La Germania sperimenta il reddito di base incondizionato, circa 1200€ al mese per 3 anni
Un istituto tedesco paga mensilmente alcuni volontari per uno studio sul reddito di base incondizionato
A partire da questa settimana, 120 tedeschi riceveranno uno stipendio mensile di 1.200 € per 3 anni, una cifra che viene considerata di poco superiore alla soglia di povertà tedesca (reddito di base incondizionato). Lo studio viene condotto dall’Istituto tedesco per la ricerca economica e vuole comparare l’esperienza di queste 120 persone con quella di altre 1.380 che non riceveranno il pagamento. Ogni partecipante dovrà compilare alcuni questionari durante il percorso, per capire se un reddito di base posso portare ad un impatto positivo sulla vita delle persone. I sostenitori prevedono possa ridurre la disparità e aumentare il benessere, gli oppositori sottolineano, invece, come un approccio di questo tipo possa scoraggiare il lavoro. Richiederebbe, inoltre, costi troppo elevati. A sostenere il progetto sono state 140.000 donazioni private.
In cosa consiste il concetto di reddito di base incondizionato?
In concetto di reddito minimo incondizionato (Universal basic income o UBI) ha riscosso molto successo negli ultimi anni, dopo che la Finlandia lo ha testato per la prima volta nel 2017. Si tratta dell’idea secondo cui il governo dovrebbe pagare una certa somma, solitamente una volta al mese, ad ogni cittadino, indipendentemente da reddito e impiego, così da rimpiazzare i sussidi assistenziali. Jürgen Schupp, responsabile dello studio, dichiara al giornale “Der Spiegel” come il loro progetto apporterebbe miglioramenti all’interno del dibattito grazie a nuove evidenze scientifiche. Sottolinea, inoltre, come tutte le osservazioni fatte fino ad ora, indipendentemente che provengano da sostenitori o oppositori, siano dovute a stereotipi. Gli oppositori sostengono come le persone verrebbero spronate a non lavorare più; i sostenitori, al contrario, sostengono che sempre più persone diventerebbero creative e caritatevoli. «Solo eliminando questo tipo di assunzioni e sostituendole con evidenze scientifiche arriveremo ad un dibattito più appropriato» conclude Schupp.
L’esperimento della Finlandia e il Reddito di Cittadinanza italiano
Il primo paese a proporre questo tipo di studio è stata la Finlandia che, dal gennaio 2017 al dicembre 2018, ha dato 560€ al mese a 2.000 disoccupati. Secondo quanto riporta la BBC, lo scopo era quello di vedere se, dando loro una sicurezza economica, si sarebbero sentiti più incoraggiati a trovare lavoro. Si è trattato, quindi, di uno studio leggermente diverso da quello promosso in Germania, in quanto si è concentrato solamente su persone disoccupate. I risultati hanno mostrato che i livelli di occupazione non sono cresciuti, ma le persone hanno dichiarato di sentirsi più felici e meno stressate. Miska Simanainen, uno dei ricercatori che hanno lavorato a questo studio, dichiara tuttavia che il progetto, a suo parere, non possa dirsi un fallimento: «questo non è un fallimento o un successo, è un dato e, in quanto tale, ci dà nuove informazioni che non avevamo prima dell’esperimento». In maniera molto simile, in Italia il Reddito di Cittadinanza si propone come aiuto alle famiglie in difficoltà: un sostegno per la formazione e la ricerca di un lavoro. Ciò che differenzia quindi questo tipo di reddito dalla proposta tedesca è la fascia di persone beneficiare. Una fascia ristretta (sulla base dell’Isee) per il primo e tutti i cittadini per il secondo.
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Immagine di copertina: Pixabay