Uno su 4 non vuole più tornare a lavorare nella gastronomia a Berlino

Lavorare nella gastronomia a Berlino. Molti dipendenti del settore hanno deciso di cambiare lavoro: è crisi di personale per i gestori di ristoranti, bar e pizzerie.

Uno degli argomenti più discussi in questo periodo in Germania è il mercato del lavoro gastronomico. Dopo un anno di pandemia e di conseguenti restrizioni economiche per dipendenti e gestori di imprese, negozi e ristoranti, l’allentamento delle restrizioni ha permesso una graduale, ma continua riapertura di molti esercizi commerciali. Ma il settore gastronomico, in particolare a Berlino, si trova ora di fronte a un paradosso: se sono sempre di più i posti di lavoro disponibili, a mancare è il personale. Lo conferma un reportage del Financial Time (che ha interpellato solo gastronomi che fanno contratti regolari, niente nero) e tanti media locali. Si stima che l’industria gastronomica nella capitale tedesca abbia perso almeno un quarto della sua forza lavoro: mancano cuochi, camerieri, pizzaioli, lavapiatti. E le motivazioni principali riguardano le condizioni di lavoro: la cassa integrazione, che integra le ore di lavoro tagliate a causa della chiusura, non è spesso sufficiente per i molti lavoratori colpiti dalla crisi. Non solo: mancano tanti lavoratori stagionali che a Berlino passavano solo l’estate.

Lavorare nella gastronomia a Berlino: la crisi del settore

Tra il 2020 e il 2021, il lockdown a Berlino ha influito in modo drammatico sul mercato del lavoro. La chiusura di numerosi esercizi commerciali della gastronomi come ristoranti, bar, locali e pizzerie ha fatto perdere circa 10.000 posti di lavoro e messo alla porta circa 5.600 lavoratori di mini-jobs. L’industria gastronomica risente ora di una scarsa efficacia nella gestione delle esigenze del personale dipendente. In molti hanno infatti deciso di cambiare lavoro e abbandonare il settore gastronomico, in particolare i lavoratori qualificati come gli chef e, se si parla di gastronomia italiana, i pizzaioli come emerso da nostre ricerche all’interno del network True Italian Food. Il Kurzarbeitergeld, la cassa integrazione per i lavoratori a orario ridotto, non basta. Per i camerieri, inoltre, manca una parte importante dell’entrata economica costituita dalle mance.

Lavorare nella gastronomia a Berlino: a mancare sono soprattutto chef e pizzaioli

Gli chef, in particolare, sono la figura professionale che manca di più nei ristoranti di Berlino. Daniel Schade, Vice-Chef dell’Associazione degli chef di capitale di Berlino, guarda alla situazione con sconcerto: «Gli chef sono la spina dorsale di un buon ristorante. Idealmente, gli ospiti vanno in certo posto rispetto a un altro perché il cibo è migliore». Ma le loro condizioni di lavoro, spiega Shade, non sempre sono adeguate. Turni di lavoro stressanti, temperature in cucina che in estate raggiungono i 45-50°, domeniche e giorni festivi occupati. Gli aiuti economici durante il Covid, poi, non sono stati sufficienti: «Su uno stipendio di 2000 euro, il 60-70% pagato dalla cassa integrazione non è molto. E molti di loro hanno deciso di cambiare lavoro: alcuni di loro si sono resi conto che le retribuzioni orarie in altri settori sono simili. E magari gli orari di lavoro migliori. Questo è del tutto comprensibile», ha detto Shade.

Lavorare nella gastronomia a Berlino: aumentano le offerte, ma mancano i candidati

Sulla piattaforma Stepstone, il numero di nuove posizioni pubblicizzate nel settore della ristorazione a Berlino è stato del 47% in più rispetto all’ultimo trimestre del 2020. «Possiamo vedere chiaramente che i ristoratori sono alla disperata ricerca di personale», afferma Tobias Zimmermann, esperto di mercato del lavoro. Il caso di Zenjob è invece un po’ diverso. La start-up berlinese specializzata nel collocamento di studenti, registra una domanda di lavoro ancora bassa. Attualmente al 26% dal settore della ristorazione rispetto a giugno 2019. Ma Fritz Trott, CEO di Zenjob, si aspetta un rapido aumento a causa degli ulteriori allentamenti delle restrizioni. «Presumo che il fabbisogno di personale sarà maggiore rispetto a prima della crisi», ha affermato.

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Immagine di copertina: © Danielle Rice, CC0 Unsplash