Alla Berlinale è il giorno di Favino e di L’ultima notte di Amore
La recensione de L’ultima notte di Amore, il film di Andrea Di Stefano con protagonisti Pierfrancesco Favino, Linda Caridi e Antonio Gerardi
L’ultima notte di Amore con Pierfrancesco Favino sarà in sala in Italia dal 9 marzo dopo il passaggio alla Berlinale. Il film è ambientato in una Milano notturna ed il protagonista è un poliziotto onesto, alla vigilia della pensione. Una trama forse non del tutto originale, ma Andrea di Stefano è riuscito a renderla diversa da quella dei soliti thriller e polizieschi. L’ultima notte di Amore, infatti, riesce a tenere con il fiato sospeso fino alla fine, è un film ambizioso e attento ai sentimenti dei personaggi.
Andrea di Stefano racconta la produzione di L’ultima notte di Amore
Andrea di Stefano, un regista, sceneggiatore e più volte anche attore, propone solitamente un cinema di genere. Quest’anno, per la prima volta, firma una regia in Italia dopo aver diretto oltreoceano Benicio del Toro in “Escobar” e Clive Owen in “The Informer – Tre secondi per sopravvivere”. Il regista spiega al Festival come lo sguardo intenso e il personaggio di Favino gli abbiano donato il ricordo di suo padre e dedica il film a tutte le persone che ambiscono ad essere leali, come il protagonista, Franco Amore. Egli ci tiene ad aggiungere che considera questo film come un avvertimento al pubblico per tutti quelli che pensano di tradire la propria natura nella speranza di una vita migliore.
Di Stefano realizza delle riprese notturne di grande impatto, valorizzate dalla splendida fotografia con il valore aggiunto di aver girato in pellicola. Quest’ultima scelta, molto ambiziosa, valorizza la visione su grande schermo e rappresenta un ulteriore motivazione per spingere il pubblico a recarsi al cinema per vedere il film.
La produzione è una collaborazione firmata Vision Distribution, Indiana Production, Memo Films e Adler Entertainment.
Un altro punto di forza di “Ultima notte di Amore” è il cast. Nel ruolo del protagonista c’è un affascinante Pierfrancesco Favino, vincitore, nel corso della carriera, di numerosi premi tra cui tre David di Donatello e quattro Nastri d’argento. L’attore ha interpretato svariati ruoli in numerosi film tra cui “Baciami Ancora” di Gabriele Muccino e “Angeli e demoni“ di Ron Howard del 2009. Insieme a lui anche Linda Caridi, Francesco Di Leva ed Antonio Gerardi. Quest’ultimo è un attore molto conosciuto dal pubblico per aver partecipato a film come “Paolo Borsellino – I 57 giorni“, regia di Alberto Negrin del 2012 e “Si accettano miracoli” di Alessandro Siani del 2015. Gerardi ha preso parte anche a numerose fiction e serie tv, soprattutto poliziesche, come “Boris Giuliano – Un poliziotto a Palermo”, regia di Ricky Tognazzi del 2016 e “Sotto copertura – La cattura di Zagaria”, regia di Giulio Manfredonia del 2017.
Trama
Favino interpreta il poliziotto Franco Amore, che, dopo 35 anni di onorato servizio, è vicino alla pensione. Una persona sempre leale e attenta alla legge, ma che l’ultima notte di servizio vede la sua carriera e la sua vita stravolgersi.
Il poliziotto trascorre da sempre una vita tranquilla, sia dal punto di vista lavorativo, sia privato, insieme alla moglie Viviana. Le cose si complicano proprio alla vigilia del pensionamento, quando entra in contatto con il signor Zhang, un ricco uomo d’affari cinese. Nell’ultima notte di servizio le cose per Amore e il suo amico e collega Dino non vanno come avrebbero dovuto. Dopo trentacinque anni di onorata carriera, la vita del poliziotto rischia di crollare.
Location e curiosità
A fare da sfondo per L’ultima notte di Amore c’è una Milano notturna diversa dal solito, in cui sembra che la luce non arrivi mai.
Andrea Di Stefano ha realizzato un thriller ricco di suspense che getta nuova luce su un ambiente e una città che si trovano pericolosamente al confine tra legge e criminalità.
Pierfrancesco Favino conferma la solita bravura nel mettere in scena la lotta interiore del protagonista. L’attore mette in scena i dubbi e il dolore del protagonista nell’affrontare le difficoltà che gli si presentano davanti. La sua interpretazione è intensa e solida come sempre, capace di elevare la dimensione narrativa di un film che è costruito attorno alla sua figura. L’unico rammarico da sottolineare è che non tutte le figure secondarie ricevono lo stesso trattamento, che in alcuni casi sarebbe stato necessario per comprendere motivazioni e scelte del protagonista, ma anche degli altri personaggi.
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Immagine in evidenza: © Loris T. Zambelli