Storie di donne: il libro che racconta gli stupri subiti (e dimenticati) dopo il crollo del nazismo

Vincenzo De Lucia scrive Storie di donne, il libro sugli stupri contro le donne tedesche dopo il crollo del nazismo

Con il saggio Storie di donne. Stupri in tempi di guerra caduti nell’oblio, appena uscito per Mimesis, Vincenzo De Lucia affronta un capitolo doloroso e spesso trascurato della storia contemporanea: la violenza sessuale subita dalle donne tedesche negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale e nel primo dopoguerra, dopo la caduta del Terzo Reich. Un argomento che, per decenni, è stato oggetto di rimozione collettiva e che solo recentemente ha trovato spazio nella riflessione storica.

Il testo di De Lucia si concentra su un aspetto cruciale e complesso della fine del conflitto: il destino delle donne tedesche, già vittime della dittatura nazista, che furono poi travolte da una nuova ondata di sofferenza, questa volta inflitta dagli eserciti liberatori (in primis l’Armata Rossa ma anche le forze statunitensi, britanniche e francesi). La narrazione storica tradizionale ha spesso posto l’accento sulla liberazione dell’Europa dal giogo nazifascista, ma ha taciuto sulle atrocità che si accompagnarono a questo evento, compresa la violenza di massa perpetrata sui corpi di migliaia di donne tedesche.

Secondo alcuni storici furono oggetto di violenza tra 1,4 e due milioni di donne in tutta la Germania, e novecentomila soltanto a Berlino: la scrittrice e combattente per la resistenza contro il nazismo Ruth Andreas-Friedrich affermò che nella capitale tedesca fu violentata una donna su due. Moltissime non ressero all’umiliazione e al dolore e trovarono l’unica via di scampo nel suicidio: «nel solo mese di aprile del 1945», scrive De Lucia, «a Berlino vi furono 3.881 casi di suicidi, in tutta la Germania oltre 7000 casi. Solamente nel quartiere berlinese di Pankow si registrarono in tre settimane 215 casi di suicidio, tra cui molte donne che si riempivano le tasche di mattoni e si lanciavano nel fiume Havel».

 

Berlino fu senza dubbio l’epicentro di questa terrificante violenza sessuale di massa. All’arrivo dei soldati sovietici nella capitale tedesca, racconta De Lucia, «gli stupri erano all’ordine del giorno, Non di nascosto, ma tra le macerie, in mezzo alla strada, negli androni dei palazzi rimasti ancora in piedi, ovunque. Entravano nei sottoscala dei palazzi che fungevano da improvvisati rifugi e spesso sotto influsso dell’alcol, trafugato nelle abitazioni, si sceglievano le donne da stuprare e pronunciavano laconicamente la frase in tedesco Frau, komm!», espressione che divenne comune tra i soldati degli eserciti Alleati, emblema della truce vendetta contro il nemico nazista ormai vinto.

 

Attraverso un’analisi documentata e rigorosa, l’autore mette in luce l’impatto devastante di queste violenze, non solo nell’immediato ma anche nel lungo periodo. Le conseguenze si sono infatti propagate nei decenni successivi, influenzando profondamente la vita sociale, affettiva e lavorativa delle vittime. De Lucia evidenzia inoltre il carattere transgenerazionale del trauma (non tutte le donne abusate abortirono), mostrando come le sofferenze subite abbiano lasciato un segno indelebile nelle famiglie e nelle generazioni successive.

Uno degli aspetti più interessanti del libro è la riflessione sulla posizione ambigua e complice degli eserciti di liberazione e delle istituzioni post-belliche, che hanno contribuito al silenzio e alla marginalizzazione delle vittime. La narrazione storica ufficiale ha spesso ignorato o minimizzato queste vicende, e il saggio di De Lucia rappresenta un importante contributo per restituire voce a quelle donne dimenticate dalla storia. Il linguaggio del testo è chiaro e accessibile, pur mantenendo il rigore accademico necessario a un’opera di questa portata. L’autore combina l’analisi storica con un approccio narrativo, dando spazio a testimonianze e documenti che rendono il racconto ancora più toccante e coinvolgente.

 

In conclusione, Storie di donne è un libro necessario, che colma una lacuna nella memoria storica e invita a una riflessione critica sulla narrazione della guerra e delle sue conseguenze. Un’opera imprescindibile per chiunque voglia approfondire una pagina oscura della storia del Novecento e comprendere le dinamiche del silenzio e della rimozione che ancora oggi caratterizzano molti episodi di violenza di genere.

Vincenzo De Lucia, l’autore di Storie di donne 

Vincenzo De Lucia ha insegnato Lingua e Letteratura tedesca al liceo Guacci di Benevento. Relatore in diversi convegni internazionali presso le Università di Lipsia, Amsterdam e Bratislava, ha collaborato nel 2003 con il Museum Europäischer Kulturen di Berlino. Si è occupato di problematiche interculturali come ricercatore dell’A.N.S.A.S (ente di ricerca del MIUR) e ha tradotto dal tedesco diverse opere letterarie. È autore della raccolta di racconti La scelta (Midgard Editrice). Nel 2016 ha pubblicato la guida storico-letteraria sulla capitale tedesca A spasso per Berlino, nel 2019 Contro Verso. Storie di resistenza alla barbarie nazista, nel 2020 Destini di donne nella Germania nazionalsocialista e nel 2021 L’età dell’ebbrezza.

Storie di donne. Stupri in tempi di guerra caduti nell’oblio

di Vincenzo De Lucia

Casa editrice: Mimesis

Prezzo di copertina: 12,00 €

acquistabile in libreria o online qui

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