Australia, genitori penalizzati economicamente se non vaccinano i figli
Continua la campagna del governo australiano per combattere l’antivaccinismo dilagante. Le nuove misure, principalmente fiscali, risultano per ora molto efficaci.
Il Ministro federale per i servizi sociali australiano, Dan Tehan, ha recentemente rilasciato una dichiarazione secondo la quale, a partire dal 1 luglio 2018, i genitori che non faranno vaccinare i propri figli perderanno la possibilità di ottenere finanziamenti statali bisettimanali.
Le specifiche della nuova legge
In Australia i cittadini con figli a carico con reddito annuo minore di $59.100 (dollari americani), ricevono un sussidio economico chiamato Family Tax Benefit Part A. Il nuovo provvedimento prevede che di questo sostegno economico, i genitori perderanno $21 ogni due settimane per ogni figlio non vaccinato o in ritardo. Tehan ha spiegato che «I genitori che non fanno vaccinare i figli mettono in serio pericolo i propri bambini e anche quelli degli altri». In altri Paesi, come negli USA, i bambini devono vaccinarsi se vogliono accedere alle strutture scolastiche.
I rischi della mancata vaccinazione
Sono molti i genitori che non intendono vaccinare i propri figli, e questo può essere un problema. Se molti bambini non vengono vaccinati, infatti, si perde il cosiddetto “effetto gregge”, ovvero aumenta esponenzialmente la probabilità di rimanere contagiati da malattie neutralizzate dal vaccino. Il vero valore del vaccino è proprio quello di evitare il contagio, più che di curare a posteriori la malattia. Non far vaccinare i bambini risulta dunque problematico, soprattutto per gli individui che non possono rendersi immuni per motivi medici. Questi ultimi potrebbero infatti contrarre malattie dopo essere stati contagiati dai loro coetanei. Peraltro in alcuni casi il vaccino è l’unica alternativa per difendersi. La poliomelite, il papilloma virus e l’epatite B sono solo alcuni esempi di malattie molto pericolose per le quali non si conoscono cure. Da qui la decisione del governo australiano di contrastare le ultime tendenze anti-vaccini.
Il piano generale australiano per incentivare la vaccinazione
Lo Stato australiano aveva già elaborato negli ultimi anni una serie di leggi per incoraggiare la popolazione a vaccinarsi. Dal 2015, ad esempio, non si può più rifiutare la vaccinazione per motivi religiosi. Molti Stati australiani, inoltre, avevano aderito al piano chiamato “No Jab, No Play” (“Nessuna vaccinazione, nessun gioco”), che impediva ai bambini non vaccinati di accedere agli asili nido e in generale ai centri dedicati all’istruzione. Nel 2016 è stato introdotto il “No Jab, No Pay” (“Nessuna vaccinazione, nessun pagamento”): i genitori con figli non vaccinati – o indietro con i richiami – perdevano, alla fine dell’anno, il diritto di ricevere un supporto economico per i figli, pari a circa $544 (ne abbiamo parlato qui).
I risultati dei vecchi provvedimenti e le motivazioni dei nuovi
A partire dal momento della messa in vigore del “No Jab, No Pay”, sono stati vaccinati 246mila bambini in più rispetto all’anno precedente, e il livello di immunizzazione del Paese è salito al 92,2%. Alcune delle persone che si sono schierate contro i vaccini hanno persino elaborato servizi sociali autonomi per contrastare le nuove leggi a favore. L’ultima iniziativa del governo australiano di togliere ogni due settimane parte degli aiuti economici è sostanzialmente una modifica del “No Jab, No Pay”. In pratica, si tratta di una riduzione bisettimanale invece che una punizione a fine anno. Secondo Tehan, questa strategia permetterà di «ricordare costantemente ai genitori di aggiornare le vaccinazioni dei propri figli».
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