https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Charlottenburg_Schlüterstraße_Hotel_Bogota-002.JPG

L’Hotel Bogota di Berlino, leggendaria meta di grandi fotografi e artisti per 50 anni

Dal 1946 l’Hotel Bogota è stato uno dei più famosi luoghi di ritrovo per i grandi artisti e fotografi della città di Berlino.

Numerosi artisti nel corso della storia hanno scelto di alloggiare all’interno delle camere dell’Hotel Bogota di Berlino, tanto da renderlo sede dei diversi cambiamenti culturali della capitale tedesca. Il suo ultimo direttore, Joachim Rissman, grande appassionato e promotore di arte, ha sempre cercato di organizzare e sostenere mostre al suo interno. Fra i nomi più noti ricordiamo i fotografi Renè Burri e Helmut Newton. Quando la notizia della sua chiusura si diffuse molti artisti cercarono di battersi per tentare di preservare l’importante polo culturale; il loro slogan era “Bogota darf nicht sterben!” ovvero “Bogota non deve morire!”. Nonostante ciò l’edificio venne venduto nel 2013 ed oggi rimane in suo ricordo ancora il vecchio baldacchino.

La storia dell’Hotel Bogota, uno dei simboli della Berlino del XX secolo

La storia dell’Hotel Bogota, o meglio, del palazzo che poi sarebbe diventato sede del celebre albergo, comincia nel 1911 all’indirizzo Schlüterstraße 45. Inizialmente l’edificio fu utilizzato come studio dalla fotografa tedesca di origine ebraica Yva, pseudonimo di Else Ernestine Neuländer-Simon, la quale scattò le sue prime immagini a colori sul tetto dell’edificio. Con lei fece il suo apprendistato Helmut Newton fino alla chiusura dello studio, a seguito dell’arresto e della deportazione dell’artista in un lager. Successivamente fu sede della Camera della Cultura del Reich, guidata da Hans Hinkel. Il suo obiettivo era quello di scardinare l’arte delle avanguardie, considerata “degenerata” a favore della promozione dell’arte ariana. Dopo la fine della guerra, nel 1945, venne utilizzato come luogo di esposizione delle opere bandite dal regime. Nel 1964 Heinz Rewald, che negli anni ’30 era fuggito dai nazisti trovando rifugio nella capitale colombiana, acquistò parte dell’immobile e aprì finalmente l’albergo dedicandolo a Bogotà e arredandolo con mobili e oggetti decorativi del suo periodo sudamericano. Nonostante i diversi proprietari che si sono succeduti, il legame con l’arte rimase sempre ben saldo, continuando ad ospitare mostre ed artisti. Nel 2013, a seguito di ingenti difficoltà economiche, l’hotel dovette essere chiuso.

Karen Stuke, l’ultima fotografa dell’Hotel Bogotà

La fotografa tedesca Karen Stuke è stata l’ultima a testimoniare la vita all’interno dell’Hotel Bogotà. Arrivata all’Hotel nel 2012, rimase subito colpita dal suo fascino e chiese al proprietario, ai tempi Joachim Rissman, di potervi soggiornare per un progetto personale. Egli fu immediatamente entusiasta di sostenere la ricerca artistica. La Stuke pernottò per quarantacinque giorni in quarantacinque camere diverse, accompagnata dalla sua fotocamera a foro stenopeico, la quale richiede un tempo di esposizione estremamente lungo affinché dell’immagine si possa riconoscere qualcosa.  La fotografa si trovava all’hotel anche la notte prima della chiusura, il giorno della vigilia di Natale del 2013. Dalla serie di fotografie realizzate è stata organizzata una mostra dal titolo “’Hotel Bogota – L’ultimo check-out” che per il mese di Ottobre sarà a Castelnuovo di Porto, a Roma.

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Immagine di copertina: Hotel Bogotà di Fridolin freudenfettlicenza