Come sono rientrato con un’auto a noleggio da Berlino all’Italia durante la pandemia

I documenti, l’affitto dell’auto, le situazioni possibili e reali per chi prova a rientrare dalla Germania all’Italia

di F.P

Il 30 aprile ho dovuto improvvisamente organizzare il mio rientro in Italia. Sono residente a Berlino da alcuni anni, iscritto all’Aire. I voli venivano cancellati continuamente e non potevo rischiare di non partire. Ho pensato così di affittare un’automobile, ma prima di tutto ho chiamato l’ufficio consolare Ambasciata italiana a Berlino allo 030 254400. Sono stati davvero cordiali e utili. Mi hanno spiegato che non erano previsti blocchi lungo le strade tedesche, ma che avrei avuto bisogno di due documenti. Il primo, che trovate qui, è un’autocertificazione italiana per l’Italia (la trovate cliccando qui), in cui si dichiara il motivo urgente del ritorno. Nel documento è scritto: “motivi di salute, lavoro o di assoluta urgenza”. Anche il secondo documento è un’autocertificazione, ma serve quando si arriva al confine con l’Austria, la trovate cliccando qui.Sempre il personale dell’Ambasciata ha sottolineato che sarebbe stato importante attraversare l’Austria senza nessuna tappa intermedia, neanche per fare benzina. “Accettano il transito, ma non la fermata”. Nel caso in cui avessi voluto passare per la Svizzera mi è stato detto che era possibile, ma che forse ci sarebbero stati controlli alle frontiere Per essere sicuro di potere passare dall’Austria all’Italia ho chiamato le autorità italiane che controllano il confine del Brennero chiedendo se la mia carta di identità, su cui è scritta ancora la residenza italiana, sarebbe bastata per attraversare il confine. “No, un documento non certifica la residenza. Lei è iscritto all’Aire? Allora porti l’autocertificazione in cui spiega le ragioni del rientro”.

Mi sono poi messo a cercare un’automobile da noleggiare. Speravo di trovare un servizio di noleggio auto che mi desse la possibilità di ritirare il mezzo qui e lasciarlo in Italia (a Pisa nel mio caso). L’Avis lo fa, ma il costo, quasi mille euro, è maggiore di quanto mi costava affittare l’auto per due settimane con Europcar, una delle poche aziende che dà la possibilità di portare l’auto fuori dai confini tedeschi. Così ho fatto. Al momento del noleggio ho dichiarato che sarei andato in Italia pagando quindi l’assicurazione di 2o € aggiuntiva. In totale ho pagato poco più di 800 euro. Sono partito la mattina del primo maggio con diverse auto-certificazioni stampate da lasciare a chiunque me le avesse chieste.

Sono partito la mattina del primo maggio. Sulle strade tedesche non sono mai stato fermato. Poco dopo Monaco, prima quindi di arrivare in Austria, mi sono fermato  in una delle tante stazioni prima del confine per comprare la vignetta adesiva da 9,20 € obbligatoria per transitare sulle strade austriache. Al confine con l’Austria le autorità mi hanno controllato che avessi la vignetta,  l’autocertificazione e un documento personale. Quando hanno visto che dovevo solo attraversare l’Austria mi hanno ridato l’autocertificazione. Si sono poi affacciati all’interno della mia auto per vedere se l’indicatore della benzina per controllare che ne avessi abbastanza da evitare ogni fermata.

Dall’Austria all’Italia non ho subito nessun controllo e in generale ho visto poche auto in giro. Ho passato il confine italiano intorno alle 20. Al Brennero non c’era nessuno. Ho passato il confine senza essere fermato e poi ho proseguito fino a destinazione, un piccolo paesino tra Toscana e Liguria. Per mia fissazione durante il tragitto italiano ho contato le auto e i camion sulla mia carreggiata: 21 camion e 2 automobili. Sulla corsia opposta c’erano più mezzi. Insomma, rro completamente solo. Sono arrivato in Italia a casa intorno  poco dopo la mezzanotte, ovvero il 2 maggio. Ho mandato subito una mail  all’ASL della mia zona (provincia di La Spezia) comunicando che ero rientrato indicando l’orario e l’indirizzo e il numero di telefono di dove avrei passato la quarantena. Il loro calcolo dei 14 giorni obbligatori è iniziato, senza alcuna ragione, a partire dal 3 maggio. Da allora mi chiamano una volta al giorno chiedendomi come mi sento e la mia temperatura. Alla mezzanotte del 16 potrò finalmente uscire. Sarà anche quando dovrò tornare in auto a Berlino.

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