Mercato polacco, screenshoot da Youtube, https://www.youtube.com/watch?v=2n1sI71rIZ0

La storia del leggendario mercatino polacco di Potsdamer Platz dopo la caduta del Muro

Durante la caduta del muro, nel 1989 e nel 1990, migliaia di commercianti polacchi si sono recati a Berlino, e hanno allestito il loro mercatino sul Reichpietschufer.

A sud di Potsdamer Platz migliaia di polacchi trovarono fortuna tra il 1989 e il 1990. La caduta del muro e la rimozione del visto per i viaggiatori polacchi contribuirono alla nascita del famoso mercatino polacco. Il mercatino garantì loro un rapido profitto e il miglioramento delle condizioni in cui avrebbero dovuto vivere nella Repubblica Popolare della Polonia. I cittadini polacchi, di norma, guadagnarono più in un weekend nel mercato a Berlino, che in un mese in ufficio o in fabbrica. Nel mercatino c’era di tutto. E questo attraeva i passanti della città, che magari non avevano nulla da fare, o semplicemente volevano comprare delle cianfrusaglie a prezzi ridicoli. La location non era proprio il massimo. Infatti, situato a Berlino Ovest, Potsdamer Platz era un luogo grossomodo sottosviluppato. Originariamente, la piazza era il centro della Repubblica di Weimar e uno dei luoghi più trafficati del mondo. Ma durante la guerra fu distrutta e, a causa della sua posizione periferica e della successiva costruzione del Muro, nel periodo dei mercatini polacchi, non fu ricostruita. L’immagine che si aveva quando si andava nel mercato delle pulci polacco, era quella di un territorio vastamente desertico, colmo di cianfrusaglie poggiate a terra.

Berlino Ovest e Polonia socialista a confronto

Il divario tra il capitalismo dell’occidente e la Repubblica Popolare della Polonia negli anni ’90 era enorme. Questo spinse molti polacchi a sfruttare il più possibile le possibilità della vicina Germania. Berlino Ovest, inoltre, era l’unico posto dove i polacchi potevano andare senza problemi. Ma la fame di affari iniziò a lasciare spazio all’abusivismo. All’interno del mercatino non mancarono attività illecite come contrabbando di sigarette, furti di auto, gioco d’azzardo, prostituzione. La polizia ebbe un bel da fare in quel periodo a Berlino Ovest. Molti ricordano ancora il caos che ci fu in quel periodo in quella parte della città. All’inizio era un posto alternativo dove fare una passeggiata, ma man mano che il tempo passava, il mercatino divenne sempre più grande e ingestibile. Questo creò anche problemi di impatto ambientale: i bagni non c’erano e le zone circostanti erano piene di feci. L’immondizia era sparsa ovunque. I problemi arrecati da questi mercatini polacchi, di natura sanitaria e legale, iniziarono a dare fastidio ai tedeschi. Così iniziò l’ostilità della Germania nei confronti del popolo polacco.

La politica e l’edilizia contro il mercato polacco

A fronte di tutto il degrado che si stava creando nella zona di Postamer Platz, la Germania cercò di trovare soluzioni più o meno pacifiche. Il Senato di Berlino Ovest invitò il governo federale ad allentare le regole di ingresso nella Repubblica federale di Germania e a istituire un “Ingresso Unico”. L’obiettivo era garantire che i viaggiatori dalla Polonia visitassero non solo Berlino Ovest, ma anche altre città tedesche. Alla fine del 1990 il mercatino polacco si eliminò praticamente solo. Con le riforme introdotte dal ministro delle finanze polacco Leszek Balcerowicz, i prezzi delle merci in Polonia aumentarono notevolmente, e anche i viaggi a Berlino e la benzina diventarono più costosi. Questo rese poco conveniente il proseguimento del mercatino. Inoltre, Postamer Platz venne ricostruita per diventare quella che oggi è un’altra piazza economica. I mercatini polacchi si svolgono tutt’oggi, ma nei confini della Germania con la Polonia.

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Immagine di copertina: Mercato polacco, screenshoot da Youtube