5 leggendari club che hanno fatto la storia di Berlino Ovest e che non esistono più
Da anni la club culture berlinese è famosa in tutto il mondo. Ma, già negli anni in cui Berlino era divisa, la parte occidentale della città era la sede di alcuni leggendari locali
Ogni anno milioni di turisti più o meno giovani arrivano a Berlino attrati soprattutto dai leggendari club sparsi in ogni angolo della capitale tedesca. KitKat, Berghain, Wilde Renate, Watergate sono solo alcuni delle centinaia di locali che nel weekend ospitano tra le loro mura migliaia di clubber offrendo serate trasgressive accompagnate da musica techno. Ma, anche negli anni della divisione – soprattutto negli anni ’70 e ’80 – erano molti i club che si sono guadagnati lo status di luoghi leggendari. Locali frequentati anche da famose rockstar e celebrità che passavano a Berlino le quali non potevano rinunciare a passare una serata selvaggia nella capitale tedesca. Abbiamo scelto 5 tra i migliori locali che si potevano frequentare a Berlino Ovest e che oggi non esistono più.
Risiko – Yorkstrasse (Schöneberg)
Nei suoi 5 anni di attività, dal 1981 al 1986, il Risiko – che si trovava in Yorkstrasse 48, nel quartiere di Schöneberg – ha visto passare alcune delle personalità più importanti dell’epoca ed era diventato il vero punto focale della scena underground berlinese. Cineasti come Jim Jarmusch e Wim Wenders o musicisti come Nick Cave – che in quegli anni viveva a Berlino e quasi ogni sera era lì – hanno frequentato il club, famoso per la sua politica particolarmente libera sull’uso delle droghe al suo interno. Dietro al bancone, inoltre, poteva capitare di incontrare un barista molto speciale intento a spillare birre. Si trattava di Blixa Bargeld, leader degli Einsturzende Neubauten, uno dei più famosi e innovativi gruppi tedeschi. Proprio all’interno del Risiko, Nick Cave – che da poco aveva sciolto la sua precedente band, i Birthday Party – conobbe Bargeld, con il quale intraprese un lungo sodalizio artistico e umano. Con lui creò il primo nucleo dei Bad Seeds, band che avrebbe accompagnato Cave nel corso di tutta la sua carriera. Al Risiko, inoltre, non era raro trovare anche Christiane F. che, in quegli anni, era diventata famosa dopo aver dato alle stampe il famosissimo romanzo autobiografico Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino. Christiane frequentava il club in Yorkstrasse in compagnia del suo fidanzato dell’epoca, Alexander Hecke, uno dei fondatori, insieme a Bargeld degli Einstürzende Neubauten. Oggi al posto nei locali che hanno ospitato il risiko c’è un’agenzia di viaggi.
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Dschungel – Nürnberger Straße (Charlottenburg)
“Sitting in the Dschungel; On Nürnberger Strasse” cantava David Bowie nel brano Where are we now – pubblicato nel 2013 dopo 10 anni di silenzio – in cui l’artista ripercorre in maniera nostalgica e struggente i ricordi legati alla sua permanenza a Berlino. E proprio al Dschungle Bowie e Iggy Pop trascorrevano gran parte delle loro serate. All’interno del Dschungel Christiane F. – non ancora famosa – incontrò Bowie. Il Dschungle, nelle intenzioni dei suoi creatori, doveva essere la controparte berlinese del celebre club Studio 54 di New York. Una vera e propria ‘giungla’ in cui incontrare variopinti personaggi e trascorrere una serata selvaggia ballando fino all’alba i più celebri brani della disco music. Nel corso degli anni ’80 tutti gli artisti più famosi del mondo che passavano in città andavano al Dschungel. Prince, Boy George, Depeche Mode, Grace Jones, Robert Mapplethorpe, Sylvester Stallone sono solo alcune delle superstar che entrarono nel club. Con la caduta del Muro – e il lento ma inesorabile imporsi della musica techno – il Dschungel perse la sua attrattiva e fu costretto a chiudere nel 1993.
Café Exil – Kottbusser Straße (Kreuzberg)
Nel 1968 tre artisti austriaci, Michel Würthle, Oswald e Ingrid Wiener, si esibirono a Vienna in un caotico happening che gli valse un’accusa di blasfemia da parte delle autorità. Decisero quindi di scappare dall’Austria per trasferirsi nella più ‘aperta’ Berlino Ovest. Qui aprirono un ristorante/club, il Cafè Exil, un piccolo locale a Kreuzberg, poco distante dalla Kottbusser Straße. In breve tempo il Cafè Exil diventò uno dei punti di riferimento per i numerosi artisti, tedeschi e non, che popolavano la capitale negli anni ’70 e ’80. L’artista svizzero Dieter Roth, famoso per aver creato opere d’arte con cibi marci, aveva realizzato la carta da parati che ricopriva i muri del locale, in cambio di cibo e bevande gratuite. L’inglese Richard Hamilton, uno dei padri fondatori della Pop-Art (ricordate il collage Just what is it that makes today’s homes so different, so appealing?), era un assiduo frequentatore del locale. Peter O’Toole, leggendario attore inglese, indimenticabile nella sua interpretazione di Lawrence d’Arabia, al Cafè Exil pranzò spesso tra il 1974 e il 1975, mentre stava girando la pellicola Rosebud diretto da Otto Preminger. Ma sicuramente gli ospiti più celebri erano David Bowie, Iggy Pop e Brian Eno. I tre, dopo le sessioni di registrazione degli album della Trilogia Berlinese bowiana, andavano al Café Exil per rilassarsi e giocare a biliardo. Pochi mesi fa Bob Stanley, membro del gruppo Saint Etienne, ha creato una compilation, intitolata Cafe Exil: New Adventures in European Music 1972-1980, immaginando cosa potessero ascoltare i celebri clienti nelle sale del locale.
Metropol – Nollendorfplatz (Schöneberg)
L’imponente costruzione in stile Art Noveau del Metropol svetta nella Nollendorfplatz, quartiere di Schöneberg, sin dal 1905. Tra i cinque è l’unico ancora aperto anche se, le serate organizzate oggi non sono che un pallido ricordo di quelle che avevano luogo decenni fa. Nel corso degli anni l’edificio ha cambiato più volte nome – Theater am Nollendorfplatz, Neues Schauspielhaus, Goya – per poi ritornare a chiamarsi Metropol nel 2019. Il Metropol nacque inizialmente come teatro che venne gestito, nel biennio 1927-1928, dal leggendario regista tedesco Erwin Piscator, colui che portò il teatro proletario in Germania. In questo luogo Piscator mise in scena spettacoli con scenografie gigantesche, caratterizzate dall’uso di sofisticati macchinari. Dopo la guerra il Metropol fu trasformato in cinema a luci rosse e in un club famosa per gli avanzatissimi spettacoli laser che offriva. Negli anni ’70 e ’80 il locale poteva contare su una affezionata clientela che comprendeva Neil Tennant dei Pet Shop Boys, Bela B. del gruppo punk tedesco Die Ärtze e i membri degli Einsturzende Neubauten. Il club ospitò anche alcuni concerti di band esordienti che, nel corso degli anni, entrarono nell’Olimpo della musica. Nel 1981 dei giovanissimi U2 – nell’ambito dell’ October Tour – suonarono qui. Nel marzo del 1982 i Depeche Mode – che pochi anni dopo si trasferirono a Berlino – suonarono al Metropol il primo concerto della loro carriera nella capitale tedesca, una delle tappe del See You Tour. Il Metropol fu anche la location principale della pellicola horror-splatter Démoni girata da Lamberto Bava nel 1985.
SOUND – Genthiner Straße (Tiergarten)
Negli anni ’70 e ’80 il SOUND era pubblicizzato come la “più moderna discoteca di tutta Europa”. Ed era vero. Ben prima del Metropol, il SOUND offriva serate – a base di rock e musica sperimentale – con spettacoli laser all’avanguardia. Inoltre era tra i primi club in Europa a utilizzare le macchine del fumo per creare un’atmosfera ancora più suggestiva. Il locale era stato ricavato da un parcheggio sotterraneo e disponeva anche di uno studio di registrazione e di un piccolo cinema. In più poteva contare su un potentissimo sistema audio, avanzatissimo per l’epoca. Ben presto il SOUND divenne il punto focale della scena heavy metal a Berlino. Un aspetto testimoniato dal documentario 45 Fieber im SOUND girato in gran parte all’interno del club. Frequentatori abituali del club erano Mick Jagger e David Bowie, anche se il locale – oltre che per i suoi celebri ospiti o le innovazioni tecniche che offriva – divenne ben presto famoso anche per un altro motivo. Chiunque abbia letto il celebre libro Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino sa che la protagonista, Christiane F., era un’assidua frequentatrice del SOUND. In poco tempo la discoteca divenne uno dei luoghi più celebri di tutta Berlino Ovest dove comprare e consumare droga, soprattutto eroina. Una pessima nomea che costrinse i gestori – per evitare la chiusura – a servire per un breve periodo solo bevande analcoliche. Inoltre nei bagni del club vennero montate delle porte da saloon in modo che nessuno si sentisse inosservato e fosse meno incline a consumare droghe. Ovviamente questi blandi espedienti non funzionarono più di tanto. Il SOUND venne chiuso – anche a causa di problemi con l’ufficio delle imposte – negli anni ’80.
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Immagine di copertina: Club da Pixabay