9 novembre, 34 anni fa cadde il Muro di Berlino

34esimo anniversario della caduta del Muro di Berlino. Consigli sui musei da visitare e viaggio indietro nella storia

Oggi si celebra il 34esimo anniversario della Caduta del Muro di Berlino, che il 9 novembre 1989 crollò, ponendo fine alla divisione della città e della Germania. Ma come si arrivò a quel famoso 13 agosto 1961, giorno in cui Berlino ovest fu circondata da un muro lungo 155 km? E come si arrivò al novembre dell’89? In questo articolo troverete alcuni consigli sulle mostre e sui musei da visitare. A seguire le tappe più importanti della storia che hanno portato alla costruzione del Muro e alla sua caduta 30 anni dopo.

Che cosa fare oggi

Se vi trovate a Berlino proprio oggi e volete sapere di più sul Muro, sulla RDT, sulla Stasi e su molto altro, ecco a voi alcuni musei e mostre da visitare!

Partiamo dalla East Side Gallery, 1,3 km di muro dove, a partire dagli anni ’90, più di cento artisti provenienti da tutto il mondo hanno dipinto graffiti per celebrare la pace e la libertà. Se andate a Bernauer Straße troverete il monumento commemorativo del Muro di Berlino, un tratto di Muro e la cappella della riconciliazione. Altra mostra molto interessante è quella delle “stazioni fantasma”, dove i treni da Ovest passavano a Est senza fermarsi. Con il “TimeRide Berlin”, farete un viaggio nel tempo nella Berlino divisa grazie alla realtà virtuale.

Se volete sapere di più sulla polizia segreta, dovete andare assolutamente al Museo della Stasi, ex quartiere generale del Ministero della sicurezza di Stato della RDT. Da visitare anche il memoriale Berlin-Hohenschönhausen, la prigione di Stato della RDT, dove gli oppositori e dissidenti del regime venivano rinchiusi, interrogati e torturati.

Per più informazioni, potete consultare questo sito.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale

Tra luglio e agosto del 1945, i paesi vincitori della Seconda Guerra Mondiale si riunirono a Potsdam per decidere sul futuro della Germania, paese sconfitto. In seguito alla conferenza, gli Alleati divisero il Paese in quattro zone di occupazione, con l’Unione Sovietica schierata a est e le potenze occidentali a ovest. Nonostante si trovasse all’interno della zona occupata sovietica, divisero anche Berlino in quattro Besatzungszonen. Questo periodo iniziale di pace e distensione tra le potenze occidentali e l’URSS sfociò però in un nuovo conflitto: la Guerra Fredda. Tra il 1946 e il 1961, una serie di eventi andarono infatti a deteriorare le relazioni tra i due blocchi: l’introduzione del marco tedesco nella Berlino Ovest, il blocco delle vie di comunicazione con la parte occidentale della città imposto dall’URSS e il Luftbrucke, un ponte aereo che per quasi un anno garantì beni primari ai berlinesi dell’ovest, come cibo, vestiti e materie prime. Nel 1949 nacque la Repubblica Federale Tedesca (RFT) nella Germania Ovest e nello stesso anno venne istituita la Repubblica Democratica Tedesca (RDT) a Est.

13 agosto 1963

Nella RDT prese piede un regime socialista che presto divenne dittatoriale e illiberale. Un solo partito governava, il SED, affiancato dalla Stasi, polizia segreta, che spiava tutti i cittadini della RDT per reprimere ogni tipo di dissidenza. A causa dell’autoritarismo crescente e dei salari inferiori rispetto alla RFT, centinaia di migliaia di lavoratori qualificati scapparono verso Ovest tra il 1949 e il 1961. Per far fronte alla fuga di cervelli e alla pressione del Cremlino, nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 la RDT decise di circondare Berlino ovest con un filo spinato che presto si trasformò in un muro lungo 155 km.

La caduta del Muro di Berlino

Questo muro divise fisicamente la città di Berlino e ideologicamente l’intera Germania per quasi trent’anni. Ma negli anni ’80 una serie di eventi portarono al fatidico 9 novembre 1989 e alla Wiedervereinung (riunificazione) delle due Germanie un anno dopo. Nel 1985 diventò infatti segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica Mikhail Gorbaciov. Nel nome della glasnost e perestroika, annunciò una serie di riforme per rendere l’URSS più trasparente e liberale con i suoi stati satelliti. Quattro anni dopo, l’Ungheria decise di aprire il confine con l’Austria, permettendo così il passaggio degli abitanti della RDT verso la RFT.

A questa apertura seguirono dimostrazioni con decine di migliaia di partecipanti in diverse città dell’Est, prima tra tutte a Lipsia, che per la prima volta le forze dell’ordine non repressero col sangue. In seguito alla decisione dell’Ungheria, i cittadini della RDT aumentarono la pressione sul governo, perché permettesse loro di viaggiare a Ovest. E fu così che si arrivò al 9 novembre 1989, giorno in cui una conferenza stampa con il Ministro degli esteri della RDT, Schabowski, cambiò la storia. Il governo aveva infatti preparato un disegno di legge che permetteva ai cittadini della RDT di lasciare la Germania dell’Est attraverso qualsiasi frontiera. Quando gli chiesero, a partire da quando la legge sarebbe entrata in vigore, la sua risposta fu: “da subito, senza indugi”. Questa risposta fu la goccia che fece traboccare il vaso. Migliaia di persone si riversarono infatti nelle strade di Berlino gridando “Tor auf! Tor auf!” (aprite la porta!) e a mezzanotte avvenne l’impensabile: le frontiere, che per 28 anni avevano diviso un’intera città, vennero finalmente riaperte.

Leggi anche: Quel Muro di differenze linguistiche tra la DDR e la Germania dell’Ovest

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