Avatar 2 – La via dell’Acqua, anche in Germania arriva lo straordinario (l’abbiamo visto) film di Cameron
Con Avatar – La via dell’acqua James Cameron firma un monumentale sequel assolutamente da vedere al cinema, e in 3d, per essere goduto al massimo
Esce il 14 dicembre in Germania (ma la stessa è anche in Italia) Avatar 2 – La via dell’Acqua, sequel di quell’Avatar che nel 2009 cercò, e in parte riuscì, a cambiare il cinema grazie ai suoi straordinari effetti speciali tra cui l’utilizzo di un 3d di nuova generazione poi ripreso da tante produzioni con la speranza di riavvicinare il grande pubblico alla sala già all’epoca in graduale allontanamento.
Questo secondo capitolo probabilmente, seppure in maniera meno esplicita, si propone lo stesso obiettivo. Ce ne si rende conto sia dai monumentali costi di produzione, 250 milioni di dollari, che dai tanti anni spesi per la sua preparazione. Non sarà un sequel “unico”. Il prossimo anno è atteso il numero 3, nel 2026 invece il 4. James Cameron, insomma, punta in grande. E, da quel che abbiamo visto in anteprima qui a Berlino, centra il bersaglio anche in termini di qualità. Dopo il trailer trovate la trama di Avatar 2.
Avatar – La via dell’acqua, la trama
Jake Sully ormai ha trasferito completamente la sua mente nell’Avatar, è un Na’vi a tempo pieno. Ha avuto ben tre figli con Neytiri oltre ad aver adottato Kiri, progenie della scienziata interpretata da Sigourney Weaver nel primo film. La loro vita scorrerebbe tranquilla se gli umani non volessero tentare, nuovamente, di prendere Pandora, ma non solo.
Di mezzo c’è anche il desiderio di vendetta dell’allora colonnello Miles Quaritch, ora diventato anche lui un Na’vi. Per salvare la sua tribù dalla furia distruttrice dei loro ormai acerrimi nemici, Jake decide di nascondersi dall’altra parte del pianeta dove vive un popolo simile ai Na’vi, ma più legato al mare. Si tratta dei Metkayina. Purtroppo però il suo viaggio sposterà semplicemente il luogo dello scontro e nel frattempo non tutti i suoi figli vivono in maniera armoniosa il radicale trasferimento…
Avatar – La via dell’acqua, il piacere della visione
Avatar – La via dell’acqua può essere goduto su più livelli. Il primo è lo spettacolo. Non solo le straordinarie ambientazioni, luoghi splendidi che dopo poco hai la percezione che siano da qualche parte nascosti nel nostro mondo (che è anche corretto, c’è sempre un luogo di ispirazione reale per ogni location di Avatar), ma anche le stesse scene di azioni, che siano tra le foreste o sott’acqua tengono sempre il fiato sospeso. Il 3d, se forse nelle prime scene sembra “troppo”, e non necessario tanto sono caotici i primi minuti, a lungo andare diventa un moltiplicatore in grado davvero di fare la differenza in termini di coinvolgimento emotivo ed “effetto wow”.
Ad un secondo livello, per i cinefili, c’è la possibilità, e il piacere, di trovare in questo film tanto di quel James Cameron visto, e amato, in passato. Ci sono i bassifondi di The Abyss, il naufragio di Titanic e le domande ricorrenti per la Sarah Connor di Terminator (cosa fare per salvare la propria famiglia, scappare o affrontare di petto il nemico?). Se parliamo del cast poi, anche qui c’è il desiderio manifesto di lavorare con conoscenze del passato. La compagna del capo tribù dei Metkayina c’è Kate Winslet (ma non è nella scena del naufragio), il personaggio invece di Sigourney Weaver (che con Cameron lavorò ad Aliens) riappare anche se morto nel primo episodio. Il resto del cast principale, dai protagonisti Sam Worthington a Zoe Saldana. passando per il cattivo Stephen Lang, è invece confermato al 100%, seppur lo si vede sempre in versione Na’vi.
Il terzo livello, e lo mettiamo per ultimo solo perché è quello meno riuscito, è quello narrativo. Quella metafora dell’uomo che distrugge la natura e/o i nativi che la abitano in nome del proprio miope arricchimento era già stata presentata nel primo episodio. Qui viene logicamente ripresa, ma le ragioni dei cattivi si fanno un po’ più nebulose. Basta il desiderio di vendetta del colonnello per motivare una così massiccia caccia all’uomo? Per fortuna al di là delle motivazioni che portano allo scontro finale, il resto del film è incentrato, e lo fa per bene, sull’analizzare il concetto di famiglia, l’educazione dei figli, l’importanza di rimanere uniti e, in termini minori, sull’accoglienza e la solidarietà.
Il risultato, ad ogni modo, è una pellicola che riconcilia, semmai ce ne fosse il bisogno, con il piacere di godersi un film in sala. Avatar – La via dell’acqua è assolutamente da non perdere.
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