorni “nel contesto di un corridoio aereo e in accordo con il governo tedesco”. Il piano di salvataggio prevede partenze anche da Doha, capitale del Qatar, e da altri paesi vicini.
900 evacuati
In totale le persone evacuate da Kabul e sulla strada per la Germania sono 900. In pochissime ore si è dovuto mettere a punto un piano di evacuazione dalla capitale in mano ai talebani. Martedì ha lasciato la città un altro aereo con il personale dell’ambasciata tedesca in Afghanistan. È atterrato all’aeroporto di Berlino Schönefeld. A questo va aggiunto un terzo aereo militare A400M partito da Kabul martedì, con a bordo 139 persone dirette per il momento a Tashkent. I numeri sono aumentati dopo le forti critiche al governo tedesco che aveva fatto partire un primo aereo con solo 7 persone a bordo.
#Bundeswehr hat bisher 900 Menschen aus #Afghanistan evakuiert – Gerettete berichten von Schrecken und Gefahr in #Kabul. https://t.co/rCNbNIzkub
— Tagesspiegel (@Tagesspiegel) August 19, 2021
Il piano di salvataggio
La precedenza è per il momento data ai cittadini tedeschi e agli afgani che hanno lavorato a fianco dei militari tedeschi in questi anni. Ma le maggiori testate giornalistiche e i media tedeschi hanno inviato un appello ad Angela Merkel per far partecipi al corridoio aereo anche i giornalisti afgani, che rischiano la vita dopo aver documentato le fasi più drammatiche del conflitto. La Merkel si era espressa lunedì, dopo la presa della capitale, con queste parole “Stiamo vivendo ore amare. Ma ora dobbiamo concentrarci sul salvataggio”. Parole che fanno ben sperare. Di contro però, riporta il Der Spiegel, gli operatori di GIZ (agenzia di sviluppo tedesca che fornisce servizi nell’ambito della cooperazione internazionale) stanno ricattando il personale locale. La scelta è lasciare indietro i figli adulti o restare.
Die Bundesregierung hat versprochen, Ortskräften in #Afghanistan unbürokratisch zu helfen. Nach SPIEGEL-Informationen stellen die Entwicklungshelfer der GIZ die Ortskräfte aber vor die Wahl: erwachsene Söhne zurücklassen – oder bleiben. https://t.co/EF5gIzSXeZ
— DER SPIEGEL (@derspiegel) August 19, 2021
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Immagine di copertina: Screenshot da Youtube