Berlino, sparatoria di Kreuzberg: arrestato uno degli aggressori. È un italiano di 30 anni

Emergono nuovi particolari relativi alla sparatoria avvenuta sabato nel quartiere di Kreuzberg. A sparare un giovane di origini italiane, rimasto anch’esso ferito

Poco prima delle 4 di mattina di sabato scorso in Stresemannstrasse, nel quartiere berlinese di Kreuzberg, quattro persone erano state ferite da colpi di arma da fuoco. Uno di loro, ferito alla gamba, si era buttato nel canale di Landwehr ed era stato recuperato dai vigili del fuoco. Nonostante non ci fossero ancora indizi rilevanti, gli investigatori avevano da subito collegato la sparatoria con gli ambienti della criminalità organizzata araba, dato che uno dei feriti è il fratello del boss Arafat Abou-Chaker, figura di punta del clan Abou-Chaker. Negli ultimi giorni le indagini hanno confermato questa ipotesi. Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa tedesche a sparare contro tre uomini sarebbe stato un 30enne di origini italiane. Anch’esso è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco ed è lui a essersi gettato nel canale. Al momento, si trova ricoverato in ospedale insieme agli altri tre feriti. Contro di lui pende un’accusa di tentato omicidio.

Secondo gli inquirenti il movente della sparatoria è stato un torneo di poker

Il Senatore degli Interni berlinese, Andreas Geisel, ha dichiarato lunedì che la sparatoria è avvenuta probabilmente dopo una lite a seguito di una partita di poker. Una task force speciale arrivata subito dopo la sparatoria ha perquisito l’appartamento dove si trovavano i quattro scoprendo che era stato utilizzato per una partita di poker illegale. Il Pubblico Ministero ha però chiarito che serviranno ulteriori indagini per scoprire il vero movente che ha spinto il 30enne a sparare. Inoltre la Procura ha specificato che anche una delle vittime della sparatoria è sotto indagine. Si tratta del 39enne Veysel K., anch’esso legato al clan Abou-Chaker, sul quale pende un’accusa per possesso illegale di armi da fuoco. L’uomo è ben noto alle autorità. A settembre era stato condannato dal tribunale a due anni e nove mesi di reclusione, pena poi commutata negli arresti domiciliari.

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Immagine di copertina: Pistola Foto di Rudy and Peter Skitterians da Pixabay