Berlin, Alexanderplatz di Alfred Döblin, la capitale di inizio ‘900 come nessun romanzo prima

Un capolavoro della letteratura tedesca che ha catturato lo spirito di un’epoca come un’instantanea

Ci sono poche opere letterarie in grado di riprodurre fedelmente lo spirito che caratterizzava un certo periodo storico e la visione del mondo ad esso collegata, quella che i filosofi chiamano Weltanschauung. Alfred Döblin (Stettino, 10 agosto 1878 – Emmendingen, 26 giugno 1957) riuscì nell’impresa con il suo celebre romanzo Berlin, Alexanderplatz del 1929, considerato come uno dei capolavori della letteratura novecentesca tedesca ed europea. L’opera è considerata come il primo romanzo urbano (Großstadtroman) tedesco e nel 2002 è stata inserita nelle migliori 100 opere letterarie della storia dal The Guardian. Il romanzo racconta una storia ambientata nei quartieri operai vicino ad Alexanderplatz negli anni ’20. E’ la storia di Franz Biberkopf, che tornato dal carcere, cerca di rifarsi una vita onesta, ma si mette subito nei guai a causa del suo modo ingenuo di vedere il mondo, fino ad essere accusato di un delitto che non ha commesso.

«Il principio stilistico di questo libro è il montaggio»

Con queste parole, il filosofo e critico letterario tedesco Walter Benjamin, coetaneo dell’autore e berlinese a sua volta, descrisse il lavoro innovativo fatto in Berlin, Alexanderplatz. L’opera di Döblin è stata spesso paragonata a quella di James Joyce per il suo utilizzo originale della lingua: nel testo compaiono lunghi monologhi interiori, un uso particolare della punteggiatura e altre tecniche innovative. Infatti il testo contiene molti inserti non narrativi come stampe piccolo-borghesi, storie scandalistiche, casi sfortunati, canti popolari, inserzioni. Lo scrittore tedesco disse: “la sua opera (di Joyce) … fu un vento propizio per le mie vele” ma il suo romanzo si muove, secondo Benjamin, ad un ritmo tutto suo, paragonabile alla tecnica del montaggio che proprio allora andava diffondendosi. La vera protagonista dell’opera è la città di Berlino, che nel 1929 viveva l’apice delle sue contraddizioni. La Repubblica di Weimar viveva, nello stesso momento, il suo massimo splendore e vicinissima al suo tragico epilogo. Le lotte operaie infiammavano le città tedesche mentre la vita notturna di Berlino esprimeva una libertà unica per l’epoca. Al tempo stesso, la crisi economica distruggeva le vite dei tedeschi mentre il nome di Hitler si faceva sempre più spazio tra le fila del dibattito. Forse proprio per il suo stile particolare, l’opera ha vissuto una grande fortuna cinematografica: già nel 1931 uscì la prima versione cinematografica diretta da Piel Jutzi, a cui lavorò lo stesso Döblin. Ma fu l’interpretazione del celebre regista tedesco Fassbinder a diventare una vera e propria icona del cinema moderno. Un film diviso in 13 parti per 15 ore di durata complessiva, per una ricostruzione quanto più fedele del romanzo originale, ma con i dovuti adattamenti per il cinema. Alla Berlinale 2020, una nuova versione contemporanea, diretta da Burhan Qurbani, porta la storia originale nella nostra realtà, in un contesto che tocca temi come l’immigrazione e identità di genere.

La vita dell’autore

Alfred Döblin nacque a Settino nel 1878 (morì a Friburgo in Brisgovia nel 1957) da una famiglia ebraica. Cresciuto a Berlino, laureato in medicina, esercitò la professione di medico psichiatrico tra fino all’avvento del nazismo nel 1933. In seguito all’ascesa al potere di Hitler, emigrò in Francia e poi nel 1940 negli Stati Uniti. Si convertì al cattolicesimo in tarda età, dopo un passato da progressista e amico della classe operaia. La vita letteraria di Döblin durante la Repubblica di Weimar è stata intensa e varia. Oltre ai romanzi, scrisse opere teatrali, un’epopea in versi, due libri di speculazione filosofica, un libro sulla Polonia contemporanea, oltre a recensioni occasionali di giornalismo e teatro che trovano spazio nel suo capolavoro del 1929. Le sue opere fantasiose erano accompagnate e illuminate da un flusso costante di saggi.

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Immagine di copertina: Screenshot da Youtube