Le sex workers di Berlino rischiano la bancarotta e i bordelli chiudono a causa del Coronavirus

Le sex workers di Berlino affrontano la rovina a causa dell’emergenza Corona Virus e la conseguente chiusura dei bordelli

Il sesso in vendita è una parte fondamentale della vita notturna di Berlino. Anche la professione più antica del mondo è costretta a fermarsi a causa dei contagi da Coronavirus. Nonostante i gestori dei bordelli abbiano preso diverse precauzioni, distributori di disinfettanti accanto ai lavandini e finestre aperte per la maggior parte del giorno, anche i clienti abituali non si avvicinano più. Come ha affermato il gestore del bordello Lankwitzer 7 Marx “la scorsa settimana gli affari sono calati del 50%”. Ma ad essere preoccupati non sono solo i clienti. Anche le circa 100/200 mila prostitute in Germania sono piene di paure ed incertezze. Lo ha fatto sapere Susanne Bleier Wilp, ex lavoratrice e portavoce tedesca dell’Associazione fornitori di servizi erotici e sessuali, o BESD.  “Al momento ci sono quelle che si stanno ritirando completamente dall’azienda per motivi di sicurezza” – ha dichiarato all’Associated Press – “altre richiedono che i clienti si disinfettino da soli”. Anche se gli esperti medici dubitano che la mera disinfezione fermi efficacemente la diffusione del virus durante un contatto fisico del genere. La preoccupazione maggiore riguarda i clienti che hanno quasi tutti più di 50 anni. Il che li mette a maggior rischio di complicanze. Nel settore si interagisce in modo anonimo e attraverso l’uso di alias, che rende molto complicato ricostruire le catene di infezione. Un altro problema è che la prostituzione è finanziariamente precaria. A differenza dei normali dipendenti, la maggior parte delle prostitute sono lavoratrici autonome e non trarrà beneficio dal pacchetto di prestiti da mezzo trilione di euro che il governo tedesco sta mettendo a disposizione delle aziende.

Le prostitute in Germania dichiarano le tasse. Nei bordelli non sono assunte, ma pagano l’affitto della camera dove poi si consuma

In terra teutonica il mestiere più antico del mondo è stato regolamentato e riconosciuto a livello fiscale già a partire dal 1 gennaio 2002. L’iniziativa è guidata da un principio base: la prostituzione non è un’attività immorale, pertanto coloro che la pratica sono tenuti al pagamento delle imposte sul reddito e all’applicazione dell’IVA, analogamente a qualsiasi altro lavoratore. Naturalmente la questione si estende anche agli uomini oltre che alle donne: in Germania la prostituzione maschile è diffusa quanto quella femminile. L’intero settore ha un forte impatto positivo su tutta l’economia del Paese. Attualmente in Germania quasi tutte le prostitute sono lavoratrici autonome. Negli ultimi anni si è fatto strada il modello flat rate, che presuppone un diverso rapporto tra prostitute e gestore del bordello rispetto a quello tra un qualsiasi altro datore di lavoro e i suoi dipendenti. In sostanza, le praticanti non vengono assunte tramite contratto ma esercitano come libere professioniste, a cui viene fatto pagare un biglietto di ingresso o l’affitto della camera all’interno del bordello. In questo modo il gestore del locale viene sollevato dall’onere di provvedere al pagamento dei contributi e dell’assicurazione sanitaria del lavoratore.

Oltre 7000 casi in tutta la Germania, 345 a Berlino (dati aggiornati al 17/03)

I casi postitivi di Coronavirus/Covid-19 continuano a salire in tutta Europa. In Germania secondi i dati forniti dal Robert Koch Institut, oggi sono arrivati a 7.156 compresi i decessi. L’RKI monitora la situazione dei contagi in tutta la Germania ed è indicato come fonte ufficiale dal Ministero della Salute. Gli stati più colpiti sono la Renania Settentrionale-Vestfalia (oltre 2000), la Baviera (oltre 1000) e il Baden-Württemberg (quasi 1500). In questi tre stati si sono verificati in tutto 12 decessi, mentre altre fonti dicono che in Germania i decessi siano 20. Nella capitale tedesca sono stati finora scoperti 345 casi. Le zone più colpite sono secondo il Berliner Zeitung sono Wilmersdorf-Charlottenburg, Pankow, e Mitte, dove sono stati registrati oltre i 40 casi. Anche Amburgo è una delle città più colpite (310). Nel resto della Germania i Länder più colpiti sono la Bassa Sassonia (325), l’Assia (373) e la Renania-Palatinato (442). Gli altri stati registrano tutti meno di 200 casi. Negli ultimi giorni sono state prese drastiche misure di cautela per arginare il contagio. Di recente abbiamo indicato tutte le strutture e i numeri a cui rivolgersi in casi di un sospetto contagio a Berlino.

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Immagine di copertina: Screenshot da Youtube