A Mitte, Berlino, il nuovo palazzo di Daniel Libeskind realizzato con piastrelle italiane

Berlino non si ferma e continua a cambiare faccia anche da un punto di vista  architettonico. Sono recenti i casi della chiusura del Kater Holzig (al suo posto ci saranno appartamenti di lusso) e del traslochi del White Trash Fast Food e dello Yaam, prossimamente parlerò della grande biblioteca che sarà costruita a Tempelhof, del nuovo campus su Unter den Linden, della probabile cancellazione del mega murales di Blu su Curvystrasse e del castello di Franco Stella lì dove c’era il Palast del Republik, tutti progetti capaci di modernizzare l’immagine di Berlino confermando quel processo di gentrification visto da molti berlinesi come il male assoluto.

Sempre su questa direzione si inserisce anche il nuovo edificio che sarà costruito entro il 2015 su Chausseestrasse 43 (Mitte) a firma della superstar dell’architettura Daniel Libeskind, già legato a Berlino dalla costruzione dello splendido Jüdisches Museum, il più grande, e forse interessante da un punto di vista architettonico, museo ebraico europeo integrato due anni fa da un’accademia ebraica anch’essa da lui costruita.

Il suo nuovo progetto consterà di 73 appartamenti dalla grandezza varia da una a quattro camere, con un parcheggio sotterraneo e un cortile comune. Come si può vedere dall’immagine in alto, il progetto prevede delle grandi finestre “per catturare il massimo della luce”. Come è marchio distintivo per Libeskind, la facciata sarà di ceramica, ma ricoperta di piastrelle in gres messe a punto dall’azienda italiana Casalgrande Padana. A prescindere dalla sua destinazione, la creazione di Libeskind diventerà comunque un’attrazione per chi vorrà farsi una passeggiata per Mitte (tutta la prima parte di Chausseestrasse venendo da Friedrichshstrasse è un continuo di cantieri).  Nella stessa area ottant’anni fa esisteva la fabbrica di ferro Wulffersche, espropriata dai suoi proprietari ebrei con l’avvento del nazismo. “Spesso il mio studio è chiamato a lavorare su grattacieli, ma ciò che amo di più continuano ad essere le case, l’unità di base della vita umana”. Del resto il primo grande concorso d’architettura mai vinto da Libeskind fu proprio la costruzione di un edificio residenziale a Berlino nel 1998. Poi cadde il muro e il tutto fu accantonato. A distanza di venticinque anni, ecco il sogno di Libeskind è pronto forse finalmente a compiersi.

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