Germania darà carte di debito per i richiedenti asilo: gli aiuti non possono essere mandati fuori dal Paese

Una soluzione in Germania per limitare l’invio dei sussidi all’estero: la carta di debito ai richiedenti asilo

La Germania introduce una carta di debito digitale per i richiedenti asilo. Finora le autorità locali hanno versato ai richiedenti asilo un sussidio statale mensile di circa 400-500 euro in contanti o in voucher. Le autorità sono preoccupate che gli assistiti non usino i soldi del welfare per i motivi per cui vengono consegnati: fare la spesa settimanale e sostenere la propria vita in Germania. Il denaro contante è più difficilmente tracciabile e viene a volte inviato fuori dalla Germania, spesso in patria per sostenere le reti familiari. La nuova proposta di legge è tutt’ora molto discussa anche se la decisione di 14 dei 16 stati della Germania è di adottarla.

Controversie del provvedimento sui richiedenti asilo

Il dibattito, quindi, tra sostenitori e oppositori dell’iniziativa è acceso. Analizziamo il quadro toccando ambo i poli della questione. Le criticità dal punto di vista economico e sociale fanno riflettere sulla validità della proposta. Una prima reazione è stata quella del ricercatore Poutvaara che sostiene che sia necessario sollecitare la ricerca sugli effetti dell’iniziativa. Poutvaara è il direttore dell’istituto di ricerca economica IFO Center for Migration Research. Riportiamo una sua dichiarazione: “la migrazione può portare a un miglioramento del nostro tenore di vita, ma solo quando una società riesce a integrare il migrante nel mercato del lavoro”. Come riportato in un comunicato stampa del novembre 2023 pubblicato dall’IFO, Poutvaara teme che i richiedenti asilo possano ancora teoricamente utilizzare le carte per acquistare sigarette o cibo costoso e cercare di rivenderle con profitto e continua: “Per questo motivo, credo che le carte avranno un effetto minimo“.

Invece, cosa ha spinto gli stati ad incorporare la proposta di legge? Partiamo con le motivazioni ufficiali e passiamo poi a quelle non ufficiali. Lo scopo ufficiale della carta di pagamento, come è stato spiegato in una riunione dei 16 capi dei governi statali, è quello di ridurre le spese burocratiche per le autorità locali, impedisce al contempo la possibilità di trasferire denaro dal sostegno statale ai Paesi di origine e riduce le tensioni sociali. Questo perché incentiva le famiglie migranti a bilanciare le spese. Lo scopo non ufficiale a favore del provvedimento si basa sulla speranza di conquistare gli elettori di estrema destra attraverso il disincentivo all’immigrazione incontrollata.

La situazione a Greiz e le dichiarazioni di Martina Schweinsburg

La cittadina di Greiz è stata una delle prime località tedesche a introdurre il controverso sistema della “carta a pagamento” per i richiedenti asilo. Secondo l’amministratrice statale Martina Schweinsburg dell’Unione cristiano-democratica conservatrice (CDU), è stato un successo. Ricordiamo, un successo circoscritto ad un contesto provinciale. Ad esempio, Martina Schweinsburg segnala un problema a livello sociale: “Quando entrano in un supermercato e comprano generi alimentari per 20 euro e srotolano un grosso pacco di soldi per tirare fuori una banconota da cento euro, non fanno una buona impressione”.

A quanto dice l’amministratrice, lei “ha portato la pace” attraverso la distribuzione delle carte di debito. In modo retorico e cerimonioso, sfrutta un effetto del tutto marginale del provvedimento per ergersi a paladina della giustizia. Al di là delle dichiarazioni, il modello della carta a Greiz è il seguente: i richiedenti asilo riceveranno la maggior parte dei 496 euro (533 dollari) di sussidi mensili su una speciale carta di debito, mentre il resto – una “paghetta” di circa 100 euro (a seconda dei casi) – sarà pagato in contanti. A Greiz vivono 730 richiedenti asilo. Al momento, i sussidi per circa 200 di loro sono stati cambiati per utilizzare la carta.

Le contraddizioni interne

Il vero problema, la vera contraddizione è che questa iniziativa viene promossa in un paese che non è generalmente amico della carta di debito. I supermercati la accettano ma sono numerosi i piccoli negozi e i bar che accettano solo contanti. Che sia un modo per limitare il potere d’acquisto dei richiedenti asilo disincentivandone l’immigrazione? Secondo Schweinsburg, 15 persone “provenienti dall’ex Jugoslavia” hanno rifiutato la carta e hanno lasciato immediatamente il Paese. Così continua l’amministratrice, “Se ne sono andati senza dire il perché, quindi non possiamo provare statisticamente che se ne siano andati a causa dell’implementazione della carta”.

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Immagine di copertina: Pixabay