Controlli all’aeroporto, impedito l’ingresso in Germania al medico che ha lavorato a Gaza
Venerdì è stato impedito l’ingresso in Germania al medico anglopalestinese che, l’anno scorso, ha lavorato a Gaza per 43 giorni curando i feriti
Venerdì, il medico anglopalestinese Ghassan Abu Sitta, è atterrato all’aeroporto di Berlino e, dopo un lunghissimo interrogatorio, gli è stato impedito l’ingresso in Germania. Il medico avrebbe dovuto partecipare al “Congresso sulla Palestina” (“Palästina-Kongress”), il cui svolgimento è stato categoricamente impedito dalla polizia.
Una situazione simile si è verificata per l’ex ministro greco delle finanze Yanis Varoufakis, anch’esso conosciuto per il suo attivismo pro-Palestina, per cui è scattato il divieto assoluto di entrare in Germania.
L’impedito ingresso in Germania al medico Abu Sitta
Ghassan Abu Sitta è un medico anglopalestinese specializzato in chirurgia plastica e ricostruttiva ed è anche rettore dell’Università di Glasgow. L’anno scorso, durante i bombardamenti israeliani a Gaza, ha prestato soccorso ai civili per 43 giorni nell’ospedale Al-Shifa, lavorando con l’associazione “Medici senza Frontiere”.
Venerdì 12 aprile Ghassan è atterrato all’aeroporto di Berlino dove, dopo 3 ore d’interrogatorio, gli è stato impedito l’ingresso in Germania. “Oggi abbiamo visto come si comportano i complici in un crimine” ha detto il medico durante una protesta all’ambasciata tedesca di Londra, aggiungendo che “I complici in un crimine cercano di nascondere le prove e silenziare i testimoni”. Il ministro dell’interno tedesco non ha risposto alle email che richiedevano un commento del fatto da parte sua. A quanto pare, al medico è stato negato l’accesso nel paese perché era previsto un suo intervento al Congresso sulla Palestina di Berlino.
Il Congresso sulla Palestina a Berlino
Il Congresso sulla Palestina era previsto nel weekend a Berlino, ma è stato sciolto venerdì dalla polizia, due ore dopo l’inizio. I circa 250 partecipanti sono stati invitati a lasciare la sala nel tardo pomeriggio. Le autorità hanno giustificato il fatto, citando il video di un uomo che avrebbe fatto un discorso “di odio contro Israele e gli ebrei” che sarebbe stato trasmesso all’evento. Quando l’uomo in video ha parlato, la polizia è intervenuta per interrompere il congresso, staccando temporaneamente l’elettricità. Questo gesto è stato fortemente criticato dai partecipanti e dagli organizzatori del congresso.
La Germania è il secondo maggior fornitore di armi a Israele dopo gli Stati Uniti. Inoltre, è già stata accusata ufficialmente di genocidio dal Nicaragua di fronte alla Corte dell’Aja. Dichiarando la difesa d’Israele come “ragione di Stato”, ha dimostrato un’eccessiva sensibilità nei confronti delle espressioni pro-palestinesi. Per esempio, lo slogan “Free Palestine” è stato vietato nelle scuole di Berlino, così come una serie di mostre ed eventi sono stati chiusi a causa delle simpatie palestinesi esternate dagli artisti.
Divieto assoluto di entrare in Germania anche per Yanis Varoufakis
Un altro attivista per la Palestina, Yanis Varoufakis, ex ministro greco delle finanze, ha ricevuto un trattamento simile. Per lui è scattato il divieto assoluto di entrare in Germania e quello di partecipare a videoconferenze sulla politica che hanno luogo nel paese, divieti emessi dal ministero degli interni tedesco. Varoufakis venerdì aveva fatto un discorso pubblico in cui chiedeva la pace tra israeliani e palestinesi. Questo discorso avrebbe dovuto pronunciarlo anche durante il Congresso sulla Palestina a Berlino. L’ex ministro ha inoltre raccontato delle violenze subite dalla polizia, che “ha fatto irruzione in una sede di Berlino per sciogliere il nostro congresso sulla Palestina, ospitato dal Movimento per la Democrazia in Europa 2025 (DiEM25)”, ha detto Varoufakis.
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Foto da Pixabay
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