100 anni di Fellini, Berlino celebra il regista con film e orchestra dal vivo sulle note di Nino Rota
La Babylon Orchester di Berlino festeggia, insieme al cinema Babylon, il centesimo anniversario della nascita del geniale demiurgo dell’immaginazione
Con la sua lunga serie di opere sul Bel Paese ricche di satira e malinconia, Federico Fellini è tra i maggiori registi del cinema italiano e certamente tra i più amati dal pubblico di tutto il mondo. Le sue pellicole hanno ottenuto svariati riconoscimenti, tra i quali quattro Oscar al Miglior Film Straniero, e sono diventate parte integrante della cultura italiana e del cinema internazionale. Dal 20 gennaio al 6 febbraio il cinema Babylon di Berlino ha scelto di festeggiare il centesimo anniversario della nascita di Fellini con un omaggio ai suoi film più belli e amati: Lo sceicco bianco, I vitelloni, La Strada, Il bidone, Le notti di Cabiria, La dolce vita, 8½, Giulietta degli spiriti, I clowns, Roma, Amarcord, Ginger e Fred. Una serata del tutto eccezionale ed imperdibile sarà inoltre quella del 25 gennaio, interamente dedicata dalla Babylon Orchester Berlin alle colonne sonore scritte da Nino Rota per i capolavori del grande maestro, tra cui Boccaccio, Prova d’orchestra e anche Il Padrino I e II di Francis Ford Coppola. La conduzione d’orchestra che diletterà gli ospiti presenti in sala per la durata complessiva di due ore, verrà eseguita dal giovanissimo e talentuoso direttore Marcelo Falcão insieme al pianista, organista co-conduttore ed amico Hans Brandner.
Tra sogno e realtà: Fellini, il maestro del Novecento, ha dato vita ad un universo immaginifico radicato dentro un’epoca
Non c’è bisogno di presentazioni per il grande regista, sceneggiatore, fumettista e scrittore italiano che nell’arco di quarant’anni ha saputo ritrarre una piccola folla di personaggi indimenticabili in decine di lungometraggi, con genialità e assoluta originalità. Felini amava definire se stesso «un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo». Al suo pubblico, tanto locale e internazionale quanto passato e futuro, ha lasciato in custodia, come doni preziosi, opere ricche di satira e velate di una sottile malinconia, caratterizzate da uno stile onirico e visionario. Il primo premio Oscar gli venne conferito per la sua incredibile attività da cineasta nel 1993. Vinse, inoltre, due volte il Festival di Mosca (1963 e 1987), la Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1960 e il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985.
Fellini nacque a Rimini il 20 gennaio del 1920 e già nel 1939 era a Roma per inseguire il sogno del cinema. Tuttavia, non se ne andò mai completamente, provando sempre un profondo sentimento di nostalgia per “il paese“, così come era solito definire Rimini: «un pastrocchio confuso, pauroso, tenero, con questo grande respiro, questo vuoto aperto del mare. Lì la nostalgia si fa più limpida, specie il mare d’inverno, le creste bianche, il gran vento, come l’ho visto la prima volta. È piuttosto, e soltanto, una dimensione della memoria. Infatti, quando mi trovo a Rimini, vengo sempre aggredito da fantasmi già archiviati». Appena poteva, tornava a rifugiarsi con l’amata Giulietta per lunghe passeggiate in riva al mare, contemplando la piena desolazione invernale. Non vi fece mai delle riprese, ma immortalò nei suoi film quei luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza tanto cari, quel mondo e quello spirito riminese della sua gente, delle “azdore” romagnole, dei “vitelloni” e dei pescatori del porto, dei “pataca” e dei ragazzi di Amarcord che ballano sulla terrazza del Grand Hotel. Sin dagli esordi Fellini elaborò una poetica dell’immaginario, in cui la rappresentazione del reale sfugge e si sfuma in favore di un mondo onirico. Uno stile capace di evocare un mondo che non esiste, ricomponendolo attraverso immagini di grande suggestione visiva. Ed è questa “nuova realtà” che Fellini cerca per le sue pellicole, in contrasto con la realtà misera, svuotata, falsa che la società dei consumi invece osanna. A questa società di desideri superficiali Fellini contrappone un cinema caratterizzato da una fantasia incessante, da un linguaggio universale, simbolico, in grado di comunicare con l’inconscio del pubblico, alimentandone i sogni e le emozioni. Un cinema onirico in grado di restituire senso ad una realtà corrotta ed alienata. Un nichilismo colpevole di annientare l’immaginazione, l’unica vera arma, insieme all’empatia e all’intelligenza, dell’essere umano. Un suo aforisma tra i più celebri è infatti: «nulla si sa, tutto si immagina». La realtà che Fellini costruisce è una realtà piena di amore, imprevedibile, pittoresca, informe. Una realtà senza la quale si sente perduto: «fuori dal teatro di posa, dalle luci, dal set, dalla materializzazione di fantasie e sogni, fuori da quell’atmosfera mi sento un pochino vuoto, mi trovo subito in esilio».
Nino Rota: dalla musica classica alle colonne sonore capolavoro per Fellini
Nino Rota è stato un compositore italiano tra i più influenti e prolifici della storia del cinema. Nato a Milano nel 1911, studiò composizione fin da bambino. Ancora ragazzo si trasferì a Roma, diplomandosi al Conservatorio Santa Cecilia. Aveva studiato l’avanguardia e il cosiddetto “verismo”. Era un musicista colto, ghiotto di letture e sospinto da un irrefrenabile desiderio di approfondimenti continui. Seguì corsi di perfezionamento negli Stati Uniti e, una volta rientrato in Italia, si laureò in Lettere. Insegnò teoria e solfeggio al Liceo Musicale di Taranto e al Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari, diventandone in seguito direttore. Negli stessi anni compose numerose opere, sinfonie, musiche per il teatro e colonne sonore per il cinema. Un’incontro fondamentale della sua vita fu senza dubbio quello con Federico Fellini, con il quale instaurò un sodalizio artistico indissolubile. Da questo incontro nacquero straordinari “film musicali” come La dolce vita, 8½, Prova d’orchestra e tutti gli altri capolavori del cinema felliniano. «La musica entra fisicamente nella narrazione divenendo componente poli-espressiva e quindi pluri-metaforica», scrisse Miceli in merito al rapporto che lega la musica di Rota al cinema di Fellini. Le emozioni cinematografiche del grande regista necessitavano infatti una traduzione musicale. Lo stesso Fellini, parlando della ‘sintonizzazione’ tra lui e Rota, spiegò: «io mi mettevo lì presso il piano, a raccontargli il film, a suggerirgli come questa o quell’immagine avrebbero dovuto essere commentate musicalmente; ma lui non mi seguiva, si distraeva, pur se annuiva. In realtà stava stabilendo il contatto con sé stesso, con il suo mondo interno, con i motivi musicali che già aveva dentro di sé. Le sue ore più creative erano quelle che seguivano il tramonto, dalle cinque o le sei alle nove. Improvvisamente, nel mezzo del discorso, metteva le mani sul pianoforte e partiva». Rota adottò sempre linee melodiche semplici e di forte impatto emotivo riconducibili alla tradizione romantica e melodrammatica italiana, creando temi indimenticabili. Nelle sue colonne sonore arrangiò numerose canzoni d’autore del repertorio italiano e internazionale, nonché canti popolari di tradizione.
In circa cinquant’anni di attività compose le colonne sonore di centoquaranta lungometraggi, lavorando a stretto contatto con grandi registi italiani e stranieri, quali Mario Monicelli, Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Alberto Lattuada, King Vidor e René Clément. Vinse per cinque volte il Nastro d’argento. Riconosciuto e amato anche all’estero, ottenne il suo maggiore successo con le colonne sonore per Il Padrino I e II di Coppola, vincendo l’Oscar nel 1975. La capacità di utilizzare moduli musicali con disinvoltura e di rendere gli stessi efficaci in funzione del tempo e dello spazio cinematografico, richiede senz’altro abilità e conoscenze profonde. Rota aveva una duttilità fatta di tensioni e di interiorità che lo resero un musicista unico, anche grazie alla sua innata modestia e raffinatezza di carattere, con la quale si metteva a disposizione degli altri.
Nino Rota Live – Babylon Sinfonie Orchester Berlin
FELLINI 100! Tutti i film dal 20 gennaio 2020
Lo sceicco bianco, I vitelloni, La Strada, Il bidone,
Le notti di Cabiria, La dolce vita, 8½, Giulietta degli spiriti,
I clowns, Roma, Amarcord, Ginger e Fred u.a.
In particolare: Sabato 25 gennaio alle 19:30
Nino Rota Live – Babylon Orchester Berlin
Direttore Marcelo Falcão
Tickets: 30,- Euro
https://babylonberlin.eu/programm/festivals/fellini-100/3203
Le musiche dei film di Fellini:
Lo sceicco bianco, I vitelloni, La Strada, La dolce vita, Boccaccio, 8½,
Giulietta degli spiriti, I clowns, Amacord, Prova d’orchestra + Il Padrino I, II di Francis Ford Coppola.
Leggi anche: Marcelo Falcão, il direttore d’orchestra che crea le colonne sonore per i film muti a Berlino
Non perderti foto, video o biglietti in palio per concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su Facebook, Instagram e Twitter!
Immagine di copertina: Screenshot da Youtube