Calabria, Berlino, Russia, Cina e – a causa del Covid- di nuovo Catanzaro: lo chef Paolo Dodaro non si arrende

Dopo 16 tra Europa e Asia, lo chef Paolo Dodaro rientra in Calabria per una nuova e ambiziosa avventura

Paolo Dodaro è un giramondo della cucina. A 42 anni pensava finalmente di essersi ormai stabilito in Cina sia dal punto di vista sentimentale (ha avuto da pochi mesi un bambino da sua moglie, una donna cinese) che lavorativo, con un ristorante che avrebbe dovuto aprire, ma il Covid ha messo in subbuglio qualsiasi piano. Ad inizio febbraio si trovava presso i genitori della moglie nella provincia di Hubei, la stessa di Wuhan, quando un aereo militare messo a disposizione dalla Farnesia lo ha riportato, con tutta la famiglia, in Italia. Dopo due settimane di quarantena a Roma, è tornato a Roccelletta di Borgia, provincia di Catanzaro, piccolo villaggio in cui è cresciuto. «Ogni idea di tornare in Cina al momento è sospesa. Non cancellata, ma da valutare non prima di un anno». Nel frattempo Paolo ha iniziato a lavorare per un ristorante a Montepaone Lido, sempre nella zona. «Sarà una cucina di eccellenza, sia per le persone del luogo che per il turisti. Uniremo la tradizione culinaria calabrese con ingredienti e modalità di cottura e che ho scoperto durante la mia vita all’estero».

La vita da giramondo dello chef Paolo Dodaro: l’Europa

La Calabria gli piace, così come piace alla moglie. «È molto felice qui. L’idea per il futuro è di fare sù e giù con la Cina dove vorrei continuare a fare business.» Viaggiare fa parte del suo DNA. «La prima esperienza è stata Berlino. Era il 1994, mi ci sono trasferito senza avere nessuna conoscenza della lingua o della città. Ho cominciato a bussare alle porte dei ristoranti e così ho trovato posto alla Muntagnola. Lavorare lì è stata un’esperienza fantastica: serietà, professionalità, cibo e cultura culinaria. Mi sentivo a casa, nonostante le loro prelibatezze fossero lucane e io sia un mix calabro-pugliese. La cosa più bella però è stato il rapporto con Pino, il proprietario. Sono rimasto a Berlino fino al 2012, quasi 18 anni, cambiando responsabilità e ristoranti. In quegli anni ho imparato la disciplina e l’importanza dei sentimenti anche sul posto di lavoro, al come sia necessario fare squadra. Ho ricevuto una vera e propria educazione psicologica nel campo del lavoro, sia nel campo sociale. Da Berlino mi sono trasferito per due anni a San Pietroburgo, in Russia, assunto come direttore di un’azienda di prodotti da forno».

La vita da giramondo dello chef Paolo Dodaro: la Cina

«Fin da quando sono un bambino sognavo di andare in Cina. Era come una voce dentro di me. E alla fine sono partito. Ho iniziato a Pechino lavorando come general manager del ristorante La pizza buffet. Da lì ho cambiato ristoranti e città, vivendo anche a Shenzen, infine a Pechino e ampliando le mie conoscenze e esperienza, fino all’assunzione presso un elegante ristorante di Li Yapeng, uno degli attori cinesi più famosi al mondo, nonché sede di un famoso programma televisivo di cucina. Un giorno durante la prima puntata, uno degli chef selezionati si ammalò all’ultimo e così mi chiesero di sostituirlo. Dovevo essere un tappabuchi ed invece ho finito con il vincere l’intero programma e diventare a mia volta giudice per quattro anni consecutivi. Nel 2019 sono sttao nominato “Primo chef calabrese nel mondo” dalla Regione Calabria e ho cominciato a pianificare l’apertura del mio primo ristorante. Peccato che tutto sia saltato a causa del Covid, ma forse quanto è accaduto si trasformerà in un bene. Mi piace cogliere le occasioni e sono sicuro che ce ne siano tante in giro, devo solo impegnarmi e allungare la mano per prenderle».

piatto di Paolo Dodaro Chef

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