70 film ambientati a Berlino da vedere assolutamente. Dal 30esimo al 21esimo posto
Una lista di 70 film girati o ambientati a Berlino – Le posizioni dalla 30esima alla 21esima
Sin dalla nascita della Settima Arte, Berlino è stata una tra le più interessanti location in cui ambientare un film. Nel corso del XX secolo la città ha cambiato più volte le sue vesti, attirando centinaia di cineasti, che vedevano in Berlino il set perfetto per le loro opere. Di seguito abbiamo raccolto una lista dei migliori 70 film girati a Berlino, pellicole che spaziano dai lungometraggi a tematica storica, passando per gli spy-thriller, fino ad arrivare a horror, commedie, drammi e documentari. Si tratta di produzioni internazionali girate a partire dagli anni ’20 del ‘900 fino ad arrivare ai giorni nostri, attraverso le quali possiamo osservare gli epocali cambiamenti che questa città, unica nel suo genere, ha subito nel corso degli anni. Continuiamo con altre 10 pellicole, dalla 30esima fino alla 21esima posizione.
Le pellicole dal 70esimo al 61esimo posto
Le pellicole dal 60esimo al 51esimo posto
Le pellicole dal 50esimo al 41esimo posto
Le pellicole dal 40esimo al 31esimo posto
Le pellicole dal 20esimo all’11esimo posto
Le pellicole dal 10imo al primo posto
30) Rosa Luxemburg (1986) di Margarethe von Trotta con: Barbara Sukova, Daniel Olbrychski, Otto Sander
Il film ripercorre la vita di Rosa Luxemburg, rivoluzionaria e intellettuale polacca naturalizzata tedesca. La pellicola si concentra sull’incontro con Leo Joghiches, rivoluzionario di Vilnius con il quale diffuse testi marxisti in Polonia e intraprese una relazione. Un altro importnate incontro, avvenuto in Germania durante la I Prima Guerra Mondiale, è stato quello con l’avvocato Karl Liebknecht. Con lui la Luxemburg fondò il Gruppo Internazionale, primo nucleo della Lega Spartachista, gruppo rivoluzionario di matrice marxista e pacifista. La Luxemburg partecipò anche alla Rivoluzione tedesca del 1918 e fu tra le promotrici della fondazione del Partito Comunista della Germania. Durante la Rivoluzione Spartachista del gennaio 1919, la Luxemburg venne arrestata e poi assassinata, il suo corpo venne gettato in un canale. A lei fu intitolata una piazza, la Rosa Luxemburg Platz nel quartiere di Mitte, oltre che numerose scuole. La pellicola venne girata principalmente a Berlino ma anche in Repubblica Ceca e nella cittadina di Lazise in provincia di Verona.
29) Il sipario strappato (Torn Curtain, 1966) di Alfred Hitchcock con: Paul Newman, Julie Andrews, Lila Kedrova
Nel 1965 Michael Armstrong, fisico americano, parte alla volta di Copenaghen per partecipare a una conferenza. Improvvisamente lo scienziato scappa verso Berlino Est, caso più unico che raro di un cittadino occidentale che vuole entrare nel blocco sovietico. Lo scopo di Armstrong è quello di riuscire a entrare nei laboratori missilistici sovietici e rubare una formula segreta per conto degli Stati Uniti. Il sipario strappato di certo non verrà ricordato come uno delle migliori spy-story di Hitchcock (sono ben lontane le atmosfere e la tensione di Intrigo internazionale) complice anche il pessimo rapporto che si era instaurato sul set tra il Maestro del Brivido e Paul Newman e tra quest’ultimo e la sua controparte femminile, Julie Andrews. Tutta la pellicola è stata girata negli U.S.A. L’aeroporto di Schönefeld è in realtà lo scalo di San Francisco Valley mentre le scene ambientate all’università Karl Marx di Berlino Est sono state filmate all’Università della California meridionale.
28) From the Sky Down (2011) di Davis Guggenheim con Bono, The Edge, Adam Clayton, Larry Mullen Jr, Brian Eno, Flood
Nel 1990 gli U2 arrivarono a Berlino, dove cominciarono a registrare quello che sarebbe diventato il loro capolavoro assoluto: Achtung Baby. Il film documentario From the Sky Down racconta la genesi di quell’opera mischiando interviste recenti alla band – per l’occasione ritornata a Berlino – e ai produttori con filmati girati all’epoca delle registrazioni dell’album. L’atmosfera oscura di una Berlino appena riunificata – insieme alle sonorità di numerosi gruppi tedeschi – influenzò non poco gli U2. I quattro irlandesi abbandonarono il sound blues e gospel che aveva caratterizzato il precedente The Joshua Tree per sperimentare nuove sonorità, più dure, acide e violente. Una scelta che destabilizzò non poco i fan più tradizionalisti. Nel film vediamo i quattro riuniti ancora una volta agli Hansa Studio per suonare le canzoni dell’album ma vengono riproposti anche i filmati della loro esperienza a Berlino negli anni ’90. Tra questi un divertente video del batterista Larry Mullen Jr, fermato e minacciato dalla polizia tedesca mentre era a bordo di una Trabant. Berlino aveva cambiato profondamente il sound, l’immagine e il modo di vedere il successo della band, portandoli a esplorare nuovi territori. Un percorso di crescita personale e musicale in cui Berlino aveva giocato un ruolo fondamentale.
27) Operazione Valchiria (Valkyrie, 2008) di Bryan Singer con Tom Cruise, Kenneth Branagh, Bill Nighy, Tom Wilkinson
Bryan Singer porta sullo schermo la storia del fallito attentato a Hitler, organizzato dal tenente della Wehrmacht Claus Schenk von Stauffenberg interpretato da Tom Cruise. L’ufficiale aveva pianificato, insieme ad altri gerarchi tra cui i generali Henning von Tresckow e Friedrich Olbricht, di uccidere il Führer il 20 luglio del 1944. L’attentato sarebbe dovuto avvenire durante una riunione di Hilter con i suoi ufficiali nella Wolfsschanze, la Tana del Lupo, a Rastenburg nella Prussia orientale dove i congiurati piazzarono una bomba. Purtroppo l’attentato fallì e gran parte dei partecipanti al piano vennero giustiziati nel cortile del Bendlerblock, quartier generale dei cospiratori. Gran parte della pellicola è stata girata a Berlino, nel famoso Studio Babelsberg a Potsdam mentre la Wolfsschanze è stata ricostruita a Groß Köris, piccola cittadina del Brandeburgo a pochi chilometri da Berlino. I produttori chiesero al governo tedesco di poter girare alcune scene all’interno e all’esterno del Bendlerblock, che si trova nel quartiere Tiergarten. Inizialmente il governo non aveva concesso l’autorizzazione, per cambiare poi idea poche settimane dopo.
26)Possession (1981) di Andrzej Zulawsky con: Sam Neill, Isabelle Adjani, Heinz Bennent
Zulawsky mette in scena la crisi matrimoniale tra Mark, agente segreto appena rientrato da una missione, e Anna. La coppia ha anche un figlio, Bob, e, durante il film, scopriamo un orribile segreto nascosto da Anna in un vecchio appartamento. Possession mischia mostri tentacolari di lovecraftiana memoria, döppelganger, un tocco della poetica di Cronenberg e allucinate atmosfere alla David Lynch. Quest’ultimo ha definito Possession come «la pellicola più completa degli ultimi trent’anni». Un film estremamente complicato e disturbante, fortemente allegorico, ma che possiede un grottesco fascino, la cui visione, sicuramente, non è adatta a tutti gli spettatori. Come, del resto, gran parte delle opere del cineasta polacco, famoso per spingere sull’acceleratore del disgusto, ma sempre con grande stile. Zulawsky esplora la crisi matrimoniale di una coppia berlinese, confezionando una pellicola che sembra la versione allucinata e lugubre del bergmaniano Scene da un matrimonio (1973). Possession è stato girato interamente a Berlino, soprattutto nel quartiere di Kreuzberg. La città assume un aspetto metafisico e tetro, il perfetto palcoscenico per le vicende da incubo narrate nel film. Da ricordare la straordinaria interpretazione di Isabelle Adjani che le valse il premio come Miglior Attrice al Festival del Cinema di Cannes nel 1981. L’italiano Carlo Rambaldi (il ‘papà’ di E.T.) realizzò il mostro ‘amante’ di Anna.
25) Uomini di domenica (Menschen am Sonntag, 1930) di Robert Siodmak e Edgar G. Ulmer con: Erwin Splettstößer, Brigitte Borchert, Wolfang von Waltershausen
Girato con uno stile semi-documentaristico, questo film muto segue una domenica al Wannsee di Berlino di un gruppo di giovani amici. Gli attori del film erano tutti non professionisti e il film è stato girato interamente al Wannsee durante le pause dalle loro reali occupazioni. Uomini di domenica raccoglie, dietro la macchina da presa, cineasti tedeschi che, di lì a poco, emigrarono negli Stati Uniti dove divennero delle leggende di Hollywood. Siodmack diresse numerosi b-movie come Il figlio di Dracula (Son of Dracula, 1943) o Il cobra (Cobra Woman, 1944) per poi diventare uno dei più apprezzati registi di pellicole noir. Edgar G. Ulmer venne soprannominato il Re dei b-movie, dirigendo attori del calibro di Bela Lugosi e Boris Karloff. Billy Wilder, qui nelle vesti di sceneggiatore, divenne, invece, uno dei più famosi e influenti registi di Hollywood di tutti i tempi.
24) Rosenstraße (2003) di Margarethe von Trotta con Katja Riemann, Maria Schrader, Doris Schade
Da anni Ruth, donna di origini ebraiche, vive negli Stati Uniti dove si è trasferita dopo essere scampata alla deportazione nei campi di concentramento. La figlia Hanna, fidanzata con un americano, non riesce a capire perchè la madre non riesca ad accettare il fatto che il suo compagno non sia ebreo. Grazie all’aiuto della cugina di Ruth, Hanna vola a Berlino dove incontra Lena, vecchia amica della madre che la salvò e che partecipò alla protesta di Rosenstraße. La protesta ebbe luogo nell’omonima via berlinese a febbraio e marzo del 1943 e vide sfilare, in maniera non violenta, migliaia di mogli e parenti di ebrei che stavano per essere deportati. Il film è stato presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e ha visto Katja Riemann vincere la Coppa Volpi come miglior interpretazione femminile.
23) Lui è tornato (Er ist wieder da, 2015) di David Wnendt con: Oliver Masucci, Fabian Busch, Katja Riemann
Il 23 ottobre 2014 Adolf Hitler si risveglia improvvisamente a Berlino, proprio nel cortile all’esterno del Führerbunker, in Vossstraße 6, dove si era suicidato il 30 aprile del 1945. Non riconosce più la ‘sua’ Berlino ma trova al suo posto una città moderna e multiculturale e, disorientato, chiede aiuto a un edicolante. Casualmente un reporter, appena licenziato dalla rete televisiva in cui lavorava, lo riprende e tenta di ritrovarlo per proporlo come nuova star della TV e farsi riassumere. Una volta rintracciato, il reporter gira un documentario in cui Hitler si relaziona con i tedeschi moderni, riscuotendo subito un grande successo, tanto che la rete televisiva lo richiama e gli offre uno show. Lui è tornato, nonostante il registro da commedia, è una pellicola che comunque fa riflettere, e molto. Molte scene sono state girate come candid camera e si rabbrividisce (ma non dobbiamo stupircene) nel sentire come molte persone parteggino e si trovino ancora d’accordo con l’ideologia hitleriana. Il film è tratto dall’omonimo bestseller di Timur Vermes pubblicato nel 2015. Nel 2018 è stato realizzato un remake tutto italiano intitolato Sono tornato dove Benito Mussolini precipita dal cielo nella Roma del 2017.
22) Suspiria (2018) di Luca Guadagnino con Dakota Johnson, Tilda Swinton, Mia Goth
Pubblicizzato come il remake del capolavoro horror di Dario Argento del 1977, Suspiria di Guadagnino è invece una completa riscrittura del film. L’incipit rimane quello di Suspiria di Argento. Una giovane ballerina americana finisce a studiare in un’Accademia di danza tedesca che si scopre gestita da streghe. Già dai primi minuti, però, ci si rende conto che Guadagnino ha cambiato, e di molto, le carte in tavola. L’ambientazione viene spostata da Friburgo in una Berlino Ovest messa a ferro a fuoco dalle proteste giovanili e dalle violente azioni della Rote Armee Fraktion. Cambio di ambientazione e cambio di fotografia. Non più l’accostamento dei colori primari ai limiti del kitsch di Luciano Tovoli, ma una fotografia più tetra, che rispecchia il lugubre clima della Berlino di fine anni ’70 facendoci riafforare alla mente le tetre atmosfere di alcuni brani registrati da Bowie proprio in quel periodo e proprio a Berlino. Se Argento si era affidato, per la colonna sonora, alle ansiogene melodie progressive di Claudio Simonetti, Guadagnino sceglie Thom Yorke come autore delle musiche. Il leader dei Radiohead compone una serie di brani angosciosi e ipnotici che non fanno di certo rimpiangere le melodie di Simonetti. Guadagnino infarcisce poi il tutto con una miriade di riferimenti all’esoterismo, uno su tutti la danza con cui la giovane protagonista entra nella scuola. In essa viene ripresa una mossa concepita dal mago britannico Alesteir Crowley (The Enterer) la quale, a sua volta, era stata citata anche da Bowie in alcune esibizioni dal vivo alla fine degli anni ’70. Nonostante la pellicola sia ambientata a Berlino, gran parte delle riprese sono state effettuate in un vecchio hotel abbandonato nei pressi di Varese, il Grand Hotel dei Fiori. Tra le locations berlinesi riconosciamo il Tränenpalast, a cui viene ridata la sua vecchia funzione di passaggio da Est a Ovest, il Paris Bar in Kantstraße dove le streghe si incontrano per una cena e la stazione ferroviaria di Plänterwald, qui usata come una stazione di polizia.
21) L’uovo del serpente (Das Schlangenei, 1977) di Ingmar Bergman con David Carradine, Liv Ullmann, Gert Fröbe
Bergman segue una settimana della vita di Abel Rosenberg, trapezista americano di origini ebraiche, che vive in ristrettezze economiche nella Berlino del 1923. Un giorno suo fratello Max si suicida sparandosi in testa e lasciando un biglietto con scritto ‘un flagello sta per abbattersi su di noi’. La polizia sospetta che Abel abbia ucciso il fratello e che sia il responsabile di altri omicidi avvenuti in città. Braccato dalla polizia, si nasconde nell’appartamento del dottor Vergèrus, ex capo di Max, e accetta di lavorare per lui nella sua clinica. Ma Abel scoprirà che, nei sotterranei della clinica, il dottore porta avanti aberranti esperimenti sugli esseri umani. Come lo stesso Bergman scrive nella sua autobiografia, l’ispirazione datagli dalla Berlino degli anni ’20 fu di importanza cruciale per lo sviluppo della pellicola. Il regista svedese costrinse tutto il cast a guardare Berlin – Die Sinfonie der Groβstadt (trovate la scheda alla posizione 27) per aiutarli a entrare nel giusto stato d’animo e girare al meglio il film. Inoltre il regista raccolse una gran quantità di foto originali, utili a ricostruire perfettamente sullo schermo la Berlino degli anni ’20. Bergman racconta la scintillante vita notturna nei cabaret berlinesi, sfarzosa e libertina, contrapponendola ai raccapriccianti esperimenti eugenetici del dottor Vergèrus, precursori delle orribili ricerche mediche naziste che avverranno pochi anni più tardi.
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Immagine di copertina: Una scena del film Suspiria (2018) da Instagram