Berlino, municipio rimuove nudi fotografici «per non urtare alcuna sensibilità religiosa»

Un municipio di Berlino ha deciso di rimuovere due nudi artistici dalla mostra fotografica che stava ospitando. É successo a Köpenick, quartiere situato nella zona sud-est della città. Le due foto facevano parte di un’esposizione temporanea di oltre 300 scatti amatoriali inviati da 20 club fotografici berlinesi. In una nota del municipio si spiega che si sono registrate lamentele da parte di alcuni impiegati e clienti, offesi nella loro sensibilità religiosa. La vicenda ha sollevato le proteste di fotografi, associazioni e cittadini e sta infiammando il dibattito sulla libertà dell’arte in Germania, specie in relazione a visioni del mondo che rischierebbero di sottoporla a censura. Meno di due settimane fa era arrivato il benestare del governo Merkel al processo Böhmermann dopo che il celebre comico aveva sfidato il presidente turco Erdogan durante la sua trasmissione satirica Neo Magazin Royale.

Le due foto “incriminate”. La mostra nel municipio di Köpenick era stata inaugurata da tre settimane quando i responsabili del’ufficio pubblico hanno deciso di rimuovere Fairy, opera di Wolfgang Hiob (v. foto di copertina), e uno scatto in bianco e nero di Jan Gießmann in cui è ritratta una ragazza stesa sul divano, intenta a leggere un libro, dalla cui vestaglia semiaperta si scorgono seni e pube. Wolfgang Hiob, appartenente a una delle associazioni partecipanti alla mostra, il Colorclub Berlin Treptow, è peraltro un affermato fotografo vincitore di numerosi premi.

Le motivazioni della censura. Dal municipio di Köpenick fanno sapere di ripetute lamentele da parte di alcune impiegate locali. L’assessore comunale alla cultura Michael Vogel (CDU) ha inoltre dichiarato alla Berliner Zeitung che ci sarebbero state segnalazioni anche da parte del pubblico e che dunque, per non ferire la sensibilità religiosa di nessuno, si è proceduto alla rimozione delle due opere. Alla domanda del quotidiano berlinese sull’eventuale presenza di cittadini musulmani tra coloro che hanno protestato, Vogel ha preferito non rispondere. Ha aggiunto però che «il municipio è un ufficio pubblico, il cui compito è in primo luogo di sbrigare corrispondenti funzioni e servizi». Secondo l’assessore l’esposizione di nudi sarebbe addirittura vietata, anche se ufficialmente il municipio non ha mai emanato alcuna disposizione a riguardo e già in passato ci sono state mostre in cui comparivano nudi fotografici.

Le reazioni del mondo della cultura. Nel frattempo a Berlino si accende il dibattito sulla libertà dell’arte: Il Bezirksparlament di Köpenick chiarisce come non ci possano essere limitazioni fondate sulle scelte estetiche e tematiche dell’artista. Il Colorclub Berlin-Treptow parla apertamente di una «inaccettabile censura» e, per protesta, ha ritirato dalla mostra tutte le 32 foto realizzate dai suoi membri.

A rischio la libertà dell’arte? Molti paventano il rischio di una libertà di espressione mutilata: in una società multiculturale dove impera un autentico politeismo dei valori e in cui si confrontano visioni del mondo molto distanti tra loro, si pone il problema di conciliare esigenze confliggenti come la tutela delle diverse sensibilità religiose e culturali e la salvaguardia di uno spazio pubblico libero, laico, plurale. Questi dilemmi si fanno sempre più pressanti in uno Stato come la Germania e in una città cosmopolita come Berlino. Ma, che le proteste arrivassero o meno da cittadini di fede musulmana non è, come a molti potrebbe sembrare, il fulcro della questione: il vero punto è contrastare sul nascere ogni forma di intransigenza religiosa o di moralismo regressivo e assolutista, da qualunque parte essi provengano: l’Occidente ha già avuto a che fare, nei secoli passati, con l’ottusità della censura e ha dovuto misurarsi, vittorioso, coi vari Braghettone intenti a velare gli “impudichi” capolavori dell’arte rinascimentale. A causa di una malintesa accezione di integrazione – che resta per ogni altro aspetto necessaria, ineludibile e auspicabile – non c’è bisogno di tornare a tristi snodi storici ormai felicemente superati.

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Foto di copertina: Fairy © Wolfgang Hiob