Per gli expat nel mondo si vive meglio in Spagna. Germania 18esima, Italia 33esima
Se volete vivere bene andate in Spagna. Ma in Germania si trova lavoro più facilmente
L’edizione 2023 del sondaggio Expat Insider ha confrontato le opinioni degli expat nei 53 Paesi più gettonati, tenendo conto della qualità della vita e del lavoro. La Spagna vince a mani basse: ad aiutarla sono il clima, la gente e il costo. Gli immigrati in Germania si lamentano della freddezza dei tedeschi, e quelli in Italia della situazione lavorativa e politica.
Ottimo la Spagna, discreto la Germania e insufficiente per l’Italia
Nel 2023 Expat Insider ha censito 53 destinazioni tra le più popolari dove emigrare. Hanno partecipato più di 12.000 expat di tutto il mondo, immigrati ed emigrati da 172 Paesi, valutando 56 parametri, dal costo della vita, alla disponibilità di case, alla velocità di internet, ecc. Il questionario è costantemente aggiornato con nuovi parametri, per questo è impossibile comparare in maniera esatta i sondaggi nel corso degli anni.
Il Messico rimane primo in classifica come la destinazione più felice per gli expat a livello mondiale. Ma è la Spagna a stupirci ancora una volta, classificandosi seconda per popolarità e prima nel Quality of Life Index per il secondo anno di fila. Con un nuovo visto per i nomadi digitali, la penisola iberica attirerà anche quest’anno tantissimi lavoratori da remoto.
I Paesi più gettonati per gli expat sono la Germania in prima posizione, la Spagna in seconda, gli Emirati Arabi terzi, Stati Uniti quarti, Svizzera quinta, Francia sesta, Regno Unito settimo, Paesi Bassi ottavi, Italia nona e Canada decima. Ma la Spagna si classifica prima per qualità della vita, la Germania 18esima e l’Italia 33esima. La peggiore meta in cui emigrare è il Kuwait, seguito da Norvegia e Turchia.
I parametri della classifica
Ma quali sono i fattori più importanti per stabilirsi in un nuovo paese, secondo Expat Insider? Prima di tutto la qualità della vita, che include velocità e costo dei trasporti, clima e fattori ambientali, opzioni per il tempo libero, servizio sanitario e sicurezza. Il secondo parametro è la facilità con cui gli expat riescono a sistemarsi: cordialità della popolazione locale, facilità di farsi amici e accoglienza della cultura di arrivo. Poi è valutato il lavoro: possibilità di fare carriera, salario e sicurezza del lavoro, bilanciamento lavoro-tempo libero, soddisfazione. Infine, giocano un ruolo importantissimo anche le disponibilità finanziarie e come possono essere gestite nel Paese d’arrivo.
Gli expat in Germania sono i più soli, ma la votano 18esima per qualità della vita
Gli expat in Germania lamentano la difficoltà di farsi amici, trovare casa e interfacciarsi con la carente digitalizzazione. Risulta quindi 49esima su 53, come una delle destinazioni meno attraenti. La digitalizzazione quasi inesistente, la burocrazia inflessibile e il difficile mercato delle case rende la Germania sempre meno popolare. Per i sorteggiati, i tedeschi sono inoltre una delle popolazioni meno accoglienti e cordiali (50esima per “local friendliness”): questo spiega la difficile vita sociale che tanti lamentano in Germania, e va di pari passo con il risultato 50esimo/53 per felicità degli expat.
E’ infine la lingua tedesca a spaventare di più (51esima): la metà degli expat trova difficile vivere in Germania senza sapere il tedesco (contro il 32% globale), ma la lingua è difficile da imparare per il 60% degli intervistati (contro il 38% globale).
Per qualità della vita, però, la Germania risulta 18esima: punti a suo favore sono i trasporti (soprattutto le infrastrutture per le auto), il clima e il verde, la sanità e la sicurezza. Si classifica poi al 15esimo posto nel Working Abroad Index: il mercato del lavoro è quarta e la sicurezza del lavoro quinta a livello mondiale. E’ uno dei posti migliori per opportunità di lavoro.
L’incubo del mercato del lavoro nel Bel Paese
La burocrazia e la vita lavorativa insoddisfacente rendono frustrante la vita degli expat in Italia. La prospettiva di lavoro è tra le peggiori (52esima/53), insieme alla burocrazia, la poca digitalizzazione e la situazione finanziaria. E’ difficile fare carriera in Italia, che la rendono 49esima per percezione di guadagnare abbastanza: gli stipendi sono spesso miseri, e i contratti sono spesso a breve termine senza possibilità di rinnovo. Le ore lavorative sono eccessive e il tempo libero irrisorio. Molti lamentano che la cultura italiana del lavoro non supporta la creatività, la flessibilità e il lavoro indipendente. Insomma, siamo un Paese di esauriti: l’Italia è ultima in assoluto per soddisfazione generale col lavoro.
Nonostante questo, il 71% degli expat sono contenti della propria vita in Italia, nella media con il 72% a livello globale. E’ a metà per cordialità della popolazione (29esima), e allo stesso posto si colloca per facilità di farsi degli amici. Ma l’italiano è necessario, dato che il 57% dice che è difficile viverci senza saperlo bene. Da una parte il 76% degli expat amano il clima del Bel Paese (contro il 62% a livello globale), ma il 30% si lamenta dell’aria inquinata (contro il 17% globale). Per qualità della vita, in generale, si colloca alla 33esima posizione: gli expat adorano le opzioni del tempo libero (quando ne hanno, dato che le ore di lavoro sono tante), il cibo, la cultura e la vita notturna. Uno su tre, però, si lamenta dell’instabilità politica.
Possiamo dire che la percezione degli expat è la stessa di cui noi italiani ci lamentiamo quotidianamente.
E’ la Spagna la grande vincitrice delle mete in cui trasferirsi
La Spagna svetta in classifica: una grande varietà di opzioni per il tempo libero e il costo della vita la rendono la meta preferita, e la gente si sente a casa con il suo clima sempre sorridente e la cordialità dei suoi abitanti. A differenza che in Italia, è facile girare col trasporto pubblico e senza macchina, e c’è un buonissimo equilibrio lavoro-tempo libero.
L’unico fattore che fa desistere dal prendere il primo volo per la Spagna è il Working Abroad Index (34esima): il 36% è insoddisfatto del mercato del lavoro, e la sicurezza lavorativa insieme all’economia locale e alla burocrazia lasciano un po’ a desiderare.
Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive, corsi da 48 ore a 212 €. Scrivi a info@berlinoschule.com o clicca sul banner per maggior informazioni
Guarda foto e video e partecipa a concorsi per biglietti di concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su Facebook, Instagram e Twitter
Foto da: Pexels