5 anni fa Merkel apriva la Germania a centinaia di migliaia di richiedenti asilo: «Rifarei tutto, non mi pento»

Migliaia di richiedenti asilo accolti in cinque anni, nessun pentimento: il “wir schaffen das” della Merkel vale ad oggi così come allora

Un lustro, migliaia e migliaia di richiedenti asilo accolti in Germania. Si tratta dell’effetto sortito dalla politica di apertura della Germania incominciata nell’estat 2015, in piena crisi migratoria. Che sia un effettivo successo o meno, una cosa è certa: nonostante le critiche e le controversie sollevate, ad oggi la Merkel non retrocede. Il “wir schaffen das” si ripeterebbe ancora oggi, sotto le stesse condizioni di emergenza. Come riporta il The Local, è quanto affermato dalla Merkel in persona giovedi scorso, 27 agosto, in occasione della consueta conferenza stampa estiva. Interrogata sulle scelte intraprese ben cinque anni fa, la longeva cancelliera tedesca non arretra di un passo. L’eccezionale apertura ha però presto suscitato un forte sisma politico presso l’opposizione ed opinione pubblica. Nonostante lo sviluppo di movimenti di destra estrema come PEGIDA o l’ascesa dell’AFD, la sessantaseienne Cancelliera riconquista nel pieno del suo quarto mandato una grande fiducia. Complice la grande calma, tenacia e senso di resposabilità mostrato nella gestione dell’attuale pandemia di Covid-19. Per l’AFD, al contrario, il sostegno precipita vertiginosamente. Secondo il politologo e professore presso l’università di Dresda Hans Vorlaender, decisiva sull’opinione pubblica è stata proprio l’autostima, la compostezza e la razionalità mostrata dalla Merkel nel fronteggiare le sfide del virus. Ad un ostentata politica del potere oppone, invece, una vincente cautela ed empatia. L’emergenza migranti però, non è finita qui. Come sottolineato in occasione del meeting estivo, manca ancora un’efficace strategia europea di gestione ed accoglienza dei flussi di migranti. La crisi dei migranti continuerà ad essere un tema oggetto di preoccupazione per tutto il secolo corrente.

Il contributo tedesco ai porti aperti: tra accoglienza e scontro politico

Per quanto oggetto di elogio ed ammirazione, la prospettiva del “wir schaffen das” ha causato non poche difficoltà alla Cancelliera. La Germania, infatti, trema dinanzi alla vertiginosa riesplosione ultraconservatrice con il ritorno di PEGIDA. Si tratta, infatti, di un movimento che in passato ha sparso terrore con violente proteste, inneggiando a principi spesso considerati di matrice nazifascista. Ma ancora peggio è l’ampliamento del quadro politico con l’ascesa dell’AFD (Alternative für Deutschland). Sfruttando la crescente insoddisfazone dei cittadini per la svolta politica della Merkel, ben presto l’approvazione guadagnata si è rivelata impressionante. Due sanguinosi eventi complicano ulteriormente la situazione. Gli episodi di stupro avvenuti nella notte di San Silvestro 2015 a Colonia e l’attentato a Berlino del 2016 hanno inasprito i toni del dibattito. L’estrema destra ha usato questi episodi per attaccare la politica della Merkel.

Ma non è finita qui. La Merkel si trova a dover fare i conti con profonde divisioni anche all’interno del suo stesso partito, la CDU. La frazione sorella bavarese CSU, scrive la ZDF, insorge contro la linea politica adottata dalla cancelliera, addirittura optando per l’apertuna di un processo legale contro quest’ultima. Il vertice del partito, il conservatore Horst Seehofer, denuncia di sentirsi da tempo abbandonato nel sostegno dei suoi ideali a causa di questa inclinazione verso il centro-sinistra della Merkel. L’incomunicabilità tra le due crea, così, una brusca rottura interna, ulteriore minaccia per la credibilità e capacità gestionale della cancelliera. Soltanto sotto la guida del nuovo braccio destro Merkel, Annegret Kramp-Karrenbauen, vi è una promessa di ricucire i rapporti. Nel 2018 le statistiche confermano una drastica diminuzione della popolarità della CDU, terreno soffiato dall’AFD che diventa trà i più forti partiti d’opposizione.

Un bilancio ancora complicato

Ancora oggi i dissapori politici si mantengono piuttosto duri da combattere. Altrettanto controverse sono le opinioni se i risultati raggiunti da questa apertura politica sono da considerarsi un successo o meno. Benchè i dati forniti l’Istituto di Ricerca per l’Impiego (IAB), conclude il The Local, confermino l’integrazione sociolavorativa di almeno la metà di tutti i rifiugiati accolti, l’Europa è ancora in altomare nel prendere efficaci provvedimenti. L’infinita conta dei morti nel Mediterraneo durante la pericolosa fuga, la mancanza di un concreto meccanismo di equa distribuzione tra gli stati membri, le precarie condizione nei campi profughi sono le maggiori problematiche secondo la ZDF. Ci si chiede ancora, se tutti gli sforzi e rischi della “wir schaffen das” siano davvero valsi la pena. Ad oggi intanto la cancelliera ribadisce l’immutata intenzione di rifare tutto senza eccezioni.

-©MIH83 Merkel Pixabay CCO

 

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