«Cosa mi ha detto dei vaccini un’esponente della destra tedesca quando le ho parlato dell’Italia»
La situazione vaccini vista dalla Germania
Nella mia tesi di laurea in Relazioni internazionali ho analizzato Alternative für Deutschland, il partito di “estrema destra” tedesco. Per questo sono volata a Berlino a gennaio per intervistare Götz Frömming, deputato eletto nel 2017 al Bundestag. Era l’inizio della campagna elettorale italiana e a fine intervista uscendo dagli uffici del Bundestag con Florenz Calume, assistente del deputato, anche lei militante nel partito nazionalista tedesco, dopo varie considerazioni, ho accennato al dibattito in corso sull’obbligatorietà dei vaccini in Italia.
Lei, simpaticissima fino ad un minuto prima, si ferma di colpo e mi guarda sorpresa: “Come fate a mettere in dubbio i vaccini? Io ho una figlia e ho chiesto al pediatra di farle tutti i vaccini possibili anche quelli non obbligatori“. Inutile dire che in quel momento avrei voluto scomparire. La campagna elettorale e la politica italiana ha toccato il punto più basso della sua storia, è stato politicizzato qualcosa che non doveva essere politicizzato: la scienza. Gli occhi stupiti di lei e la mia incapacità di spiegare come eravamo arrivati a tanto erano la palese dimostrazione che al di là delle differenze abissali sulle idee politiche, ci sono dei pilastri che ci legano come cittadini europei. Fra questi la scienza che non può essere messa in discussione, come è stato fatto in questi anni.
Non è un problema di “obbligo flessibile nel tempo e nello spazio”, recente espressione contraddittoria del ministro della salute Grillo, ma di benessere per tutti. Non solo bambini, ma anche adulti che con loro ci hanno a che fare, magari non a scuola, ma altrove (ebbene sì; anche gli adulti possono essere immunodepressi e rischiare di contrarre un virus perché non possono vaccinarsi). Non solo italiani, ma anche europei e cittadini del mondo visto che i bambini, come i loro genitori viaggiano. E, con loro, ogni tanto, se non ci si vaccina, purtroppo, anche i virus.
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Photo: © cc0 pixabay