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Berlino, condannato uomo per accoltellamento della figlia “rea di immoralità”

Berlino valuta una riduzione della pena a Sükrü K., il pensionato che aveva colpito a morte la propria figlia nel 2018

Prosegue il processo per il grave episodio verificatosi nella primavera del 2018 a Neukölln, quando il pensionato Sükrü K. aveva ferito a morte la figlia colpendola all’addome con un coltello da cucina. L’uomo, attualmente 79enne, era ossessionato dall’idea che la figlia, madre di una bambina, tenesse un comportamento immorale con altri uomini. Secondo le deposizioni dell’anziano imputato, la donna avrebbe avuto l’abitudine di fermarsi a conversare con i padri degli altri bambini, davanti alla scuola dove ogni giorno portava la propria giovane figlia. Da pochi giorni ha avuto inizio la terza udienza, che potrebbe portare a una riduzione della pena per infermità mentale dell’anziano.

Alcuni dettagli sul fatto.

Era il 17 aprile 2018 quando Sükrü K., settantasettenne di origini turche, entrava nel negozio di calzature a Wutzky-Center (Gropiusstadt), dove lavorava la propria figlia, armato di un coltello da cucina. L’ossessione che la donna tenesse atteggiamenti, a suo dire, “inopportuni” con altri uomini era sorta un giorno in cui, per puro caso, Sükrü K. l’aveva vista dialogare con i padri dei compagni di scuola della nipotina. Da questo semplice evento, l’anziano aveva preso a seguire la figlia. Stando alle successive deposizioni, in un primo momento l’uomo si era recato al negozio con l’intento di parlare con la donna. Quest’ultima, da tempo infastidita dal comportamento ossessivo del padre, gli aveva chiesto nervosamente di andarsene, minacciandolo di chiamare la polizia. A questo punto l’anziano ha perso il controllo e l’ha pugnalata all’addome, ferendola gravemente. Grazie al pronto intervento dei testimoni, che hanno immediatamente chiamato i soccorsi, la donna è fortunatamente riuscita a salvarsi.

Le prime deposizioni dell’imputato.

«Sono io l’unico responsabile di ciò che è accaduto a mia figlia: spero che un giorno possa perdonarmi.» Così interviene Sükrü K. durante la prima udienza. L’uomo, profondamente scosso, depone la propria testimonianza e conclude: «Sono felice e sollevato che sia ancora viva. Non so come potrò guardare ancora negli occhi lei e la sua famiglia dopo ciò che ho fatto». Nato in un piccolo paese sulle sponde del Mar Nero, Sükrü K. è cresciuto con sette fratelli e sorelle. A 16 anni ha iniziato a lavorare come muratore a Istanbul, proseguendo il mestiere del padre. Dopodiché, nel 1972, si è recato in Germania: prima Stoccarda, poi Francoforte, Hamm, Monaco, Hannover e poi Saarbrücken. Nel 1984 si è infine stabilito a Berlino.

Berlino considera una riduzione della pena dopo l’esito degli esami medici.

«Mia figlia mi sta particolarmente a cuore. Sono consapevole che la vita qui sia ben diversa rispetto alla Turchia, e tutti i miei figli sono cresciuti facendo tesoro della libertà che si respira in Germania.» Proprio per questo l’anziano imputato si dice “profondamente scosso” dal proprio gesto. Secondo gli ultimi esami sostenuti, l’anziano soffrirebbe di disturbi diffusi a livello mentale, che si aggiungerebbero al diabete  e a un principio di demenza senile. In occasione del primo processo, il Pubblico Ministero aveva imposto a Sükrü K. la reclusione di 8 anni per tentato omicidio. A seguito degli ultimi referti, il tribunale di Berlino starebbe considerando di ridurre la pena a 4 anni. Nel frattempo, proseguono gli esami medici che attestino lo stato di salute dell’anziano imputato.

 

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In copertina: Screenshot da Youtube