MCR: noi “maledetti pacifisti” a Berlino

Abbiamo fatto due chiacchiere con i Modena City Ramblers (MCR) in vista del concerto a Berlino del 26 ottobre al Frannz Club. Sono nati degli spunti interessanti che affronteremo nell’articolo

Una band italiana, che parte alla volta di Berlino per suonare per italiani, risulta apparentemente un po’ autoreferenziale. Questa è stata, fino ad adesso, la mia sensazione nel parlare con gruppi italiani che, nel tentativo di dare un slancio internazionale al tour, finiscono per richiudersi in casa, solo a 1500 km di distanza, suonando comunque per i connazionali. I Modena City Ramblers esplicitano questo intento, perché il fine contestualizza la scelta. Si ricordano di noi, lavoratori emigrati all’estero, che in un modo o nell’altro, vengono risucchiati nella solitaria ed emarginante solitudine della metropoli europea. I MCR arrivano come una barca in mare aperto, con salvagenti, coperte e panini, a salvare gli italiani a Berlino: molliche di pane che galleggiano in un oceano, che crea isole di individui senza fare mai un arcipelago.

Il campanilismo di cui abbiamo bisogno è quello che ci salva dall’esilio culturale, non quello che ci rinchiude a casa

I MCR a Berlino non sono una novità, “Abbiamo suonato spesso a Berlino, dove gli italiani, soprattutto tanti giovani, hanno trovato una casa accogliente. Dal punto di vista musicale è stata un grande riferimento per tanti artisti europei ed era una meta ambita da musicisti italiani che, dopo il crollo del muro, hanno trovato grande fermento culturale”.

Il fatto che non siano nuovi della capitale tedesca mi rincuora. Sapere che l’attenzione ricada su di me che, per una volta, sento di appartenere a una categoria, non mi fa sentire costretto, bensì meno solo. Berlino è una città molto individualista, in cui l’illusione di una comunità la raccogli a briciole un fine settimana alla volta. Alla fine, in mano, hai soltanto il tuo essere straniero in un città che va troppo veloce per aspettarti. Noi italiani, stacanovisti del lavoro, come è solito notare quando si superano le Alpi, siamo naufraghi in un mare che non sembra appartenerci, ci viene in salvo la musica, i MCR e Bella Ciao, che ci faceva resistere sulle montagne contro i Fascisti, come ci fa resistere all’ingombrante vita Berlinese.

La vostra musica spazia da generi come il folk al punk. Fedeli alla linea sempre, anche se il mercato mette sempre più da parte la musica “suonata”?

 “Noi siamo sempre stati una band che si esprime meglio dal vivo, proprio perché da quella comunità traiamo gran parte delle nostre energie e vitalità artistica. Abbiamo uno zoccolo molto duro ma soprattutto intergenerazionale, e non facendo musica che cavalca mode del momento siamo riusciti negli anni a ritagliarci il nostro spazio artistico”.

I MCR sono da sempre endemicamente legati a due cose: la musica dal vivo e le tematiche socio-politiche. Lo “zoccolo duro” che fa bene al cuore, alle orecchie e alla testa di chi li ascolta. Chi mi dice sempre che la musica non è politica mi innervosisce. Tutto è politica, qualsiasi scelta che un individuo fa all’interno del suo contesto sociale è politica. Io sono politico, da come mi comporto a quello che non riesco a dire. Sono politico perché rifletto l’insofferenza, il benessere, il compromesso silenzioso che sottolinea il mio essere straniero.

Quali sono le vostre aspettative per il concerto a Berlino e cosa sperate che il pubblico porti con sé da questa esperienza?

Ci aspettiamo come sempre una festa, e ogni volta che suoniamo all’estero chi ci viene a vedere la prima cosa che fa è di ringraziarci per essere andati lì a suonare. Si sentono per due ore un po’ a casa e non dimenticati, perché soprattutto per i lavoratori all’estero è un pensiero, quello di essere lasciati ai margini dalla società italiana. Ci sono storie diverse, ognuna con la propria peculiarità, ma accomunati molto spesso da un senso di spaesamento e la prima cosa che fanno tutti dopo un concerto è dirci “grazie”.

Il crocevia delle band italiane in concerto a Berlino è molto affollato. Affollato come la coda per il bagno al club, il venerdì sera. Ognuno porta con sé delle storie che vorrebbe raccontare in modo diverso, ma che funzionano perché sono uguali a se stesse. Musica italiana per italiani sembra ridondante, ma è sano. Sano come la consapevolezza che i MCR dimostrano sul motivo per cui stanno venendo a suonare a Berlino, tra il freddo che sigilla i denti e un currywurst. Non si dimenticano di nessuno con il loro ultimo lavoro “ALTOMARE”, partendo dai migranti morti in mare e le guerre “non-mainstream”, fino a noi, italiani costretti all’esilio a causa di ciò che, istituzionalmente, sembra che non dobbiamo raggiungere: un lavoro retribuito, un’idea di libertà che non rientra nel canone e la dimensione sana di comunità, quella in cui è politico anche prendersi un caffè comodamente chiacchierato.

Infine, potreste darci un’anteprima delle vostre future prospettive musicali e progetti a cui state lavorando?

“Per il momento non abbiamo progetti precisi, siamo molto concentrati e impegnati a portare sui palchi il nostro ultimo lavoro “ALTOMARE “, che ha temi molto importanti, come quello dei migranti e delle guerre, alle quali noi, “maledetti pacifisti”, non vogliamo abituarci”

 

Per tutte le informazioni sul concerto, vi rimandiamo al link dell’articolo riguardante il concerto del 26 ottobre, al quale vi aspettiamo e consigliamo fermamente di partecipare.

 

Leggi anche: Berlino, Modena City Ramblers in concerto al Frannz Club

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