Irma Grese, la “bella bestia” di Belsen tra le più feroci guardie delle SS

Irma Grese ha commesso numerose atrocità sui prigionieri dei campi di Auschwitz, tanto da guadagnarsi l’appellativo di ‘iena di Auschwitz’

Contrariamente all’immaginario collettivo generato da ciò che ci raccontano i docufilm di quel brutale periodo, il ruolo del cattivo è stato ricoperto anche da figure femminili. E Irma Grese ne è la dimostrazione. La “iena di Auschwitz”, così era stata soprannominata, infatti, ha commesso numerose atrocità sui prigionieri dei campi di Auschwitz, Bergen-Belsen e Ravensbrück, conquistando il secondo maggiore grado di autorità concesso alle donne naziste: supervisore capo delle SS. Un’ascesa sociale caratterizzata dal parallelo declino dei valori umani, che trovava eguali solo nei suoi compagni di torture anche se, loro stessi, definivano brutali i suoi modi. Questo, probabilmente, era dovuto al fatto che le sue pratiche erano caratterizzate da un forte sadismo. Bastoni, manganelli, anfibi e, specialmente, la frusta ricoperta di cellofan, erano gli strumenti che la “bella bestia” utilizzava per infliggere dolore ai prigionieri alle volte fino a che le sue vittime non esalavano l’ultimo respiro.
Ma il dolore che infliggeva a queste vittime, oltre che essere fisico, era anche psicologico, dato che le costringeva a sorvegliare le zone circostanti mentre lei violentava altre prigioniere. La sua perversione è testimoniata anche da alcuni sopravvissuti, nelle cui memorie affermano come la Grese scegliesse di destinare alle camere a gas le prigioniere più belle esteticamente, una scelta dettata dalla gelosia e dal desiderio di eliminare le sue potenziali concorrenti per la conquista dei generali nazisti con cui intratteneva tresche amorose. La Jewish Virtual Library ha dichiarato che “la bestia” creò dei paralumi con la pelle dei suoi prigionieri: non mancano, insomma, i motivi che fanno di Irma Grese la “donna più conosciuta tra i criminali di guerra nazisti”.

Irma Grese fu la più giovane donna a essere impiccata sotto la giurisdizione britannica nel XX secolo

Irma Grese, nata nel 1923, a soli 13 anni assistette al suicidio della madre e fu vittima di abusi silenziosi durante la sua adolescenza, motivo per il quale scelse di abbandonare la scuola per trovare un impiego che le garantisse un introito. Fu in quel periodo che, tra sacrifici e incertezze, come molti altri giovani, Irma vide una speranza nelle parole di Hitler, e a 19 anni iniziò a lavorare come guardia nel campo di concentramento femminile di Ravensbruck. Appena un anno dopo, fu trasferita ad Auschwitz per i suoi “meriti” che, nel 1945, si trasformarono nella sua condanna alla pena di morte. Nello stesso anno quindi, all’età di 22 anni, Irma Grese ottenne un primato, seppur infelice, ovvero quello di essere la più giovane donna ad essere impiccata nel XX secolo sotto la giurisdizione britannica.

Irma Grese non è la sola: un simile passato corrisponde, spesso, ad un simile futuro

Come Irma, molte delle guardie del Terzo Reich, hanno avuto un passato agitato prima di ricoprire un simile ruolo. È il caso, ad esempio, di Elisabeth Volkenrath, capo delle sorveglianti ad Auschwitz e Bergen-Belsen, che non aveva grandi capacità né prospettive per il futuro, o Ruth Closius, il cui sogno era invece quello di fare l’infermiera. Prima di trasformarsi in vere e proprie “bestie”, quindi, queste donne conducevano una vita normale, anche se non abbastanza felice o agiata. Le loro scelte, infatti, spesso erano dettate da necessità economiche – condizionate da una paga sopra la media-, dal desiderio di una scalata sociale o dall’orgoglio di indossare una divisa.
Eppure, queste garanzie, a volte, non erano sufficienti; come nel 1942, quando le SS non riuscirono a raggiungere il numero di guardie sufficiente a sorvegliare il crescente numero di prigioniere femminili, e decisero di ricorrere alla leva. In questo caso, donne come Irma Grese, non ebbero scelta. Molte, infatti, non necessariamente abbracciavano l’ideologia nazista sin dal principio e, se decidevano di prendere parte a tale progetto, venivano educate e sottoposte ad una manipolazione psicologica dalla quale risultavano poi plagiate e trasformate, tanto da trasformarsi in vere e proprie macchine il cui unico scopo era torturare e uccidere.

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Immagine di copertina: Irma Grese al processo di Belsen da Wikipedia Pubblico Dominio