Fritz Bauer, l’uomo che “tradì” la Germania per catturare Adolf Eichmann
Fritz Bauer e la collaborazione con il Mossad, il servizio segreto israeliano, per la cattura Adolf Eichmann
Il “capo dei carnefici della Germania” così era stato nominato Adolf Eichmann. Dopo anni passati come SS a Dachau e all’ufficio centrale SS Sicherheitsdienst (“Servizio di sicurezza”) di Berlino, nel 1942 fu uno dei funzionari che si occuparono della logistica della “soluzione finale per la questione ebraica”. Gli effetti del suo lavoro possono essere riassumibili nella Shoa, termine ebraico con cui si indica lo sterminio dei 6 milioni di Ebrei vittime del genocidio nazista. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Eichmann venne catturato dalle truppe statunitensi ma riuscì a fuggire ed a rifugiarsi in Argentina sotto il falso nome di “Ricardo Klement”. Decisiva per la sua cattura fu la collaborazione di Fritz Bauer con il servizio segreto israeliano, il Mossad. Il giurista tedesco passò importanti informazioni al direttore del Mossad, il quale riuscì ben presto a confermare l’identità del criminale nazista. L’11 maggio 1960 Adolf Eichmann venne catturato a Buenos Aires. Venne poi trasferito a Gerusalemme per il processo (ricordato dettagliatamente dalla filosofa tedesca Hannah Arendt in “La banalità del male”). Eichmann negò orgogliosamente il suo antisemitismo ritraendosi come un burocrate che si era limitato a svolgere i compiti che gli erano stati assegnati. Venne tuttavia condannato a morte, ed impiccato il 31 maggio del 1962.
Chi era il “traditore della Germania”: la storia di Fritz Bauer
Nato a Stoccarda nel 1903 fu, fin da giovanissimo, un grande esponente del Partito Socialdemocratico. Nell’intento di organizzare uno sciopero generale contro il Partito Nazionalsocialista fu arrestato e deportato in uno dei primi campi di concentramento nazisti per oppositori politici, quello di Heuberg. Poco dopo Bauer venne rilasciato ma dovette rifugiarsi prima in Danimarca e successivamente in Svezia. Tornò in Germania solamente nel 1949, quando fu istituita la Repubblica Federale Tedesca. Nel 1956 divenne procuratore del distretto dell’Assia, con sede a Francoforte sul Meno ed occupò questa posizione fino alla sua morte, avvenuta nel 1968. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Bauer si interessò a portare in tribunale gli autori dei crimini di guerra, fra i più noti quello di Adolf Eichmann. Lo scalpore si ebbe quando egli collaborò con il Mossad, il servizio segreto israeliano: ebreo, esiliato ed omosessuale non poteva chiedere aiuto al sistema giudiziario tedesco. Incorse così nel reato di alto tradimento: non poteva permettersi che i tedeschi facessero arrivare la soffiata al criminale nazista. Nel 1995 a Francoforte sul Meno venne fondato in suo onore il Fritz Bauer Institut: uno dei più importanti istituti internazionali di ricerca sulla storia e l’impatto dell’Olocausto. Ora è affiliato all’Università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte.
Il film “Lo stato contro Fritz Bauer”
Con la regia di Lars Kraume e con Burghart Klaußner, Ronald Zehrfeld e Sebastian Blomberg, “Lo stato contro Fritz Bauer” arrivò nelle sale cinematografiche nel 2016. La forza di questo dramma storico è insita nelle forti accuse che vengono fatte alla democrazia tedesca, in particolar modo per l’oppressione nei confronti degli ebrei e degli omossessuali (due caratteri di Bauer) e per la sua resistenza alla denazificazione. In Italia al Box Office “Lo Stato contro Fritz Bauer” ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 245 mila euro e 101 mila euro nel primo weekend.
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Immagine di copertina – Fritz Bauer im Frankfurter Kellerklub 1964