East Side Gallery contro i turisti: una ringhiera eviterà scarabocchi e vandalismo
Una recinzione per proteggerla dai vandali: la East Side Gallery, la più lunga galleria del mondo all’aperto situata tra Ostbahnhof e Oberbaumbrücke, nonché più lungo pezzo di muro consecutivo rimasto tuttora in piedi, è dietro le sbarre dallo scorso 4 novembre.
Incidete il vostro scarabocchio, o voi che passate. È chiaro che negli anni le opere all’aperto si deteriorino. Certo oltre ai fattoti atmosferici in questo caso bisogna aggiungere anche altre cause volontarie: c’è chi oramai considera un gesto pressoché scontato e obbligatorio l’avvicinarsi alla East Side Gallery con un pennarello e un cellulare in mano per immortalarvisi. Alcuni blog di viaggio consigliano addirittura vivamente di compiere questo gesto in quanto tradizione immancabile una volta in visita a Berlino. Inconsapevoli probabilmente di adottare un comportamento fuori dalla legalità, il 90% dei turisti firma e scrive messaggi ai posteri sulla East Side Gallery senza rendersi conto di compiere un atto di vandalismo.
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il giocatore dell’Hertha Berlino Kalou mentre rovina il muro con uno scalpello immortalato da un turista
Avete mai visto qualcuno che adotta con tale ovvietá lo stesso comportamento al Reichstag o al Memoriale della Shoah? Vi verrebbe mai in mente, per giunta in pieno giorno, di disegnare un cuoricino sul David a Firenze? Di mettere lo smalto colorato all’unghia del suo famoso alluce? Magari scattandovi anche un selfie durante l’atto? Questo è esattamente quello che succede qui a Berlino. Già nel 2004, di fronte a tanto strazio, 150 artisti insieme a cittadini berlinesi e a turistisi si riunirono muniti di spugne e detersivi per pulire le opere più famose come il „Bruderkuss“ (il bacio socialista) di Dimitri Vrubel. L’artista stesso nel 2009 ha poi provveduto a ridipingere il suo motivo che mostra gli ex Capi di Stato Erich Honecker e Leonid Breschnew durante il famoso bacio.
L’East Side Gallery oggi. L’East Side Gallery oggi vanta 1316 metri di opere, 118 artisti, 21 Paesi. I suoi temi: la caduta del Muro, la storia dei tedeschi, il desiderio di pace e di solidarietà tra i popoli. L’idea di trasformare l’ultima parte di muro ancora intatta in una lunga galleria all’aperto risale al 1990. Oggigiorno pulire dagli scarabocchi l’East Side Gallery è una procedura veloce: i pennarelli si tolgono facilmente grazie allo strato di vernice protettiva ricevuto durante la prima grande opera di restauro e ripulitura del 2009, quando tutti gli artisti dipinsero di nuovo le proprie opere. “Purtroppo le tracce lasciate dalle incisioni con la biro, coi sassi e con le chiavi rimangono” conferma Adalbert Maria Klees, il direttore dei lavori. “Così si distrugge l’opera: l’acqua che penetra distrugge l’intera opera e segno la fine del muro”. Ecco la ragione della ringhiera.
Il vallo antiturista. Con quest’allusione alla propaganda usata nella DDR per giustificare in maniera positiva la costruzione del muro – il Vallo Antifascista, Antifaschistischer Schutzwall – si apre l’articolo della rivista Deutschland Funk che continua descrivendo quest’opera di pulizia come una lotta donchisciottesca. Per questo motivo il distretto di Friedrichshain-Kreuzberg si è visto costretto a “proteggere” il muro con una grata provvisoria alta due metri che verrà sostituita entro la fine dell’anno (così sono i pronostici di vari quotidiani berlinesi, basta non pensare al nuovo aeroporto BER…) da una ringhiera possibilmente trasparente, alta 80 cm e a 130 cm di distanza dal Muro, munita di cartelli in diverse lingue (scommetto che saranno tradotti anche in italiano questi…), che costerà la bellezza di 150.000 €. Questo vallo antiturista vuole impedire gli assalti dei vandali e ricordare a quel 90% dei turisti, che ama lasciare la propria pisciatina ovunque vada, che si tratta di un monumento e che, in quanto tale, merita il rispetto dovuto. Infatti, più di una barriera simbolica non sarà, essa contribuirà sì a distanziare il visitatore comune, rendendolo consapevole di trovarsi di fronte a qualcosa degno di rispetto, ma non sarà sufficiente né a proteggerlo dai “Mauerspechte”(coloro che, con un picchetto in mano, aprirono le prime brecce nel Muro di Berlino nel 1989), né a impedire ad alcuni vandali, muniti di bomboletta, di imbrattarne grandi superfici, ricoprendo l’opera d’arte sottostante. Questo specifico vandalismo diminuirebbe soltanto con dei sorveglianti notturni che costerebbero 300.000 € all’anno. Una cifra troppo alta per il distretto di Friedrichshain – Kreuzberg.
Cari amici, ospiti, turisti, nuovi berlinesi: godiamoci la città nelle sue peculiarità. Proteggiamo le sue opere d’arte e le testimonianze storiche. La storia si impara meglio davanti ai monumenti, quando è tangibile. Rispettiamola trattando i monumenti con il dovuto rispetto. Ecco cosa va tramandato ai posteri, non i cuoricini!
©Marta Nimeva Nimeviene CC BY -SA 2.0