L’italiana Tonia Mastrobuoni sta facendo tremare AfD e le sue simpatie naziste

Maximilian Krah di AfD intervistato su La Repubblica si gioca il “jolly” ma gli esplode in mano: “Le SS criminali? Sbagliato generalizzare”

Tonia Mastrobuoni ha intervistato per La Repubblica Maximilian Krah, eurodeputato di AfD. L’intervista sta facendo il giro del web scuotendo le coscienze del partito e di tutta l’estrema destra europea. Questo perché l’eurodeputato si è lasciato scappare dei “nostalgismi” tirando in mezzo le SS naziste. Se l’avesse apertamente condannate, il problema non sarebbe esistito. Invece, rispettando la lungimiranza dell’estrema destra nei discorsi pubblici, Krah prende lo scivolone e rivendica un pezzo di storia sbagliata. Ma come è andata?

La risposta incriminata è la seguente: “Non dirò mai che chi aveva una uniforme delle SS era automaticamente un criminale”. La domanda della Mastrobuoni al membro dell’AfD è più che legittima. La giornalista chiede, infatti, spiegazioni sulle dichiarazioni dell’eurodeputato nelle quali afferma l’importanza di essere orgogliosi dei propri antenati. Nel caso della Germania sono i Nazisti, quindi la precisazione è d’obbligo. Tutto ciò ha urtato particolarmente la coalizione europea di Identità e Democrazia, che ha preso nettamente le distanze dalle affermazioni di Maximilian Krah e dall’AfD, che fa appunto parte della coalizione insieme alla Lega di Matteo Salvini. Lo stesso che, insieme a Marie Le Pen, ha “dichiaratamente” preso le distanze dal discorso di M. Krah. Adesso ID (Identità e Democrazia) ha deciso di espellere l’AfD dal tavolo della coalizioni, cosa che lo stesso partito ha cercato invano di evitare.

I temi importanti dell’intervista erano due: i legami di Krah con Cina e Russia e le sue affermazioni sull’orgoglio tedesco. Orgoglio spigoloso, però, perché rispetto ad antenati che andrebbero contestualizzati, se si parla di storia recente. Il Nazismo non legittima l’empatia con ciò che é accaduto, e lo sa bene anche la destra Europea che, rispetto alle parole di Krah, ha deciso di prendere le distanze dall’AfD. È lo stesso partito, poi, ad allontanare dalle esibizioni pubbliche Maximilian Krah.

Le accuse dell’intervista: i finanziamenti da Cina e Russia e un orgoglio giustamente troppo ingombrante per la storia di oggi

Le accuse, altrettanto spigolose, riguardavano dei presunti rapporti tra Krah e un oligarca Russo in particolare, Viktor Medvedchuk, fedelissimo al Cremlino, oltre agli ipotetici legami con la Cina. Tutto ciò è stato ovviamente smentito dalle sue dichiarazioni. Smentito si, ma di certo non ha migliorato la sua situazione.

Ciò che dice la stampa tedesca dell’accaduto è interessante, perché sottolinea come, il partito non abbia ritirato Krah dalle Europe, ma lo abbia solo oscurato nella campagna elettorale. La scelta, infatti, è quella di non farlo apparire agli aventi pubblici legati alla campagna elettorale. Come riportato su Mitteldeutscher Rundfunk, emittente radiotelevisiva tedesca, Krah ha confermato su X che si dimetterà dal comitato esecutivo federale dell’AfD.

Inoltre, Identità e Democrazia, ha espulso il partito dalla coalizione definendolo “tossico”. Se un partito risulta tossico ai sovranisti, allora il problema magari sta sfuggendo di mano.

Il Welt, invece, fa notare una cosa importante. Il paradosso del partito che voleva distruggere l’Europa ma nel farlo si sta autodistruggendo. La coesione, infatti, degli amici di estrema destra nell’escludere il partito di AfD non è tardata ad arrivare, come comunica lo stesso Welt.

Il giornale Jungefreiheit sottolinea lo stato d’animo attuale del partito di estrema destra, definendolo in “ebollizione”. Che il partito si scuota sotto le dichiarazioni spiazzanti dei suoi componenti non deve tranquillizzare. È facile avere paura di una cosa esplicitamente pericolosa. Il problema arriva quando questa cerca di camuffarsi, ripulendosi, esplodendo sporadicamente in manifestazioni che ricordano da che parte della storia sta: quella sbagliata.

Una storia disonesta

Stefano Rosso cantava di una storia disonesta, perché “si discuteva dei problemi dello stato…con l’hashish legalizzato”. In Italia siamo ancora chiusi con le stesse lotte. In Germania, l’hashish lo hanno legalizzato, lo stato sembra, dall’esterno, funzionare. Allora qual è il problema? Il problema è semplice, ed è lo stesso, in misura diametralmente opposta, al nostro. In Germania, l’estrema destra è circoscritta, arginata, talvolta ignorando il volere popolare per garantire la democrazia. Il Italia, invece, i fascisti li abbiamo messi al governo, e ci stupiamo ancora della politica di negazione verso la realtà dei fatti che stanno portando avanti. Si, perché il teatrino oggi è questo: figure politiche dalla discutibile ideologia, cercano di lavare quei vestiti neri, che non bastano a non farli governare. Poi, quando mostrano il naturale volto della destra, come le manganellate sugli studenti, le politiche razziste ed estremiste, le affermazioni agghiaccianti sul ventennio e tanto altro, negano l’evidenza, ribaltando la chiave di lettura. La verità è sempre molto pericolosa se viene sostituita alla realtà.

Il problema non è parlarne

Il problema reale non è parlare del passato, ma celebrarlo in virtù di un discorso politico che si inserisce all’interno delle elezioni europee 2024. Parlare del passato é importante per costruire una coscienza sociale che resista agli attacchi anti-democratici della destra in maniera critica, che non dipenda dalla direzione della pancia e del malcontento sociale. Una indipendenza intellettuale, dalla manipolazione intollerante di chi governa, che consenta di leggere ad alta voce quello che si vede, senza paura, perché sennò, non è democrazia.

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