«Come, qui a Berlino, con le consulenze Vessel Global, supportiamo aziende ed investitori nei mercati internazionali, inclusa la Germania»
A tu per tu con Luigi Mercuri, CFO-Head of Investment di Vessel Global, nuova società di consulenza con base a Berlino
Una società di consulenza berlinese con l’animo italo-tedesco e franco-britannico, insieme a un pizzico di America e Asia: sono questi gli ingredienti che caratterizzano Vessel Global. Luigi Mercuri, a Berlino dal 2010 con trascorsi in Germania, Corea del Sud, Stati Uniti, Inghilterra e Belgio, e il suo socio Archibald Astley-Corbett, inglese cresciuto in Francia e Repubblica Ceca. Entrambi con una solida esperienza nel campo dell’attrazione investimenti e internazionalizzazione aziendale, hanno come mission lo sviluppo di soluzioni su misura per realtà imprenditoriali pronte a esplorare nuovi mercati esteri maturi. Luigi, che tra l’altro, nel poco tempo libero, è anche il Presidente della Società Dante Alighieri di Berlino e tra gli organizzatori di SMAU Berlin, ha operato nel settore Hi-Tech per conto dell’ICE di Berlino, alla camera di commercio tedesca in Corea del Sud, e come consulente presso l’agenzia statunitense Conway, specializzata in campo investimenti diretti esteri. Proprio lì ha conosciuto Archibald.
Dall’Italia alla Germania (o resto del mondo): il lavoro e i clienti di Vessel Global
Ci spiega Luigi: «Siamo partiti bene, con un portfolio clienti rilevante, tra cui la Nord Carolina, lo stato federale statunitense con il miglior business climate degli ultimi 4 anni secondo il ranking Forbes. Lo rappresentiamo in Europa, Turchia e Israele. Lavoriamo anche per conto di città, regioni e nazioni, ma non solo; per esempio stiamo svolgendo un incarico in campo clean tech per conto di una energy company nazionale di uno stato europeo. Altri clienti abituali sono piccole e medie imprese provenienti dalle principali economie G20, desiderose di accrescere la propria presenza internazionale. I settori principali nei quali ci muoviamo sono il manifatturiero avanzato, biofarmaceutico, food, finanziario e clean tech. Società italiane ci chiedano regolarmente di sondare il terreno tedesco per capire come approcciarlo sia da un punto di vista strategico che finanziario, soprattutto aziende manifatturiere e nel food. Offriamo servizi di primo ingresso nel mercato con un chiaro programma fieristico, di posizionamento e di business development. Affianchiamo successivamente nel processo di consolidamento ed eventuale gestione delle nuove sfide in loco. Ogni mese partecipiamo a una media dalle tre alle cinque fiere e conferenze internazionali multisettoriali, abbiamo un polso del mercato reale, fondato su dialoghi costanti con operatori».
Perché due under 40 fondano una propria azienda
«Personalmente, ritengo che l’internazionalizzazione sia un metodo replicabile e adattabile, a prescindere dall’eta’ anagrafica. Abbiamo notato che, per navigare le acque burrascose della globalizzazione, servono strumenti agili, veloci e affidabili su molteplici mercati in contemporanea. E’ ormai obsoleto pensare in schemi bilaterali. Vogliamo offrire diverse rotte su misura per indirizzare aziende e investimenti verso porti sicuri, in particolare piccole e medie imprese. Da qui il nome “Vessel Global”: siamo un vascello, e al contempo un tramite, in grado di realizzare processi complessi di internazionalizzazione e investimenti esteri. Ci sono innumerevoli piccole e medie imprese ad alto contenuto tecnologico pronte ad un passo verso prime strutture corporate oltreconfine o di acquisizioni estere, oramai cruciali per sopravvivere all’impatto della competizione mondiale, che però non trovano referenti adatti per realizzare gli step ideali in tempi rapidi».
La scelta di Berlino
«È una città che da anni vive una crescita sorprendente ed è uno degli hub principali se si vuole entrare sul mercato tedesco. La capitale tedesca offre una bussola quotidiana per captare diversi trend nel mondo digitale e hi-tech. Il ritorno di Siemens e l’arrivo di Tesla lo dimostrano. Lo sarà ancor di più a breve alla luce della Brexit, delle elezioni americane di Novembre e delle negoziazioni sulle barriere tariffarie tra mercati, di cui la Germania è normalmente il punto di riferimento decisionale europeo. Abbiamo ad ogni modo partner dislocati in tutti i continenti più altri quattro centri operativi diretti oltre a Berlino: Praga, Genova, Charlotte (USA) e Shanghai».
Il futuro delle piccole e medie imprese italiane
Intravedo due scenari possibili: il primo è che la congiuntura economica internazionale rimanga stabile e le aziende italiane riescano a ingranare per sviluppare una propria presenza estera strutturata ed efficace. Parlo cioè di situazioni in cui non ci si limiti ad avviare uffici di vendita e partnership con distributori, ma che portino a creare stabilimenti o magazzini supportati da processi di industrializzazione 4.0 e alla valorizzazione di una nuova generazione di giovani imprenditori, il tutto condito da accesso a capitali e incentivi fiscali. Il secondo scenario è negativo: le cose rimangono come sono e perdiamo il treno della globalizzazione, subendone invece gli effetti non da protagonisti. Purtroppo se non ci sara’ una svolta nella governance e nelle tattiche coordinate dei nostri settori principali rischiamo di perdere la struttura portante che regge in piedi il Paese, ovvero quel tessuto industriale e tecnologico secondo in Europa solo alla Germania. Grazie ad esso siamo riusciti a permetterci finora un debito pubblico così alto, una politica inconcludente e una ricchezza che, almeno in certe zone, ancora resiste. Se sia a livello di policy che di forma mentis imprenditoriale non vi saranno mutamenti netti, saremo destinati a un lungo declino. La capacità di fare cluster dei distretti industriali, di investire in ricerca e sviluppo e di posizionarsi all’estero non sempre è governabile dall’alto nel breve termine, ma richiede una cultura del lavoro di squadra e della pianificazione tecnologica e strategica, imprescindibile per presentarsi sui grandi palcoscenici internazionali. Al momento mancano obiettivi chiari al nostro sistema Paese, oltre ad incorrere in seri problemi demografici. Noi siamo pronti a offrirci come skipper per coloro che hanno il coraggio di scrutare l’orizzonte. Seneca disse: “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”».