Blitz internazionale: 800 arresti tra i clan della criminalità organizzata tra Germania e altri 15 Paesi
L’operazione Trojan Shield contro la criminalità organizzata, coordinata dall’FBI americana, ha portato all’arresto di 800 sospettati in più di 16 Paesi, tra cui la Germania. Per oltre 18 mesi, gli investigatori avevano intercettato telefonate e comunicazioni delle bande.
Tutto è iniziato quando gli agenti sotto copertura hanno piazzato telefoni falsificati in più di 300 clan, tra cui la mafia italiana, le bande automobilistiche e i contrabbandieri internazionali della droga. Ma i telefoni, che dovevano essere crittografati, erano collegati a una rete di telecomunicazioni creata dall’FBI. L’indagine ha salvato la vita di un centinaio di persone, ha dichiarato Calvin Shivers dell’FBI statunitense all’Aia. L’agenzia governativa era riuscita ad attirare i criminali sulla piattaforma di criptovalute “Anom”, che gestiva in segreto. Secondo quanto riportato a Tagesspiegel da Benjamin Krause, procuratore del pubblico ministero di Francoforte sul Meno, l’FBI avrebbe informato le autorità tedesche solo un mese fa. In seguito all’Ufficio federale di polizia criminale è stata fornita la tecnologia per ascoltare le comunicazioni dei criminali attraverso i telefoni criptati. “I criminali parlavano abbastanza apertamente perché credevano di non poter essere intercettati”, ha dichiarato Krause.
Le autorità tedesche definiscono l’operazione una “miniera d’oro”
La polizia tedesca ha arrestato oltre 70 sospettati come parte di un raid mondiale contro il crimine organizzato. L’operazione si è concentrata sull’Assia, dove più di 60 persone dell’ambiente della droga sono state arrestate durante le ricerche iniziate lunedì. Secondo la procura dell’Assia, però, le misure sono ancora in corso. In Germania le forze di polizia hanno perquisito lunedì oltre 100 appartamenti, magazzini e locali commerciali. In Assia, due diversi gruppi sono indagati in due procedimenti preliminari. Si tratta di 19 giovani del distretto di Main-Kinzig, accusati di commercio illegale di droga. Il secondo gruppo coinvolge 16 accusati della zona del Reno-Meno. Si dice che abbiano portato in Germania grandi quantità di droga dall’estero, utilizzando auto appositamente progettate. Virginie Wegner, portavoce della polizia criminale dell’Assia, ha fatto sapere che 37 auto di grande valore sono state sequestrate per essere esaminate. I trafficanti di droga avrebbero predisposto le auto per nascondervi grandi quantità di droga in modo da non essere viste o rilevate dai cani antidroga. Oltre alle auto e ai dispositivi informatici, sono stati sequestrati anche oltre 120 kg di marijuana, 25 kg di hashish, oltre 6mila piante di cannabis, 3 kg di eroina, circa 1 kg di cocaina e 100 kg di diluenti, oltre 30 kg di anfetamine e 15 bombolette di anfetamine, ma anche diverse armi da fuoco.
Le unità coinvolte nell’operazione
L’Europol ha tenuto una conferenza stampa martedì scorso per comunicare il successo dell’operazione Trojan Shield. L’intervento ha coinvolto le forze dell’ordine di tutto il mondo che hanno collaborato per smascherare le attività criminali organizzate. Jean-Philippe Lecouffe, vicedirettore esecutivo di Europol, ha dichiarato: “questa operazione di polizia è eccezionale per i suoi risultati globali”. Le agenzie coinvolte “hanno realizzato una delle più grandi e sofisticate operazioni di polizia fino ad oggi nella lotta contro le attività criminali crittografate”, ha aggiunto. Calvin Shiver della divisione investigativa criminale dell’FBI ha anche fatto sapere che “il successo dell’operazione Trojan Shield è il risultato di un’enorme innovazione, dedizione e collaborazione internazionale senza precedenti”. L’operazione è stata infatti condotta dall’FBI statunitense, dalla Drug Enforcement Administration (FDA) degli Stati Uniti, dalla polizia della Svezia e dei Paesi Bassi, ed è stata coordinata da Europol. Oltre 700 case sono state perquisite, mentre sono state sequestrate tonnellate di droga, grandi quantità di denaro, gioielli e armi.
L’applicazione ANOM: cos’è e che ruolo ha avuto
L’FBI e la polizia federale australiana hanno progettato la piattaforma ANOM per soddisfare le esigenze delle bande del crimine organizzato. Avevano infatti notato un’enorme domanda di comunicazioni criptate, ma solo offerte volatili. Già lo scorso anno, la polizia europea si era infiltrata nella rete di comunicazioni criptate EncroChat, utilizzata dalle bande criminali di tutto il continente. All’inizio di quest’anno, invece, il Belgio ha arrestato decine di sospetti dopo che la polizia ha scoperto Sky ECC, un altro sistema di chat criptato. Le autorità hanno inoltre sequestrato oltre 17 tonnellate di cocaina. L’applicazione ANOM è stata l’esca perfetta per attirare con successo le bande criminali. Ha infatti finito per servire più di 12mila dispositivi appartenenti a 300 organizzazioni criminali in oltre 100 paesi. Tra queste, la mafia italiana, bande di motociclisti e trafficanti di droga internazionali. I gruppi che hanno iniziato a usare il servizio ANOM hanno di fatto messo le loro comunicazioni e i loro piani nelle mani delle forze dell’ordine. Dopo la caduta di Sky ECC, le bande sono passate in massa alla nuova piattaforma, permettendo all’FBI e ad altre agenzie in tutto il mondo di venire a conoscenza dei piani e delle attività delle organizzazioni criminali.
Le prime dichiarazioni di Australia e Nuova Zelanda
Per via del fuso orario, l’Australia e la Nuova Zelanda sono state le prime a rilasciare informazioni più complete nella giornata di martedì. “Le comunicazioni criptate – che presumibilmente includevano complotti per uccidere, traffico di droga di massa e distribuzione di armi – sono state decriptate da una piattaforma gestita segretamente dall’FBI”, ha dichiarato la polizia federale australiana. La piattaforma si è diffusa con il passaparola tramite inviti nei circoli del crimine organizzato. La polizia australiana ha arrestato 224 persone, che ora devono affrontare più di 526 capi d’accusa. Ha anche chiuso sei laboratori clandestini di droga e sequestrato armi da fuoco, oltre a decine di milioni di dollari in contanti. “Riteniamo che siano membri di bande di motociclisti fuorilegge, mafia australiana, organizzazioni criminali asiatiche e gruppi di criminalità seria e organizzata – ha detto Reece Kershaw, commissario della polizia federale – crediamo che abbiano trafficato droghe illecite in Australia su scala industriale”. L’operazione “ha inferto un duro colpo alla criminalità organizzata, non solo in questo paese, ma in tutto il mondo”, ha commentato Scott Morrison, primo ministro dell’Australia.
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