Vice-cancelliere tedesco: “Basta bugie, in Germania stiamo mancando gli obiettivi climatici”

Il vice-cancelliere Robert Habeck ha discusso della legge sul riscaldamento e degli sforzi della Germania contro il cambiamento climatico

In conferenza stampa alla Arena Berlin di Treptow, il ministro dell’Economia e vice cancelliere Robert Habeck ha avvertito che il consenso popolare per la salvaguardia climatica sta fortemente vacillando. Se questo trend fosse confermato, il governo “semaforo” (SPD, Liberali, Verdi) potrebbe perdere qualsiasi spinta innovatrice e mancare tutti gli obiettivi di transizione ecologica preposti per la Germania nel contratto di governo del 2021.

In Germania si fatica ad attuare la transizione ecologica

Seppure elogiando la continua crescita di investimenti nelle energie rinnovabili da parte del governo federale, Habeck ha affermato come appaia sempre più evidente che il limite di riscaldamento globale di 1,5 gradi, preposto dagli accordi della COP 25 di Parigi del 2015, non possa più essere rispettato, nemmeno se gli investimenti “green” in Germania funzionassero meglio del previsto.

La politica, senza il sostegno convinto dei cittadini e del mondo economico, non può risolvere i problemi climatici. “Abbiamo iniziato troppo tardi. Come società, in passato siamo stati più pronti al cambiamento di quanto non lo siamo ora”, ha sottolineato Habeck. Mentre il governo è alla ricerca di un equilibrio politico solido per poter proseguire con l’azione politica, deve anche lavorare per garantire il sostegno popolare per le riforme che vuole attuare.

Apparentemente, i sondaggi evidenziano proprio una diminuzione del consenso al cambiamento e alla transizione ecologica. Anche per le continue fibrillazioni provocate dagli alleati del partito liberale, l’impopolare legge sul riscaldamento delle case sta compromettendo la popolarità personale di Habeck e il sostegno elettorale ai Verdi, sceso nelle ultime rilevazioni dal 23% al 14%.

Il governo tedesco in difficoltà per la legge sul riscaldamento

Il consenso per Habeck ha cominciato a calare lo scorso anno, quando ha proposto di addebitare ai consumatori una tassa speciale sul gas per sostenere i fornitori di energia colpiti dal conflitto in Ucraina. La proposta fu fortemente criticata per il costo eccessivo che avrebbe colpito le famiglie tedesche, addossando al ministro dell’Economia gran parte della colpa. Per trovare una soluzione adeguata Berlino cancellò il piano, sostituendolo con un fondo speciale per l’energia da 200 miliardi di euro.

Ma il vero problema per il ministro e per tutti i Verdi è emerso con la contestata legge sul riscaldamento presentata questa primavera. Questa riforma cerca di risolvere la problematica dipendenza della Germania dai combustibili fossili. Dal 2024 comporterebbe il divieto di installare impianti di riscaldamento a gas e gasolio negli edifici, sostituendoli con pompe di calore più ecologiche. Questi, però, possono comportare un costo economico superiore ai 20.000 € per ciascuna installazione.

I Verdi speravano che i tedeschi comprendessero questo sacrificio, data la crisi energetica acuta e l’emergenza climatica. Ma all’interno della stessa maggioranza di governo sono emerse critiche contro una riforma eccessivamente costosa per molte famiglie. Il partito liberale (FDP), partner di coalizione, dopo una serie di importanti sconfitte, ha cercato di invertire il trend contestando l’azione dei Verdi. Il ministro delle Finanze Lindner ha quasi portato alla crisi di governo, bloccando il piano da presentare al Bundestag. E’ stata necessaria l’azione diretta di Scholz per portare ad una concreta soluzione.

Il ministro Habeck ha difeso il piano, affermando che non riguarda i sistemi di riscaldamento esistenti: “Nessuno entrerà nelle case delle persone e bloccherà il loro sistema di riscaldamento funzionante”. Inoltre, ha evidenziato come, con l’incremento delle tasse dell’UE sul gasolio, il passaggio a soluzioni più ecologiche come le pompe di calore appare come un’opzione sempre più ragionevole.

La popolarità di Habeck e dei Verdi in continuo calo

A causa di queste difficoltà, la popolarità di Habeck è crollata in Germania. Secondo un recente sondaggio, la metà dei tedeschi desidera le sue dimissioni. Inoltre, lo stesso partito dei Verdi è sceso dal 23% della scorsa estate al 14%.

La crisi del ministro dell’Economia è attentamente osservata da Bruxelles. Infatti, l’UE si è posta l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, per poi raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Ma le difficoltà dei Verdi tedeschi sottolineano quanto sia complesso per la più grande economia europea ridurre la sua dipendenza da gas e petrolio.

I Verdi possono ancora invertire il loro trend, in previsione delle prossime elezioni nel 2025. La prossima ondata di caldo e di siccità, quasi garantita per questa estate, potrebbero ricordare agli elettori la necessità di agire per contrastare l’emergenza climatica.

Il vero problema per il vice cancelliere, tuttavia, può derivare dallo scandalo di clientelismo verificatosi nel suo ministero. Habeck ha ritardato per settimane prima di licenziare il suo segretario Patrick Graichen, che aveva raccomandato il suo testimone di nozze per un alto posto di governo e approvato un progetto per una ONG di cui la sorella è membro attivo del consiglio. La vicenda è stata estremamente imbarazzante per i Verdi, un partito a parole trasparente ma, che alla prova dei fatti, sembra suscettibile alla corruzione come tutti gli altri.

Leggi anche:  Clima, si prevede un’estate troppo calda in Germania

Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive, corsi da 48 ore a 212 €. Scrivi a info@berlinoschule.com o clicca sul banner per maggior informazioni

"/

Guarda foto e video e partecipa a concorsi per biglietti di concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su FacebookInstagramTwitter e Telegram