Cannes, alla Quinzaine la “Poesia infinita” di Alejandro Jodorowsky
A tre anni di distanza dalla presentazione de La danza de la realidad, torna alla Quinzaine uno tra i registi più amati di questa sezione indipendente: Alejandro Jodorowsky con Poesia sin fin. Quei ricordi che lui stesso afferma di aver voluto “colorare” dall’oblio della memoria, seppur con un processo per lui doloroso, tornano ad animare la sua arte. Rispetto a La danza de la realidad il racconto autobiografico lascia meno spazio al contesto politico, per concentrarsi sul ragazzo che non vuole diventare medico ma poeta.
La storia. Si ritrovano nuovamente quelle stesse figure grottesche con cui ritrae i propri genitori, in un Cile rappresentato dai volti tutti uguali (coperti da maschere bianche e anonime), ammaliati dalla forza e spietatezza della dittatura, che rende ancora più forte il contrasto col mondo folle e libero dell’arte. I corpi più brutti e deformi, così come gli atti più intimamente volgari e ripugnanti, trascendono e vengono sublimati dando vita alla poesia. La poesia di un circense che per ovviare alla tristezza della vita ride e fa ridere, esorcizzando quel senso che la vita grezza in sé non ha, ancor meno se giunti alla vecchiaia.
La conferenza stampa. Particolarmente emozionanti sono stati più gli elogi alla carriera che le domande: «meno male, perché non saprei cosa rispondere, in fondo sono i miei film a parlare per me», risponde il regista. «L’obiettivo principale», ci spiega Jodorowsky, «è seguire il processo creativo con cui si arriva all’opera, la passione che vi si mette nel farlo, e non ciò che ne viene fuori». Tradotto in termini monetari, non è quanto si va a guadagnare con un film che deve interessare all’artista. Forse è proprio per questo che Poesia sin fin è stato co-prodotto con il sostegno dei fan tramite Indigogo e Kickstarter (donatori tutti rigorosamente citati nei titoli di coda e i cui nomi finiscono per comporre un fotogramma del film). D’altronde, per ammissione dello stesso regista, non essendo lo scopo finale del progetto ben definito così come il modo in cui arrivarci, le paure dell’amico produttore che i soldi potessero finire prima del tempo avevano un loro perché: «in tal caso, cosa sarebbe importato? Avrei finito il film semplicemente riprendendo me che lo racconto», scherza Jodorowsky.
Foto di copertina © Poesia sin fin – YouTube