50 ragioni per potere pensare di tornare a vivere in Italia

Abbiamo chiesto a redattori e collaboratori di Berlino Magazine le ragioni per cui si potrebbe pensare di lasciare Berlino (e l’estero in generale) per ritornare in Italia.

Tutti vivono o hanno vissuto in Germania o a Londra: sono studenti e giovani lavorati, che alla domanda “per quale ragione potresti pensare di tornare a vivere in Italia, sempre che tu non l’abbia già fatto?”, ecco cosa hanno risposto:

1-“Per le cose più banali, ma che, nonostante tutto, c’è sempre il rischio che la nostalgia per loro possa giocare brutti scherzi, se non ora, in futuro: famiglia, vecchi amici, meteo e cibo. Per il momento però non penso di riuscire ad immaginare un mio futuro in Italia se non per scelte che non dipendono da me.” (Andrea D’Addio)

2-“Perché Berlino non è “casa”: è una città fantastica, che amo, dove si vive benissimo e ci si stressa di meno rispetto a Firenze, ma dopo 3 anni posso dire di non sentirla mia (anche se la conosco molto bene). Quando pensi di averla compresa, Berlino è già scappata via, verso una nuova avventura che ti sembra sempre meno attraente. Ed è una città di passaggio: molti vengono, in pochi restano. Vedersi azzerare conoscenze e amicizie ogni sei mesi circa è una cosa a cui non riuscirò mai ad abituarmi.” (Francesco Somigli)

3-“Perché ho sempre pensato a Berlino come un´avventura, un´esperienza costruttiva all´interno del mio percorso di vita, come a un punto di partenza e non di arrivo, per cui sì, se ne avrò la possibilità io vorrei ritornare in Italia, prima o poi, per stare vicino alla mia famiglia e perché con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, l´Italia è in grado di farmi sentire davvero a casa. Qui è tutto bello e magnifico, e ora come ora non riuscirei ad immaginarmi in un altro posto, ma ogni tanto mi sento un po´ spaesata.” (F. L.)

4-“Quando rifletto sull’affetto che provo nei confronti del mio Paese, mi sento malinconica nel pensare che, in un certo senso, sono ‘costretta’ a stare a Berlino, poiché il mio futuro lavorativo è sicuramente qui (e in generale in giro per il mondo, mi auguro). Penso di riuscire ad immaginare un futuro in Italia nel momento in cui vorrò creare una famiglia.” (Corinne Santucci)

5-“Perché arriverei alla conclusione di non avercela fatta, oltre al movimento culturale, le feste, le persone che conosci, Berlino non è una città facile. Trovare il “tuo” assetto è complicato: paradossalmente, le opportunità lavorative sono troppe e sempre per troppe poche persone. Il continuo flusso di persone ti impedisce di avere una rete di amici su cui far pieno affidamento e si ha a che fare quotidianamente con un popolo parecchio diverso da quello italiano. In ogni caso, se e quando mi sposterò, sarà per passare a qualcosa di radicalmente opposto: la penisola iberica o l’America Latina.” (Daniele Barbarossa)

6-“Ormai sono più di tre anni che vivo a Berlino e ancora ci amiamo. Certo abbiamo qualche screzio come tutte le coppie, ma l’amore non è bello se non è litigarello, forse potrei lasciarla giusto per Hollywood o magari venir sedotto dalla vichinga Copenaghen ma nel bene e nel male, nonostante la lingua, gli hipster, il freddo becco e la Kirchensteuer, le rimango fedele. Mamma Italia è un capitolo chiuso, nonostante la mancanza della famiglia e degli amici, del sole e del mare, della pizza e del mandolino, ormai mi sentirei straniero in patria, mi sono troppo abituato alla civiltà, tornare mi sembrerebbe un’involuzione visto e considerato che la mia città Palermo (che non è proprio Italia Italia) è in mano a una masnada di barbari, incivili e prepotenti.” (Giuseppe Messina)

7-“Non sono per nulla attratto dall’idea di tornare in Italia. Se dovessi proprio andar via da Berlino ci sono tanti posti nel mondo dove mi piacerebbe vivere piuttosto che in Italia. Se mai dovessi tornarci sarebbe solo per una ragione che non conosco ancora.” (Salvo Matranga)

8-“Vivo a Berlino da quasi tre anni: la qualità della vita è alta, le opportunità di lavoro interessanti e la dimensione interculturale e multietnica della città stimolante. Berlino non è perfetta, ma è la città in cui voglio vivere e ho intenzione di rimanere almeno ancora per qualche anno, anche se forse non per sempre (o forse sì). Tornare in Italia? Non nell’immediato, anche se a volte si fa sentire la nostalgia di famiglia, amici e di luoghi legati indissolubilmente all’infanzia e agli anni della crescita. Forse tra qualche anno, se la situazione economica, lavorativa e sociale del Paese migliorerà. E intanto, magari, sperimentare ancora la vita in qualche altra nazione…” (Elisa Leonzio)

9-“Sono tornata temporaneamente in Italia per seguire un corso che potrebbe, forse, darmi un futuro, ma Berlino mi manca ogni singolo istante. Dunque, da persona che sta vivendo sulla propria pelle la mancanza di una città così vivibile, affascinante, non perfetta ma di sicuro più stimolante di qualsiasi altro posto in cui abbia mai vissuto, alla quale sono, tra l´altro, legati i ricordi più belli della mia vita, dico che no, non posso immaginare nessun buon motivo per cui dover tornare o restare in Italia. Credo che in questa particolare fase storica chi ne ha la possibilità debba assolutamente fuggire all´estero.” (Laura Federico)

10-“La mia passione per la Germania nasce tra i banchi di scuola, dove ho scoperto la lingua tedesca. Nonostante fossi nel pieno dell’adolescenza sentivo che non si trattasse di un interesse dettato dalla mera voglia di andare contro corrente, ‘impuntandosi su di un popolo che con noi non ha nulla a che vedere’. Questo è ciò che mi veniva costantemente ripetuto. Ebbene, vivere in Germania è stata la conferma di quanto pensavo e avere la possibilità di conoscere altre città oltre a Berlino ha contribuito a rafforzare la mia convinzione iniziale.” (Daniela Pititto)

11-“Affermare che i miei cari mi manchino è troppo scontato: non c’è giorno in cui non li desideri accanto a me. Tuttavia qui sono venuta a contatto con delle abitudini, una mentalità e sì, una parola che vuole dire tutto e nulla, un ‘sistema’ che rispecchia esattamente la mia forma mentis. Amo il nostro Paese e la mia città di origine ma pensare di tornarci mi fa stare male: da residente in Italia, ormai, mi sentirei solo una straniera in patria.” (L.A)

12-“Sono felice per chi, tra i miei connazionali conosciuti all’estero, farà ritorno nel luogo che ci ha dato i natali e lotta ogni giorno per poter tornare arricchito da un’esperienza stimolante e positiva, ma ahimè per me stessa rappresenterebbe solo un fallimento.”  (T.R.)

13Perché’ Berlino è un porto senza mare.” (Piera Ghisu)

14-“Berlino è un luogo-non luogo in cui la vita scorre come in molte altre città, con momenti di gioia e di pessimismo, con giornate da prendere e gettare nel cestino ed altre da incorniciare; Berlino è un posto che non è speciale per alcun motivo ma che non lascerei per nulla al mondo pur convivendo quotidianamente con in momenti di sconforto per i risultati che non sempre raggiungo, quelli di nostalgia per gli amici che fanno di questa città solo una tappa del loro viaggio e di rabbia per la lotta impari e senza miglioramenti con la declinazione degli aggettivi.” (M.P)

15-“La mia vita qui quindi è fatta di piccole e grandi difficoltà che dovrei affrontare anche se vivessi ancora a Milano ma che non credo sarei capace di affrontare con lo stesso stato d’animo perché ogni momento difficile o delusione è stato mille volte ripagato con un numero infinito di vittorie personali: la mia prima frittata, il mio lavoro, nuove ed importanti conoscenze e la consapevolezza che per le persone “speciali” non c’è distanza che impedisca di stare vicini.” (M.S)

16-“Sebbene ‘Berlin kein Ponyhoff ist’, cioè la città non sia il paradiso, la mia vita berlinese è quella che volevo, per cui ho lottato e lotto e per cui con imprudenza o coraggio ( me lo chiedo a giorni alterni) ho lasciato l’Italia qualche anno fa e in cui desidero trascorrere il resto della mia vita.” (Manuela Margaroli)

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17-“Perché forse questi anni di crisi passeranno e troverò in Italia il lavoro dei miei sogni, che mi permetta di fare ciò che mi appassiona nell’unico Paese dove non sarò mai un’immigrata.” (Chiara Polacchini)

18-“Dopo anni di permanenza a Berlino la sensazione e la certezza di non conoscere ancora tanti angoli di questa città mi impedisce di abbandonarla. Comodo è anche il fatto che si trovi nel bel mezzo dell’Europa ed in caso scappare è assai semplice ed economico”. (E. C.)

19-“Sarò pronta a tornare in Italia quando la voglia di meravigliarmi e di fare esercizio di curiosità sarà placata, o quando il mio Paese sarà in grado di tornare a stupirmi. O quando tornerà a farsi amare per qualcosa che vedo crescere ogni giorno e non per nostalgia di tempi passati o artificiali costruzioni sul futuro. Di Berlino mi innamoro ogni giorno di più e finché mi farà anche amare il modo in cui mi sento quando ci cammino dentro, cercherò di non interrompere questa deliziosa meraviglia.” (Chiara Rainò)

20-“Posso pensare di ritrasferirmi in Italia solo nel momento in cui mi accorgerò che anche lì potrei trovare una maggiore cura della bellezza, un superiore senso civico, una più forte solidarietà sociale, un nuovo rispetto reciproco, una sicura giustizia civile, una minore frustrazione lavorativa e personale. Insomma una vita più serena.” (Gabriele Iaconis)

21-“Posso pensare di ritrasferirmi in Italia prima o poi perché la amo ed è il Paese più bello del mondo e perché vorrei che i miei figli ci nascessero e crescessero vivendone la bellezza e il calore; inoltre finché tutte le persone in gamba lasciano l’Italia, invece di restarci e tentare di cambiarne i lati negativi, niente mai migliorerà, per questo potrei pensare di ritrasferirmici. Qualcuno disse ‘non concordo con te ma lotterò con tutta la mia forza affinché tu abbia la possibilità di esprimere comunque le tue idee’…ecco purtroppo in Italia ciò non esiste, tutti credono di aver ragione e pensano che chi non la pensa ugualmente debba morire…non c’è RISPETTO dell’opinione altrui e degli altri in generale…c’è solo IO, IO e ancor IO…e questo non mi dà nessuna voglia di tornare in Italia…” (Carlo Barbini)

22-“Perché ogni volta che mi accompagna all’aeroporto mio padre cerca di nascondere gli occhi lucidi, e poi non riuscendoci scappa via.” (Marco Pellegrino)

23-“Quello che mi manca dell’Italia è la mia famiglia, il buon cibo e il sole! L’Italia è come Roma, eterna! È stupenda ma è sempre uguale a se stessa, la sensazione che non cambi mai mi rende il nostro Paese stretto! Chissà forse un giorno ci tornerò, per ora però, dopo un anno e mezzo, sento ancora il bisogno di ‘conquistare’ Berlino!” (C.F.)

24-“Quando ce ne siamo andati, l’Italia aveva meno da offrirci rispetto alla Germania. Ma qui non ci sono radici, neanche nella foto che teniamo sul comò. La verità è che non vedo l’ora di tornare in Italia, di ritrovarne il calore, riassaggiarne i sapori, riodorarne i profumi. Gli italiani: che mancanza! In fondo, ciò che piace, anche, di Berlino, è il poter incontrare, quotidianamente, gente come noi: in fuga, che porta in Germania qualche pezzo di sé.” (Michela Cannovale)

25-“Per poterne scrivere (sull’Italia). E poi: per i supplì a portata di mano, per la macchia mediterranea a un tiro di schioppo, per il rumore di cucchiaini e piattini al bar, per le campane di Roma, per il gelato artigianale a mezzanotte.” (Sybilla Pace)

26-“Chi ha detto che la vera patria coincida col luogo in cui si è nati? Italia t’amo e t’odio: non sei la mia patria elettiva, mi sono ritrovata a crescere nella tua pancia e ora rimane di te, nella mia testa, un lungo filo che ritorna ad un’infanzia felice. Sei bellezza accecante, luce piena, pizza fumante, amore vero, come un gatto che mi si accoccola… nei ricordi. Oggi non mi rappresenti, in te non mi trovo specchiandomi, sei familiare come traccia, non sei più un simbolo. Mi dispiace ma Berlino disegna il mio ritratto. Contaminazione, eclettismo, civiltà, multiformità e deformità visti come bellezza. Colori nel grigio che ti ritrovi dentro, cioè speranza. Ora non posso tornare, porterei solo altra rabbia che proprio non serve. Questa nuova patria, credo, mi insegnerà tante cose; magari un giorno le porterò indietro come souvenir di viaggio! Chi ha detto che un nuovo inizio non migliori anche i legami col passato?” (Federica Di Marco)

27-“Dopo 8 anni Berlino riesce ancora a sorprendermi e mi ritrovo spesso ad ammirarla con gli occhi entusiasti del primo giorno. Eppure si, un giorno vorrei tornare. Per gli affetti più cari sicuramente, per tutto ciò che di bello e unico ho lasciato e che troppo spesso si tende a sminuire.” (A.F)

28-“Perché voglio continuare a guardare con lo stesso entusiasmo luoghi, persone e storie diverse tra loro, senza sentirmi straniera in alcun luogo o sentirmi del tutto a casa.” (Sara Comparato)

29-“Io ho fatto al contrario: ho fatto di tutto per realizzare il sogno di tanti tedeschi, cioè vivere in Italia- non solo come Erasmus ma fare proprio la vita di tutti i giorni. Cercavo almeno un po’ di dolce vita a Roma (sapendo benissimo che non sarebbe stato facile). Invece mi sono trovata in una giungla alla quale non ero per niente preparata. Grazie a delle bellissime persone me la sono cavata in qualche modo, ma vivere con 900 euro al mese non è per niente una passeggiata (in una città costosa come Roma soprattutto). Sono rimasta sconvolta dal nepotismo e dall’impotenza dei cittadini in confronto a ciò. Ho incontrato tanta gente stanca, disillusa, un po’ in sospeso. I giovani non hanno più coraggio di sognare e questo è molto grave. Il modus vivendi sono cinismo ed ironia, ci si arrende o se ne va. In effetti ho deciso di andarmene anche se avrei preferito fare proprio il contrario. Mi sono trasferita a Berlino (dove prima non avrei mai voluto vivere) senza aspettarmi proprio niente. Invece sono stata fortunata e ho trovato tante belle cose qui. A Roma ci penso spesso, ma non vorrei più viverci, tranne in un mondo diverso.” (Lea Wagner)

30-“Perché il primo amore non si scorda mai.” (Denis Michelotti)

31-Perché in fondo non si è italiani per caso e a volte viene voglia di riscoprire quel senso un po’ sbagliato, arruffone ed anarchico, di fare le cose alla maniera nazionale. Certo a viverci, in Italia, spesso la si subisce, questa mancanza di rispetto per le regole. Eppure il caos italiano ti mette quasi nostalgia, a vederlo da qui, da un Paese nel quale niente accade per sbaglio, da un luogo in cui anche gli errori avvengono a causa di una regola. Il posto perfetto non esiste (fortunatamente) e per quanto sia banale ripeterlo, a volte non si può fare a meno di pensarlo. Nonostante questo, nell’infinita battaglia culturale fra la tedesca ‘ottusa obbedienza alle regole, a qualsiasi costo” e l’italiana ‘facciamo le cose un po’ come viene’, non riesco, con tutti i ‘se’ ed i ‘ma’ del caso, a non parteggiare per la seconda. Sarà che a piccole dosi è tutto più semplice.” (M. M.)

32-“Per non sentirmi più dentro un generico contenitore che ha come etichetta ‘voi italiani’, ‘voi in Italia’, ma per essere semplicemente ‘io’. Perché dopo quasi cinque anni ancora Berlino non mi fa sempre sentire ben accetta. Perché è una città che tutti usano, ma nella quale pochi costruiscono progetti a lungo termine. Con uno strano senso di emozione e un po’ di batticuore sto iniziando a familiarizzare con l’idea che forse, chissà, prima o poi, ‘a casa’ ci vorrei tornare.” (Maria Severini)

33-Perché se il cervello ostenta il coraggio della fuga, spesso il cuore resta lì, abbarbicato al profumo del mare e degli oleandri portato in casa dal vento di scirocco. Perché nessuno ti conosce bene come l’amica con cui hai fumato le prime sigarette nei bagni del liceo; e diciamocelo pure: trovare l’amicizia genuina, viscerale, disinteressata (a trent’anni, in una lingua che non padroneggi come vorresti e nello sforzo di restare a galla in un Paese che non è il tuo) è virtualmente impossibile. Perché Berlino, nel suo veloce, costante e disorganico divenire ti fa spesso sentire di passaggio – non lo fa apposta, né con cattiveria: è nella sua natura storicamente mutevole. Perché a volte è necessario prendere le distanze dalla vera bellezza per imparare lo struggente significato della parola ‘nostalgia’ e afferrare il senso più profondo di un ritorno.” (Silvia Elodia Fistetto)

34-“Non posso pensare di tornare in Italia. Non dopo la fatica fatta per integrarmi, per conoscere come funzionano la città e i suoi abitanti e per arrivare a sentirmi a casa qui nonostante la lontananza dalla famiglia. Penso – a malincuore – che tornare sarebbe un enorme passo indietro, in un mondo che, a differenza di Berlino, annegherebbe sogni e aspirazioni personali nel mare di frustrazione e paralisi collettiva che piega il nostro Paese.” (Andrea Bonetti)

35-“Io penso che sono gli unici motivi seri per cui potrebbe essere pensabile ritrasferirsi in Italia siano due Il primo è il meteo, di cui quest’estate è l’ennesimo esempio lampante: l’incostanza del tempo e la pioggia continua mi fanno uscire di testa. La seconda è il carattere medio del cittadino Berlinese: che sia esso tedesco o no, questa città ti indurisce dentro. Non conosco nessuno che non abbia avuto un sacco di ostacoli dal punto di vista umano, e non che in Italia problemi a livello umano non manchino, ma sono mediamente diversi, più leggeri forse. Ah, dimenticavo una terza: si può anche tornare in Italia se si decide di non appartenere più alla diaspora, ma cercare di contribuire alla ’ricostruzione’ del nostro Paese impegnandosi sul posto. Altrimenti non mi vengono molte altre ragioni.” (Emmanuele C.)

36-“Ho trascorso gli ultimi tre anni tra Germania e UK dove ho imparato ad apprezzare i lati positivi del nostro Paese anche se mi accorgo che la porta d’ingresso gira solo in un senso… è facile emigrare ma non lo è altrettanto tornare in Patria. Quando vivi in città come Berlino o Londra, multiculturali, dinamiche e dove organizzazione e meritocrazia non sono un optional, ti accorgi che per quanto ami il Bel Paese è difficile riadattarsi. Apprezzo l’Italia e nel mio caso, la Sardegna, per il cibo, il clima, lo splendore dei paesaggi e il calore della gente. Queste qualità mi danno la carica giusta per prendere nuovamente un aereo e lasciare la mia terra per collezionare esperienze e avere quelle gratificazioni che purtroppo il Bel Paese non può offrire.” (Juli Piscedda)

37-“Ci penserei perché il tasso di disoccupazione a Berlino (non in Germania) è pari a quello italiano. Arrivi a Berlino con una conoscenza mediocre o media del tedesco e ti aspetti di trovare lavoro, invece, finisci per fare un lavoro che non ti piace, che essendo anche non qualificato, non è ben retribuito e pensi alle tue due lauree che son lì ferme ed inutilizzate… In più l’offerta di lavoro è così alta che appena molli quel misero posto, ce ne stanno dieci a volerlo.” (A. R.)

38-“Mi ritrasferirei in Italia perché mi mancano le pennichelle durante la controra, dopo una mattinata al mare seguita da abbuffata, nell’oscurità che solo le persiane o gli infissi possono dare, invenzioni che, alla pari del bidè, i teutonici ignorano. Ah comunque l’M13 mi è sfrecciato di fianco due minuti dopo che abbiamo perso le speranze.” (Domenico Grimaldi)

39-“Tornerei in Italia, ma non prima di aver perfezionato le mie competenze e ampliato i miei orizzonti, ciò che solo il viaggio e il confronto con l’alterità permettono di fare.” (F.A)

40-“Tornerei, perché mi si stringe il cuore di fronte al deserto politico, morale e, ormai, materiale che l’Italia sta diventando, ed è frustrante provare la sensazione di abbandonare la barca che va alla deriva in pessime mani, senza contribuire a invertire la rotta.” (F.R)

41-“Tornerei, perché amo Berlino coi suoi boschi e i suoi musei, coi suoi locali sulla Sprea e la sua libertà, ma a volte mi mancano il cielo campano, le amicizie di una vita, la possibilità di esprimermi con una ricchezza lessicale e una profondità che il mio tedesco, nonostante gli sforzi, non sempre mi consente.” (S.A)

42-“Tornerei, e probabilmente tornerò, un giorno. Ma non ora, e non per senso di colpa ‘civico’. La nostra generazione non deve nulla all’Italia. A quest’Italia, almeno, che si è venduta il nostro futuro, ci ha parcheggiato nel limbo di un’adolescenza eterna e ci ha sottratto persino la capacità di sognare una società un po’ più decente di questa.” (Gianpaolo Pepe)

43-“Tornerei in Italia per il cibo, non che a Berlino non se ne trovi di buono, ma la tendenza è mangiare fuori più che cucinarlo. A me piace cucinare per cui soffro un po’ la mancanza degli ingredienti tipici della cucina pugliese, pesce e latticini. Ovviamente tornerei per gli affetti, la famiglia e gli amici di sempre. Tornerei per il mare, non il mare inteso come meta estiva dove spalmarsi e rosolarsi al sole, ma il mare da guardare in un mattino di inverno durante il maestrale, il mare da percepire con l’olfatto ed a cui rivolgere preghiere ed improperi. La verità è che non tornerei in Italia per nessuna di queste cose perché l’elenco di quelle che invece mi hanno fatto scegliere di andar via è molto molto più lungo, così come lo è quello dei motivi per cui amo Berlino.” (Paco Romito)

44-“Non considero casa Berlino né tanto meno l’Italia. Come direbbe Bruce Chatwin la mia condizione esistenziale è quella di chi si sente a casa solo lontano da casa.” (I. A.)

45-“Nostalgia. Dopo qualche anno lontano da casa ti mancano le cose più piccole e semplici, come il profumo di supplì e crostini che emanano le rosticcerie, o sentire il tuo nome pronunciato nell’accento della tua regione. Per questo cominci a sognare di tornare a casa. E il clima. All’inizio ti dici che non fa niente se piove, che non t’importa del grigiore, il caldo eccessivo tanto non ti è mai piaciuto, Roma d’estate è soffocante. Poi però ti accorgi che luglio è finito, i giorni si fanno più corti e di giornate di sole ne hai vissute una manciata.” (Sara Moreni)

46-“Non metterò mai più piede in quella in città. Sono queste le parole che dissi a mio fratello sei anni fa, di rientro dal mio primo viaggio a Berlino. Col passare del tempo però finii per non pensare ad altro. Tre anni dopo una sfida con me stesso: andare a viverci senza parlare una parola di tedesco. Così, poco alla volta, ho imparato la lingua, fatto tanto amicizia, lavorato in ambiti prestigiosi e sono diventato un berlinese d’adozione. L’essere rientrato a Milano per due anni non mi ha fatto certo desistere dal desiderio di tornarvi appena posso e dalla speranza di rientrarvi stabilmente il prossimo anno. Dort spielt die Musik!“ (Valentino Klose)

47-“Quando vivi all’estero entri a far parte di un limbo che ti tiene sospeso fra il tuo Paese e il Paese in cui vivi adesso: senti di non appartenere completamente né all’uno né all’altro, ma a volte il desiderio di far parte stabilmente di qualcosa potrebbe far pensare di tornare a casa. In fondo, però, un futuro in Italia è, perfino nell’immaginazione, ancora troppo lontano.” (Miriam Tribastone)

48-“Perché voglio essere il primo quando sbarcheranno quelli dell’ISIS sulla costa di Pozzallo in Sicilia a chiedergli: completo o senza cipolla? Altri motivi non ne trovo.” (R.Garaffa)

49-“Perché sono una persona contraddittoria, e nonostante viva bene a Berlino, nel profondo appartengo alla patria dei paradossi. Commettere una stupidaggine del genere farebbe sicuramente parte di me”. (E.B)

50-“Perché, semplicemente, sono italiana” (L.D)

Photo Cover: © Moyan Brenn – 500 –  CC By SA 2.0

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