I carri armati russi, memorie del ‘45, ora sono un problema per Berlino

I carri armati sovietici che si trovano dal ’45 nella capitale tedesca suscitano polemiche alla luce dell’attuale guerra in Ucraina.

Proprio nel centro della capitale si trovano due carri armati T-34, usati alla fine della Seconda Guerra Mondiale nella battaglia di Berlino del 1945. Questi carri armati situati nel distretto di Tiergarten rappresentavano la liberazione della Germania e dell’Europa dal nazifascismo da parte dell’Unione Sovietica, ma oggi suscitano perplessità.

La proposta di rimuovere i carri armati russi dal memoriale sovietico proviene da una parlamentare della CDU, Stefanie Bung, la quale chiede lo smantellamento di questi in vista dell’attacco russo all’Ucraina. Il senato è critico e sottolinea che anche i soldati ucraini hanno preso parte alla liberazione di Berlino.

Guerra in Ucraina e visione del monumento

Berlino ha assunto la cura dei memoriali sovietici per conto del governo federale secondo gli accordi 2+4 del 1990, ovvero il Trattato di Stato concluso nel 1990 tra la Repubblica federale di Germania, la DDR e le quattro potenze vincitrici della seconda guerra mondiale. A Berlino è l’amministrazione ambientale ad essere responsabile di ciò. Bung spera di avviare un dibattito sull’equipaggiamento militare sui memoriali negli spazi pubblici dal momento che “le condizioni politiche sono sostanzialmente cambiate”.

La deputata del CDU sostiene che la guerra di aggressione russa in Ucraina abbia cambiato la visione del monumento. La Bung in una bozza di mozione alla Camera dei Rappresentanti ha scritto che l’Armata Rossa ha dato un contributo significativo alla liberazione dal regime nazista; tuttavia oggi i carri armati di Tiergarten non rappresentano più solo la liberazione dalla Germania dal nazifascismo, ma sono diventati “simboli della guerra aggressiva del regime di Putin, che disdegna i confini territoriali e le vite umane”. Tramite tali dichiarazioni la Bung ha chiesto al Senato di fare pressioni sul governo federale per rimuovere i carri armati.

La parlamentare per avvalorare la sua richiesta parla anche degli stati baltici di Estonia, Lettonia e Lituania i quali hanno rimosso i monumenti dell’epoca sovietica dall’inizio della guerra in Ucraina. Questi tre paesi infatti hanno conquistato la loro indipendenza nel 1991 e successivamente si sono uniti alla NATO e all’UE. A giugno il parlamento lituano ha stilato una legge sul divieto di promuovere regimi totalitari e le loro ideologie, chiamata legge sulla “desovietizzazione”. Anche l’Estonia sta seguendo le stesse orme.

Le critiche

Il dirigente statale della sinistra, Sebastian Koch, ha criticato la proposta di Bung ritenendola del tutto assurda. In effetti, molti popoli dell’ex Unione Sovietica erano legati all’Armata Rossa e anche soldati dall’Ucraina e dalla Polonia furono coinvolti nella liberazione di Berlino.

Invece il membro del gruppo parlamentare del FDP Stefan Förster ha affermato di poter comprendere moralmente la richiesta, tuttavia il Senato non può decidere sulla progettazione dei memoriali. Alla luce dei trattati internazionali Förster ritiene che ciò sia pressochè impossibile.

 

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 Immagine di copertina: foto di  cerqueiraricardo, da Pixabay